Elis@Provinciali-
Sono trascorsi due anni, Giorgio,con la compagna Alla, e’ sempre in Ucraina, e periodicamente, condivide accurati report per” la Ragione” ed un network americano….non teme di recarsi a documentare lo scempio perpetrato dalle armate russe , in moltissimi paesi…e la sua e’ sicuramente una vita pericolosa, serve una buona dose di sangue freddo, ma si puo’ dire che si e’ completamente ambientato e mette una megadose di passione in quel che filma e scrive.Sono unita a lui da legami di sangue ed affetto, sono orgogliosa di lui, ma temo anche per la sua incolumita’…la pace e’ un miraggio? Sembrerebbe di si, ma a quanto dice, gli ucraini non smetteranno di battersi per la loro terra violata. Dio assista questa nazione martoriata, ed anche i caduti russi meritano la nostra pietas, molto spesso nemmeno ventenni. I civili, bimbi , donne ed uomini, pagano un duro prezzo per una guerra inutile e sanguinosa. per la quale diciamo unanimi con papa Francesco :Tacciano le armi!
Kostiantinivka – Trovandosi a pochi minuti dalla vicina Bakhmut, il paese da cui scriviamo è ormai da mesi al centro di violentissimi scontri. Le facciate dei palazzi sono annerite e bucate dai colpi d’artiglieria russi e l’asfalto è tanto massacrato da far prediligere gli spostamenti lungo il terreno fangoso ai suoi lati. L’unico dettaglio che lascia intendere di trovarsi ancora in un luogo abitato è la presenza dell’allarme aereo, che avverte i pochi civili rimasti a ogni imminente attacco russo. Uno dei più gravi ha recentemente colpito il mercato centrale, uccidendo 16 persone e causando altrettanti feriti. Il lungo lamento delle sirene accompagna tuttavia pressoché ogni ora del giorno e della notte, perché non c’è attimo in cui i russi non bersaglino Kostiantinivka con decine d’ogive. Mentre effettuiamo alcune riprese, notiamo due anziane signore camminare adagio nonostante le vicine esplosioni siano così violente da scuotere l’aria. Clicca sul link per leggere l’articolo completo di Alla Perdei e Giorgio Provinciali:
Un ringraziamento a Alla e a Giorgio perché sono le persone coraggiose come loro che documentano le terribili tragedie prodotte dalla guerra. La speranza non muore mai, ma il dolore di tutte quelle povere popolazioni è davvero grande e atroce. E il rischio è quello di “abituarci” alle notizie tremende che ci vengono comunicate.