Un angolo di Sicilia dentro una serra di basilico a Pra’

Giuseppe Bruzzone –

Dopo il successo dello scorso anno è ritornata a Pra’ ” Pellegrinaggi metropolitani”, manifestazione ideata dal Teatro Pubblico Ligure: una impresa teatrale impegnata in rappresentazioni teatrali nazionali e internazionali, festival, mostre d’ arte con l’ intento di valorizzare beni artistici e paesaggistici della nostra Liguria.

Fondato a Genova nel 2007 dal direttore artistico Sergio Maifredi, col sostegno del Ministero della Cultura e del Comune di Genova ha ideato una manifestazione chiamata“Pellegrinaggi metropolitani, passi parole e musica per rammendare i margini” con lo scopo di animare alcune località periferiche di Genova: Cornigliano, Campi Certosa, Pra’ e questo anno in Val Varenna.

Venerdì 22 presso l’ azienda agricola Serre sul mare all’ interno di una modernissima serra alle ore 20,30 il patrun di casa: Stefano Bruzzone e l’ideatore delle serate, il regista Sergio Maifredi, con il presidente del nostro VII Municipio Guido Barbazza hanno salutato il pubblico e spiegato lo scopo dell’ iniziativa, in seguito sul palco contornato da vasi e fioriere col basilico, uno scenario incredibile e inusuale sono saliti: Mario Incudine, cantante, attore, regista, uno dei massimi esponenti della musica popolare siciliana autore di colonne sonore e vincitore di premi della critica e Antonio Vasta diplomato al conservatorio in piano, fisarmonica,virtuoso della zampogna che collabora con noti cantanti e artisti teatrali: Camilleri, Moni Ovadia, Francesco De Gregori.

Il duo ha portato in scena lo spettacolo concerto’ Anime Migranti’, una corale sulla fratellanza tra i popoli scritto e musicato da Mario Incudine su testi di Mariangela Vacanti, con diversi racconti di migranti siciliani simili alle storie purtroppo che assistiamo in questi momenti tra le coste africane e la nostra penisola in un mare che è un cimitero di tante sconosciute persone.

Mario Incudine accompagnato dal maestro Antonio Vasta ha iniziato la serata con un elogio al basilico, una pianta che lega la nostra terra alla loro; entrambi sono siciliani di Enna, la parola basilicò (con l’ accento) in Sicilia entra in tanti discorsi: d’ amore,di amicizia, di complimenti.

Lo spettacolo è stato cantato e recitato splendidamente dal duo, Antonio Vasta alla fisarmonica e piano, Mario Incudine chitarra e voce dopo l’ elogio del basilico ha iniziato una scaletta in crescendo di brani siciliani briosi e alcuni tristi. In inizio la canzone del pesce spada di Modugno poi il canto molto struggente della tragedia del disastro nella miniera di Marcinelle dove perirono piu di 260 minatori la metà quasi tutti dell’ Italia del sud ‘lu trenu de lu suli’: la famiglia di un minatore mentre prende il treno per raggiungerlo in Belgio sente alla radio il nome dei deceduti tra cui il marito e padre; canto molto struggente da lacrime come il canto del migrante siciliano in navigazione verso l’ America ‘Novu Mummu’

Incudine formatosi suonando l’ organo in chiesa racconta i vari parroci che si sono succeduti in parrocchia con ironia, come anche la serenata a un a futura sposa fedifraga che finisce con tutto il paese di Calascibetta in zuffa.

Incudine è un mattatore; fa cantare gli spettatori in siciliano ‘Rosa fu l’ unica che mi piaciu sulu delisia du core miu’ dividendo la platea in due con riposte alternate, molto divertente e poi per bilanciare si mette a cantare ‘ Trilli Trilli’ in genovese, non sfigurando.

Spettacolo veramente da premio, chiuso col bis dedicato a … Fabrizio De Andre’. Impastato ha tradotto in siciliano la canzone “Bocca di Rosa” trascinante e briosa, come si dice da ‘standing ovation’.

Finito lo spettacolo dalla rosa si è passati al basilico, gli spettatori circa cento cinquanta all’ interno della serra hanno degustato le trofie al pesto; una sorpresa piacevole e in uscita ricevuto un grazioso omaggio: una confezione di pesto. Grazie al Teatro Ligure, al Municipio VII, alla famiglia Bruzzone- Ferrari per il posto suggestivo; hanno creato e dilettato una piacevole serata, gli spettatori sono usciti dalla serra col sorriso sulle labbra guardando il profilo del territorio del VII Municipio definito all’ inizio dello spettacolo da Guido Barbazza… la nostra riviera verde. ‘C’era una Sicilia che ha visto partire, c’è una Sicilia che vede arrivare, Questa è la Sicilia che si mette a cantare’