Luciano Bozzo #
Continua questa estate davvero anomala che ci ha consegnato fin qui ben poche giornate veramente estive di sole e di caldo e che al contrario ha portato spesso pioggia e maltempo.
Quanto accaduto nella tarda mattinata di martedì 19 agosto è però qualcosa di realmente insolito e del tutto inconsueto in questo periodo di metà agosto dalle nostre parti; tra le 11 e le 12 e 30 una autentica tempesta si è abbattuta sul Ponente genovese flagellando il litorale e l’interno con un muro d’acqua continuo e poderoso e venti di inaudita violenza e gonfiando in brevissimo tempo i rivi ed i torrenti. Al termine del nubifragio il Branega, subito a monte del campo sportivo ribolliva di spuma e di rabbia come raramente si era visto prima e sembrava uno di quei torrenti prepotenti ed impetuosi di montagna in cui si svolgono gare di canoa o di rafting ed anche il Rio San Pietro ha accresciuto velocemente la sua portata senza però causare particolari danni. La tempesta, dopo aver tenuto in scacco il Ponente per oltre un’ora, è poi svanita altrettanto in fretta di come si era materializzata cedendo lo spazio ad un pomeriggio di sole ma lasciando allagamenti, fango e detriti sulle strade come segno del suo passaggio. Ma la giornata verrà ricordata a lungo per l’incredibile numero di trombe d’aria che si sono formate sul mare nel breve volgere di pochi minuti; uno dei soci della Società di pesca sportiva Palmarese ci ha raccontato di averne visto almeno una ventina dalla sua abitazione di Voltri mentre qualcun altro sul Secolo XIX parla addirittura di trenta trombe d’aria avvistate a cavallo di mezzogiorno. La maggior parte di queste per fortuna si sono consumate ed esaurite in mare dopo aver dato vita ad una impressionante e paurosa danza ben lontane dalla costa in direzione dell’orizzonte ma alcune tra queste si sono invece indirizzate verso terra dove hanno portato danni e paura.
Sono state colpite in particolare le zone di Pegli-Multedo e soprattutto di Arenzano ma una tromba d’aria ha anche toccato la costa di Pra’ portando non pochi problemi e numerosi danni al nostro territorio.
“Una scena davvero incredibile; dalla finestra di casa avrò contato oltre una decina di trombe marine di dimensioni impressionanti e tutto in meno di mezzora all’incirca intorno a mezzogiorno” ci racconta Alberto Puppo, che ci ha anche gentilmente fornito la foto della tromba d’aria che si è poi abbattuta su Pra’. “Quasi tutte si sono formate in mare e si sono poi esaurite in pochissimo tempo ma un paio di queste hanno interessato più da vicino la costa. Una prima tromba d’aria si è formata vicino all’imboccatura di Ponente del porto tra Voltri e Pra’ ma non mi pare che poi abbia toccato terra mentre la più grande di tutte, davvero enorme la si è potuta vedere per lungo tempo stazionare in mare davanti a Multedo. Poi, pur rimpicciolendosi si è diretta verso Pra’, ha sfiorato il relitto della Costa Concordia ed è entrata nel Canale di Calma tra il porto e la riva. Ha percorso praticamente il canale facendo volare alberi, lamiere ed ogni cosa che incontrava sul suo cammino ed aspirando vorticosamente l’acqua del canale al suo passaggio. Ha sfiorato la sede del Gruppo Sportivo Speranza ed ha poi scoperchiato una parte del telone di copertura della piscina. Ho proprio visto questo grosso telone sollevato in aria e poi spinto verso la linea ferroviaria; qui deve avere toccato i cavi elettrici perchè ho visto una specie di fiammata accompagnata da un rumore di scarica elettrica.” Ed in effetti la linea ferroviaria è stata poi interrotta per alcune ore a seguito di questo e di altri problemi verificatisi tra Voltri e Sestri.
La prima zona in cui la tromba d’aria ha toccato terra è stata quella di Longarello che è anche una delle zone di Pra’ ad aver subito i danni maggiori.
Il Signor Tortomasi, Presidente della A.S.D. Longarello ha visto bene tutta la scena che è stata anche ripresa dalle telecamere di sorveglianza attive presso la società sportiva. “A lungo abbiamo osservato questa tromba d’aria gigantesca che si era formata credo all’altezza del Porto Petroli di Multedo. Ad un certo punto ha iniziato ad avvicinarsi in questa direzione e si è praticamente disintegrata; peccato che poi la parte residuale abbia continuato a venire verso di noi con una furia devastatrice incredibile. Era appena passato mezzogiorno quando la tromba marina è entrata nel canale di Calma ha costeggiato il lato della pista ciclabile per circa 150 metri muovendosi da levante verso ponente, poi improvvisamente ha attraversato il canale ed ha investito in pieno gli spazi e le barche della nostra società. Abbiamo giusto avuto il tempo per scappare con l’auto e rifugiarci nel sottopasso della ferrovia vicino alla stazione. Due barche sono state letteralmente sollevate e ributtate in acqua dove sono affondate insieme ad una terza imbarcazione ed il tetto del gazebo sulla passeggiata è stato sollevato e trascinato via dalla forza del vento. Il tutto sarà durato 10-15 secondi non di più. Il ciclone ha investito poi la pensilina della ferrovia e quindi la zona della stazione: abbiamo visto volare di tutto, nugoli di oggetti, lamiere divelte ed accartocciate, grondaie risucchiate e schiacciate come fossero lattine di birra. Ma la cosa più incredibile è che la furia dell’aria ha rotto tutti i pontili sganciandoli dal fondale a cui sono incatenati e li ha spostati di almeno 7-8 metri verso Ponente insieme a tutte le barche ormeggiate che hanno subito diversi danni così come molte delle cime che le tenevano legate a terra. Dalle immagini registrate si vede chiaramente tutto questo disastro creato dalla tromba d’aria in pochissimi secondi. Per fortuna che almeno qui non si è fatto male nessuno.”
Nel tardo pomeriggio sono intervenuti due sommozzatori impegnati a riportare a galla una delle imbarcazioni affondate ed a valutare i danni causati nella parte sommersa dei pontili e della banchina.
L’altra area particolarmente colpita è quella del piazzale della stazione ferroviaria che è stata investita dal ciclone per seconda, subito dopo la zona a mare di Longarello. La scena qui nel pomeriggio presentava cancellate infrante e schiacciate verso il muro, un albero abbattuto così come abbattuto appariva anche il pesante casotto di metallo dei servizi igienici a fianco del capolinea degli autobus, autovetture sfondate e dai vetri infranti, grosse lamiere divelte, accartocciate e sparpagliate per il piazzale.
La barista del chiosco-bar “La Dolce Vita” ci fa notare due vetrate del locale infrante dalla rabbia del vento e ci racconta di oltre una trentina di auto distrutte o seriamente danneggiate. Lei non era presente nel momento in cui la tromba d’aria si abbatteva sul piazzale ma le hanno raccontato di una scena allucinante in cui si vedeva volare di tutto e di attimi vissuti di vera paura. Un uomo è rimasto ferito ad un braccio per essere stato investito da un pezzo di lamiera e suo padre, che in quel momento si trovava all’interno di una delle auto distrutte dal ciclone è riuscito a mettersi al riparo in tutta fretta all’interno del bar e ad evitare brutte conseguenze.
Altri danni si sono registrati anche nelle zone immediatamente a ponente. Per tutto il pomeriggio i soci e gli atleti del Gruppo Sportivo Speranza hanno dovuto recuperare imbarcazioni, canoe e carrelli trascinati in acqua dalla tromba d’aria, prima di poter passare a fare una più attenta conta dei danni subiti.
Tutto il “controcanale” che ospita decine di imbarcazioni ormeggiate tra il Rio San Pietro e Palmaro appare parzialmente interrato dalle enormi quantità di fango, rami, fogliame e spazzatura varia che la corrente dei torrenti ha trascinato a mare unitamente al passaggio della tromba d’aria.
Accanto alla piscina di Pra’, come detto, solo in piccola parte scoperchiata, molte lastre di ardesia di copertura del tetto dell’edificio che ospita la sede di “Pra’ Viva” sono state staccate e fatte precipitare a terra ed un piccolo albero è stato abbattuto.
Mario Mastroianni, Presidente della Società di Pesca Palmarese lamenta i danni subiti da una trentina di barche che si trovavano a terra al momento del passaggio della tromba d’aria mentre intorno sulla passeggiata si possono vedere alcuni altri piccoli alberi e piante cadute.
Questa nostra perlustrazione lungo il litorale praese per verificare i danni e le conseguenze subite si conclude subito prima della foce del Rio Branega alla vista di un grosso telone di platica giallo che il vento ha sospinto fin sulla cima di un albero.
In conclusione vista la violenza e la quantità dei fenomeni atmosferici, non propriamente estivi, a cui abbiamo dovuto assistere, e fatti salvi i danni subiti indubbiamente ragguardevoli sia a Pra’ che ancor di più negli altri territori vicini, sembra che si possa tirare comunque un sospiro di sollievo visto che, a quanto sentiamo, non ci sono state né vittime né feriti gravi, il che, in effetti, ha quasi del miracoloso.
E ora si spera che l’estate torni finalmente a fare il suo dovere e ci conceda giornate ben più serene e soleggiate di questo martedì 19 agosto 2014.
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