Guido Barbazza.
A seguito della realizzazione del POR – Pra’ Marina la Delegazione di Genova – Pra’ ha ora quattro nuove rotatorie che attendono di ricevere una loro precisa denominazione, contestualizzandole con il territorio, attraverso l’attribuzione di una specifica denominazione. E’ opportuno che i nuovi nomi siano attinenti alla storia, eventi, peculiarità, gente di Pra’ e che possano anche ricordare ciò che, in quella stessa zona, esattamente, o in prossimità, delle stesse rotonde, esisteva ed è stato distrutto per la costruzione del Porto di Pra’. Già dal Novembre del 2015 La FondAzione PrimA’vera ha lanciato la proposta di intitolarle, rispettivamente, al “Pontile”, al “Mucchio”, a “San Pietro” ed allo “Scoglio dell’oca”. L’intitolazione al “Pontile’ – molo di attracco navi delle Ferriere di Pra’ “ vuole ricordare l’antico molo per lo sbarco delle materie prime (carbone e minerali di ferro) destinate alle Ferriere Ratto di Pra’ e l’imbarco dei prodotti finiti. All’inizio tali merci erano trasportate tramite «scune» a vela, e poi da 
piroscafi a vapore. Il “Pontile” era costruito in cemento armato, una delle prime realizzazioni in Italia, con una parte terminale in acciaio che lo collegava alla terraferma, ed è stato demolito negli anni ’90. Per circa un secolo ha caratterizzato il «look» del litorale praese, ed è sempre stato utilizzato dai ragazzi praini come trampolino per tuffi, oltre che per la raccolta di mitili che proliferavano abbarbicati ai suoi piloni. Il pontile si trovava poco a levante della rotatoria prospicente via alle Ferriere di Pra’. L’intitolazione al “Mucchio, o Muggio – approdo dei pescatori di Pra’ “ vuole ricordare lo spiazzo rilevato sulla spiaggia approdo dei pescatori di Pra’. Proprio sulla spiaggia antistante veniva sbarcato il pesce azzurro destinato al locale mercato del pesce e veniva effettuata la salatura delle acciughe. Sul “Mucchio” si trovavano la sede della “Società di Mutuo Soccorso Armatori e Marinai 
Pescatori di Pra’” con annesso bar, il “Bar del mucchio”, il mercato del pesce e le antiche “casette” dei pescatori. Sulla facciata delle sede della S.M.S. Pescatori si trovava la statua votiva di San Pietro, patrono dei pescatori e di Pra’. Il mucchio si trovava proprio in corrispondenza della rotatoria antistante piazza Sciesa. L’intitolazione a “San Pietro “San Pietro” Patrono di Pra’, stabilimento balneare praese” vuole ricordare il Santo Patrono sia di Pra’ sia dei suoi pescatori e l’omonimo stabilimento balneare praese. I “Bagni Comunali San Pietro” erano uno dei più grandi e rinomati stabilimenti balneari della Liguria. Sulla rotonda in questione potrebbe essere posizionata l’antica statua votiva di San Pietro che si trovava sulla facciata della sede della S.M.S. Pescatori Pra’, “sul Mucchio”, che riportava l’iscrizione: “In memoria del Marchese Negrone la figlia Contessa Viglietti donava. 29-VI-1930”. I Bagni San Pietro si trovavano subito a levante della rotatoria antistante via Cordanieri, e che parzialmente si trova sopra al ponte stradale che attraversa proprio il Rio San Pietro. L’intitolazione allo “Scoglio dell’oca – Punto paesaggistico della spiaggia di Pra’ “ vuole ricordare uno dei punti paesaggistici più belli del litorale di Pra’, purtroppo seppellito dalla discarica per costruire il Porto di Pra’. Lo “Scoglio dell’Oca” era simile alla “Pria Pulla” Pegliese, ma si trovava molto più vicino alla battigia. Dallo “Scoglio dell’oca” si sono tuffati, ed hanno pescato, generazioni di Praesi di tutte le età. Lo “Scoglio dell’oca” si trovava poco a ponente della rotatoria 
antistante via Taggia. Non essendo più prevista, nell’ambito del Comune di Genova, l’intitolazione di rotonde e rotatorie come normalmente fatto per strade, vie e piazza, le denominazioni saranno incise sui due lati di “lunette” di ardesia posizionate in prossimità dei centri delle rotatorie e disposte in senso Est-Ovest. L’ardesia è una pietra tipicamente ligure e che ben si adatta a realizzazioni di questo genere nel nostro territorio. Le lunette saranno lunghe circa 1,5 m., alte 40 cm. e spesse 4 cm., con superfici grezze e bordi arrotondati. Un altro tassello va a posto per ricordare la bella Pra’ di un tempo e allo stesso tempo costruire la Pra’ Futura, bella, seppur in modo diverso, come un tempo.
Bellissima iniziativa, da realizzare sicuramente: ha valore estetico, storico, sociale…non solo un ricordo dei luoghi di cui Guido racconta, con commovente precisione, ma anche, e sopratutto, un OMAGGIO a siti caratteristici, che hanno fatto bella e vivace la Pra’ ante-porto. Un’operazione di simile significato e’ stata l’intitolazione delle passeggiate sulla “berma”, Ai Cantieri ed alle Spiagge, effettuata lo scorso novembre, alla presenza di 250 bimbi della scuola primaria.
Realizzazione che speriamo venga completata dal Centro Civico-Museo di Pra’.
Troppo ben riuscita la scritta “Pra'” sulla Rotonda nei pressi di via Taggia! Gironzolando per il quartiere, se vedi un piccolo capannello, sopratutto donne!, avvicinandoti, senti che l’argomento di conversazione/discussione sono le novita’ dei POR.
A proposito di rotatorie, un’amica mi ha fatto notare che finiscono sulla strada a spigolo vivo,il che potrebbe essere insidioso per i motorini, soprattutto la notte, magari rasentando troppo…Ce n’e’ una molto carina appena dopo la Colletta, una rotonda molto grande, ma digrada perfettamente sfumata sulla strada. Anche esteticamente, mi piace…
Ma quando avremo le targhe, sicuramente le rotonde di via Pra’ saranno un bel vedere.:-)
In effetti, la scritta è molto ben riuscita, piace anche a me. E sugli spigoli penso si potrebbe ancora intervenire. Quel che non mi entusiasma, invece, è la sistemazione a verde. Il “te l’avevo detto” suona saputello ed è sempre irritante, ma, come volevasi dimostrare, una Washingtonia esposta nella precisa direzione del “venticello” che scende dal corridoio di Via Taggia è una scelta assolutamente infelice. Tant’è che la povera e già bell’e sbrindellata, come le sorelle minori. Che dire … con tutto il mondo vegetale a disposizione … chi se ne occupa dovrebbe sapere che le palme della California soffrono le folate di vento intense e prolungate. Sopravvivera’, ma di certo non riempira’ né spazio né occhio. Speriamo si pensi a soluzioni alternative per le altre rotonde. Bella l’idea delle lunette e ottimo l’utilizzo dell’ardesia che va nella direzione di mettere in evidenza le tipicità della nostra bella Liguria.
Come hai ragione Paola…Non avevamo detto di mettere le “Cycas revoluta”?
Sempre belle, sempre palme, ma un po piu’ rustiche!
Non si pretende dagli agronomi civici la competenza di Ippolito Pizzetti, ma un minimo di buonsenso, questo si.
E poi, vorrei sapere che specie sono quegli alberelli, completamente spogli, in evidente riposo vegetativo, che sono posti a margine del parcheggio, qualcuno lo sa?
Elisa, quando sono stati impiantati gli alberi davanti a Villa Laura, ho chiesto lumi e mi è stato detto che si tratta di platani. Mi paiono identici a quelli cui ti riferisci tu. Speriamo attecchiscano e si sviluppino dignitosamente. Anche se il piede non è strettamente cementificato, le alberature inserite su piani pavimentati corrono sempre più rischi che se fossero piantumate in piena terra, come nel Parco. Incrociamo le diita.
Mi pare che la nostra palma evocativa dello stemma di Pra’, quella cui doveva esser dedicata almeno una delle rotatorie sia già tanto malandata da far pensare sia prossima al tracollo. Mi riferisco alla rotatoria di cui parla Elisa, quella in fondo a Via Taggia. Ora, che un certo numero di impianti non attecchiscano è fisiologico, ma ripeto … quale scelta infelice quella di esporre ai “tornado” che scendono dal Branega una pianta per sua natura sensibile al vento! Mi permetto un’osservazione anche sull’aiuola prospiciente lo studio immobiliare, lato destro a scendere di Via Taggia: la colata di lapilli rossi anti-infestanti starà a posto per un po’, finché il vento, le zampe dei cani, i piedi dei ragazzini e tanto altro non li spargeranno intorno. A quel punto, i diversi metri quadrati non vegetati (perché lo spazio è davvero ampio) andranno in pasto alle erbacce, vedi aiuola di Piazza Laura). Ma ora dico … bene il verde verticale, ma lo spazio a terra non si poteva coprire di palme nane che avrebbero ridotto la superficie da infestare? Certo, si tratta forse di pignoleria, magari lo è. Ma, come si è detto, a cornice di tanto lavoro, anche l’occhio (anche a Pra’) vorrebbe la sua parte, soprattutto con un occhio (sempre quello) al futuro e al mantenimento del risultato di tanta fatica. Non ce la facciamo proprio a concepire qualcosa che non sia sempre così risicato, centellinato, ridotto al limite dell’essenzialità???