Luciano Bozzo #
Il 22 maggio di un anno fa moriva a Genova Don Andrea Gallo, “il prete di strada”, una figura di fondamentale rilevanza per Genova e per l’Italia, uno straordinario esempio di carità cristiana e al contempo di grandissimo e costante impegno civile, sociale e culturale.
Ad un anno di distanza la Comunità di San Benedetto al Porto, da lui fondata e guidata per tanti anni, ed il giornale “Il Fatto quotidiano” hanno voluto ricordarlo organizzando insieme al “Consorzio Area Pianacci” una due giorni di incontri, dibattiti e spettacoli che sono andati in scena sabato 17 e domenica 18 maggio al Palacep di Pra’. E non è un caso che si sia scelto proprio il Palacep per questo importante evento poichè questa zona, l’Area Pianacci ed il sestiere di Cà Nuova sono uno dei luoghi di Genova che più il “Gallo” amava e che più volte lo ha ospitato amorevolmente negli ultimi anni. Qui Don Gallo veniva sempre volentieri sia che si festeggiasse il suo compleanno tra l’affetto e la grande partecipazione della gente del quartiere e di tutta Pra’, sia che volesse essere presente e dare il suo contributo ad una serata di solidarietà; qui si sentiva un po’ come a casa. Lui che alle luci abbaglianti della società dei ricchi e dei potenti ha sempre preferito l’oscuro lavoro al servizio degli umili e per il riscatto degli ultimi, dei diseredati, degli emarginati vedeva in questo angolo di città il segno del possibile riscatto delle periferie e delle zone più povere di Genova grazie alla volontà ed all’impegno di chi vi abita. Il legame tra Don Andrea Gallo ed il Cep era stato sancito nell’agosto del 2010 in occasione del Concerto dei Subsonica per i 40 anni della Comunità di San Benedetto al porto , ed era proseguito l’anno seguente quando a luglio il Don aveva festeggiato qui al Palacep i suoi 83 anni in compagnia di tanti amici e di tanta gente, ad iniziare da Carlo Besana, anima della Pianacci ed uno dei principali artefici e motori della rinascita del quartiere per proseguire con i giornalisti della redazione de “Il fatto quotidiano”: Antonio Padellaro, Marco Travaglio, Ferruccio Sansa e con artisti del calibro di Gino Paoli, Moni Ovadia, Dori Ghezzi e poi ancora Adriano Celentano, Biagio Antonacci, Beppe Grillo quando il Don era tornato pochi mesi dopo non volendo mancare ad una serata di beneficenza voluta da Beppe Grillo per raccogliere fondi a favore delle vittime dell’alluvione che aveva colpito Genova nel novembre del 2011.
“Sulle orme di Don Gallo” è il titolo di questa due giorni che ha visto arrivare al Palacep tanti nomi importanti della scena nazionale. Si è cominciato sabato mattina con il vignettista Vauro, Cinzia Monteverdi del “Fatto Quotidiano” e le tante testimonianze di quanti lo hanno conosciuto ed amato o di chi all’interno della Comunità di San Benedetto ha potuto lavorargli a fianco, a contatto giorno per giorno con la sua straordinaria umanità e la sua inesauribile verve; i video-ricordi di artisti affermati come Vasco Rossi, Fiorella Mannoia, Paolo Rossi e tanti altri si sono intrecciati ai mille aneddoti raccontati dagli ospiti presenti.
Il pomeriggio, a cui abbiamo assistito con grande piacere, ha visto sul palco Maurizio Landini, Segretario nazionale della FIOM-CGIL; insieme ad Andrea Baranes di Banca Etica e Andrea Bellardinelli di Emergency ha dato vita ad un interessante dibattito toccando i temi del lavoro, della crisi, della precarietà, dei disastri creati da una finanza cresciuta a dimensioni ipertrofiche e della possibilità di inseguire invece un’economia maggiormente rispettosa dei diritti delle persone e dell’idea di giustizia sociale. Landini è apparso critico nei confronti del Piano sul lavoro che il governo sta mettendo a punto e che a suo giudizio rischia di accettare e perpetuare quella precarizzazione del lavoro che rappresenta uno degli aspetti peggiori e più disgreganti della nostra società. Georges Tabacchi, Direttore della “Biennale della Prossimità” ha fatto conoscere l’iniziativa che si terrà a Genova a metà ottobre, dedicata alle persone, ai loro bisogni e a come le comunità locali possono essere in grado di rispondere alle esigenze ed alle necessità degli individui grazie ad iniziative che nascono dal basso: i cittadini diventano risorsa l’uno per l’altro e possono costruire insieme risposte per tutti. Cooperative, associazioni, gruppi di persone propongono luoghi di acquisto a basso costo, che sono anche centri di socialità, luoghi di attivismo, spazi per la ricerca del lavoro e molto altro. La Biennale della Prossimità raccoglierà queste idee ed esperienze della società civile che stanno scrivendo un pezzo della società di domani.
Lo scrittore Maurizio Maggiani ha stregato il pubblico con un intrigante e gustoso monologo; ha attraversato il corso della storia per raccontare l’evoluzione dell’idea di Europa, a partire dall’origine del nome che affiora dalla antica mitologia greca, proseguendo poi per secoli di guerre, rivoluzioni e contro-rivoluzioni, strenue lotte per l’indipendenza delle nazioni e dei popoli e per il riconoscimento dei diritti umani, svelando curiosi retroscena sulla popolarità ed il carattere di alcuni degli eroi del Risorgimento italiano ed approdando infine alle speranze ed alle idee forti che hanno caratterizzato la nascita dell’Unione Europea nella seconda metà del Novecento.
Un applauditissimo Marco Travaglio ha riportato l’attenzione sull’attualità politica italiana e sulle vicende degli ultimi vent’anni. Nel suo lungo monologo dal titolo “Siamo giornalisti o corazzieri” Travaglio ha esposto i fatti, le tesi e le interpretazioni che si possono leggere nei suoi recenti libri “Viva il re” e “E’ stato la mafia” ed ha affrontato, con la consueta conoscenza capillare ed enciclopedica dei fatti e la tagliente ironia al vetriolo che lo contraddistingue, i temi della trattativa tra Stato e Mafia negli anni novanta del secolo scorso, e della figura e dell’operato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano evidenziandone gli aspetti critici, negativi, contraddittori . Non ha voluto poi certo risparmiare le accuse contro i limiti e i difetti di una bella parte del giornalismo italiano, troppo disinvoltamente prono ed asservito al potere, pronto a coprirne e occultarne malefatte e miserie, né ha voluto trascurare i tanti episodi di corruzione e le continue ruberie che si susseguono ininterrotte all’interno della classe dirigente italiana dai tempi di “Mani Pulite” e anche da prima senza che davvero si sia voluto mai contrastare sul serio questo malcostume nazionale sempre più debordante e nauseante.
A seguire, il dibattito “Chi ama la Liguria protegge la sua terra” in cui i giornalisti Ferruccio Sansa, Marco Preve e Pierfranco Pellizzetti hanno puntato i riflettori sugli intrecci tra politica, affari e malaffare nella nostra regione, intrecci e connivenze perverse che hanno portato alla devastazione del territorio e della politica in Liguria in una profusione inarrestabile di cemento, mazzette e spreco di denaro pubblico. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti e le vicende politiche e giudiziarie legate al porto turistico di Imperia, al Parco delle Cinqueterre, a quello che doveva essere il Parco tecnologico di Erzelli oltre che alla questione tragicomica dell’uso personale dei rimborsi ai gruppi consiliari in Regione sono molto probabilmente solo la punta dell’iceberg di una realtà che interessa e coinvolge trasversalmente forze politiche diverse ed apparentemente tra loro conflittuali e che ha causato la cementificazione scriteriata, devastante e scellerata del nostro territorio.
Domenica 18 maggio il programma è proseguito con una spassosa intervista del comico Dario Vergassola al Direttore del “Fatto quotidiano” Antonio Padellaro e con dibattiti sui temi “Politiche sulla droga e carcere” e sul diritto alla diversità di gay, lesbiche e transessuali ovvero su argomenti che stavano molto a cuore a Don Andrea e per i quali egli si è sempre prodigato e speso sia intervenendo con decisione nell’ambito della discussione culturale sia nell’aiuto concreto a persone frettolosamente considerate sconfitte ed emarginate da una morale comune fin troppo facile e superficiale nel giudicare, emettere sentenze e condannare all’esclusione sociale. Di fronte all’emarginazione ed alla condanna riservata ai tossicodipendenti, ai gay, ai transessuali ed a coloro in genere considerati come diversi la risposta di Don Gallo è sempre stata quella dell’accoglienza, dell’ascolto, della mano tesa a dare aiuto e riconoscere piena dignità e pieno diritto di cittadinanza. Ospiti di questi dibattiti tra gli altri Ilaria Cucchi, Franco Grillini di Arcigay, Rossella Bianchi di Associazione Princesa.
In programma anche un interessante confronto ed uno sguardo d’insieme sulle elezioni europee a pochi giorni dal voto con interventi di Antonio Padellaro, Peter Gomez, Carlo Freccero, Marco Revelli e Don Paolo Farinella.
Nelle serate di sabato e domenica hanno trovato spazio due spettacoli gratuiti: un estratto dello spettacolo “Le cattive strade” dedicato a Fabrizio De Andrè, realizzato da Andrea Scanzi e Giulio Casale e presentato da Dori Ghezzi, ed un omaggio a Don Gallo con la partecipazione acustica di Cisco, già musicista dei Modena City Ramblers.
Nel corso delle due giornate i diversi punti di bar e ristoro gestiti dalla Comunità e le aree verdi e gli spazi riservati ai bambini subito fuori dal tendone del Palacep hanno consentito a pubblico e partecipanti di vivere nel modo migliore i tempi a disposizione tra un evento e l’altro.
Grazie all’impegno ed all’ottima organizzazione assicurati da Pianacci, Comunità di San Benedetto e Fatto Quotidiano Pra’ e Cà Nuova in particolare sono stati per due giorni al centro di un evento culturale di grande portata e di momenti di forti emozioni nel ricordo e nel nome di Don Andrea Gallo.
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