Ariel-
Riceviamo e volentieri pubblichiamo un brano del libro «Ligurelombardo», di Francesco Provinciali, che ben si attaglia a narrare i cambiamenti subiti da questa bellissima villa patrizia, quasi un simbolo,insieme alla Chiesa “N.S.Assunta”, del sestiere di Palmaro.
Molti lettori degli anni ’50 e’60 si ritroveranno in questi frammenti narrativi, come alunni; ma anche negli anni successivi,’70 ed ’80 quegli stessi bambini, ormai ragazzi, davano la scalata al muro dell’Istituto, per corteggiare le giovani bagnanti milanesi che in estate, prendevano il posto della Scuola Elementare. Gli ultimi a frequentare le elementari furono i bimbi della leva dell’81.
Piano piano, le cose cambiarono drasticamente : dopo il periodo di abbandono e la «riconquista», ecco la creazione di un polo multispecialistico per esami e visite , che pur nelle sue molte criticita’ strutturali,consente agli abitanti del quartiere e delle zone limitrofe di effettuare prevenzione e controllo sulla propria salute, senza doversi recare lontano.
Come racconta l’autore verso la fine del suo brano, la struttura ed il suo magnifico parco sono adesso nella disponibilita’ della cittadinanza, e di societa`storiche, come la Palmarese e la REL(Radio Emergenza Liguria), che versano, ovviamente un canone. Le potenzialita’ della struttura , tuttora inesplorate, sono moltissime ed ambiziose. Ogni tanto, esce una “leggenda metropolitana” su acquisti da parte di questo o quel facoltoso industriale, emiro, mecenate…vedremo! Certamente, con risorse finanziarie adeguate, potrebbe venir fuori un luogo delle meraviglie.
Per il momento, i cittadini sono appagati da quanto ci offre Villa de’Mari e pertanto ospitiamo, di seguito, la cronaca e le foto di un bellissimo dicembre di festa per grandi e piccini in Villa,le cui testimonianze sono state raccolte dall ´assessore Rosa Morle`, infaticabile direttore culturale degli eventi artistici ospitati durante tutto l´anno.
Ringrazio per l’ospitalità. Spero che il mio personale “amarcord” susciti qualche pensiero di condivisione: sui tempi di allora, sulle persone che avevamo conosciuto, sui nostri compagni, i giochi, la scuola, i passatempi, le nostre famiglie, qualche birichinata….Io conservo un buon ricordo di quegli anni e tanta gratitudine per gli insegnamenti ricevuti. Osservando come sono mutati gli stili di vita…. anche qualche innocente rimpianto. Non eravamo migliori, forse più ingenui, più semplici. Ci sapevamo accontentare: un sentimento caduto un po’ in disuso in un mondo in cui ci si ama e poi ci si odia con una facilità sconcertante. Villa De Mari era un riferimento importante per Palmaro, il suo fiore all’occhiello, come dice il titolo assegnato al mio scritto. Indietro non si torna ma il viaggio nella memoria sa gratificare e ci fa scoprire nicchie di intimità che custodiamo gelosamente nel nostro cuore. Ognuno ha le sue: diventa quasi un dovere conservarle come motivo di consolazione, specie se ci soffermiamo ad osservare il presente.