Francesco Provinciali –
Mentre la sonda Cassini – dopo un viaggio durato 20 anni – si prepara alla serie di “tuffi” negli anelli di Saturno, una studentessa tunisina presenta per il dottorato di ricerca una tesi che dimostra che la Terra è piatta ed è il Sole che le gira intorno. Due rappresentazioni del mondo e della scienza, oggi.
La vita in fondo è sempre stata una grande alchimia di opposti e di contrari e nell’universo ha trovato posto ogni congerie di pensieri e “pensatori”. Qualcuno si è fermato al VII secolo d.C. e all’applicazione letterale del libro di un profeta, altri praticano la cultura Amish rinunciando ai vantaggi del progresso, gli evangelici ortodossi negano la teoria dell’evoluzione di Darwin.
Scienza e religione coesistono in un mix millenario di superstizioni, prove, invenzioni, scoperte, diatribe, eresie. Tra la terra e il cielo c’è una lunga striscia di contraddizioni irrisolte: sta all’uso del pensiero critico e all’evidenza della realtà dimostrata consentirci di acquisire certezze scientifiche che ci permettano di dare ordine alle cose, di credere nel progresso e nell’evoluzione del pensiero, che altro non è che l’anticamera della nostra libertà di scegliere.
Noi europei ed occidentali abbiamo a poco a poco separato la scienza dalla religione: abbiamo avuto il Rinascimento, Leonardo, Galilei, Keplero, Copernico, Newton, Einstein, Marconi, Fermi.
Credo – in estrema semplificazione – che la nostra etica della conoscenza si fondi su due idee: la fiducia nell’uomo e nelle sue potenzialità e il desiderio di migliorare il presente “guardando oltre”
Sempre partendo dal “dubbio”, agendo per prove ed errori.
Tesi, antitesi e sintesi non sono astrazione teoretica ma metodo del pensiero.
Dovremmo applicare lo stesso principio alla coesistenza sul pianeta di modi di vivere diversi dal nostro: il bene e il male sono ubiquitari, come le guerre, le dittature, gli olocausti.
La forza di una civiltà non consiste nell’annullamento delle credenze altrui ma nell’accettazione della diversità come valore: per questo le tradizioni sedimentate nei vari contesti rendono attuali epoche diverse della storia, abitando contemporaneamente lo stesso pianeta.
Ciò non significa rinunciare alla nostra identità culturale nel mondo definito “globale”: la Terra è tonda, se Dio vuole, e l’esplorazione del cosmo ci affascina e ci aspetta.
Trovo arguta ed equilibrata questa riflessione un po’ filosofica e un po’ sociologica.
Un articolo di alto livello culturale, come ci abitua a leggere il sig. Provinciali.
Complimenti, condivido tutto. Dovremmo abituarci anche noi lettori a considerare che Prà fa parte di questo stesso pianeta. Dipende anche in parte da noi decidere in quale epoca viverci. Quella “di prima” era migliore, dal punto di vista ambientale e degli stili di vita ma bisogna organizzarci per migliorare sempre il presente. Di questo siamo grati alla Fondazione che ha una chiara visione delle cose da fare.
Bell’articolo, profondo che ci stimola alla riflessione.
Una bella visione a tutto campo dell’uomo, della scienza e della religione. Ognuno ha il suo posto, per questo se si riesce a convivere in pace il mondo va avanti comunque.
Sono pienamente d’accordo con Antonino,sulla definizione degli articoli scritti dal Sig Francesco Provinciali.Mi spiace solo che l’uomo purtroppo pur avendo le potenziaità per migliorare il pianeta lo sta rovinando ……..e credo che tutti siamo coscienti del perché!!!!
Mi e’ piaciuto molto questo articolo: raffinato, profondo, semplice e breve: una bella riflessione per tutti.
Articolo di alto profilo culturale. Ogni tanto fa piacere affrontare temi che ci collocano in una dimensione spazio-temporale più ampia.
E la riflessione non è affatto scontata ma “raffinata” come dice Elisa e lungimirante….Grazie alla Fondazione che ospita questo tipo di tematiche.
Mi fa piacere / lo dico da Praese, che questo articolo sia stato pubblicato come Editoriale dei lettori dal quotidiano nazionale LA STAMPA, se pur con un titolo diverso ma ugualmente significativo. LO riporto a margine.
L’EDITORIALE DEI LETTORI
La diversità come valore
PUBBLICATO IL 10/05/2017
FRANCESCO PROVINCIALI
Mentre la sonda Cassini – dopo un viaggio durato 20 anni – si prepara alla serie di «tuffi» negli anelli di Saturno, una studentessa tunisina presenta per il dottorato di ricerca una tesi che dimostra che la Terra è piatta ed è il Sole che le gira intorno. Due rappresentazioni del mondo e della scienza, oggi.
La vita in fondo è sempre stata una grande alchimia di opposti e di contrari e nell’universo ha trovato posto ogni congerie di pensieri e «pensatori». Qualcuno si è fermato al VII secolo d.C. e all’applicazione letterale del libro di un profeta, altri praticano la cultura Amish rinunciando ai vantaggi del progresso, gli evangelici ortodossi negano la teoria dell’evoluzione di Darwin. Scienza e religione coesistono in un mix millenario di superstizioni, prove, invenzioni, scoperte, diatribe, eresie. Tra la terra e il cielo c’è una striscia di contraddizioni irrisolte: sta all’uso del pensiero critico e all’evidenza della realtà dimostrata consentirci di acquisire certezze scientifiche che ci permettano di dare ordine alle cose, di credere nel progresso e nell’evoluzione del pensiero, che altro non è che l’anticamera della nostra libertà di scegliere.
Noi occidentali abbiamo a poco a poco separato la scienza dalla religione: abbiamo avuto il Rinascimento, Leonardo, Galilei, Keplero, Copernico, Newton, Einstein, Marconi, Fermi. Credo – in estrema semplificazione – che la nostra etica della conoscenza si fondi su due idee: la fiducia nell’uomo e nelle sue potenzialità e il desiderio di migliorare il presente «guardando oltre». Sempre partendo dal «dubbio», agendo per prove ed errori. Tesi, antitesi e sintesi non sono astrazione teoretica ma metodo del pensiero.
Dovremmo applicare lo stesso principio alla coesistenza sul pianeta di modi di vivere diversi dal nostro: il bene e il male sono ubiquitari, come le guerre, le dittature, gli olocausti. La forza di una civiltà non consiste nell’annullamento delle credenze altrui ma nell’accettazione della diversità come valore: per questo le tradizioni sedimentate nei vari contesti rendono attuali epoche diverse della storia, abitando contemporaneamente lo stesso pianeta.
Ciò non significa rinunciare alla nostra identità culturale nel mondo definito «globale»: la Terra è tonda, se Dio vuole, e l’esplorazione del cosmo ci affascina e ci aspetta.