La Redazione – Riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente lettere, giunta in Fondazione per conoscenza dalla lettrice che l’ha inviata ovviamente, a chi di competenza, in particolare Municipio ed AMIU.
La Stradina pedonale Comunale di via della Torrazza – Prà, in attesa di asfaltatura 
che si protrae da sette anni, necessita urgentemente di seria Manutenzione, con la massima priorità, AMIU risponde che i lavori di pulizia sterpaglie è stata eseguita a giugno e che non intende fare altra manutenzione per l’anno in corso. Invito le S.V. a fare un sopralluogo e verificare che se è stato svolto intervento di manutenzione, è certamente con scarsa professionalità. L’erba in alcuni punti è rimasta alta già da giugno e lungo la stradina vi sono rami secchi non rimossi.
I punti luce sono oscurati dagli alberi non potati. Le giornate si stanno accorciando e viene buio presto.
In attesa di Vostra sollecita e concreta risposta porgiamo distinti saluti.
Giuliana Verrando
Supra’tutto non poteva evitare di dare voce a questa importante segnalazione, peraltro documentata dalle immagini in calce. Non dimentichiamo che la strada viene 
utilizzata da molte famiglie residenti, ed e’ fondamentale la messa in sicurezza, anche alla luce della stagione delle piogge che incombe, e come purtroppo ben sappiamo, non manca mai di fare seri danni al nostro territorio, Pra’ e Genova tutta.
Analogamente, si pone in luce la situazione di degrado nella pulizia del rio Branega: pure qui, una foto piu’ eloquente di qualsiasi parola ci illustra lo stato delle cose: il canneto e’ impenetrabile, il greto del torrente e’ inghiottito, nemmeno si vede.
Era stato riferito, come risposta alle passate rimostranze, che “essendosi creato un habitat naturale, per l’appunto il
canneto, non si poteva toccare, visto che ospita anche varia fauna”. La cosa potrebbe suscitare ilarita’, ma chi abita nei pressi magari teme che forti piogge ed alluvioni creino problematiche ahime’ gia’ viste…naturalmente la bellissima colonia di anatre selvatiche va protetta, ma in tale folta vegetazione, non mancano robusti ratti ed altre amenita’.
Entrambi i provvedimenti (asfaltatura di via della Torrazza e bonifica del rio Branega) vanno portati a termine con una certa urgenza e radicalita’. Ringraziamo in anticipo gli enti preposti che se ne faranno carico.
Per quanto riguarda il Torrente Branega, il problema della mancata pulizia del suo letto riguarda l’intero percorso del Rio e non solo il suo tratto focivo. La situazione è verificabile da chiunque abbia voglia di fare una passeggiata, risalendone il corso. La massa di detriti che piomba a valle in caso di forti piogge si forma a monte e s’ingrossa strada facendo, secondo il meccanismo della “valanga”. Per cui è riduttivo auspicare di vedere operai e ruspe alla sola foce del Torrente. Che va assolutamente ripulita dai sedimenti e dalla vegetazione che l’ha letteralmente colonizzata, questo è ovvio. La questione dell'”oasi naturale”, che pure mi sta molto a cuore, suona come “alibi” per un’inerzia che rischia di far danni tanto seri quanto ripetuti … oppure dimostra l’incapacità di saper coniugare la protezione di un luogo ricco di effettive valenze naturali con le opere necessarie alla prevenzione del rischio idrogeologico. In altri Paesi, dove entrambe le condizioni sussistono e convivono perfettamente, non si lascia che le foci dei corsi d’acqua, piccoli e grandi, si trasformino in giungle amazzoniche e, laddove accada, eventuali colonie di animali vengono preventivamente e semplicemente trasferite in ambienti simili, con buona pace delle stesse, del buon senso e della coscienza degli uomini. E con soddisfazione (almeno dovrebbe) anche di certi animalisti “a prescindere”. Io sono un’animalista convinta. Nel senso che applaudo Gandhi quando sostiene che il grado di civiltà di una comunità umana si misura dal modo in cui tratta gli animali, ma non tanto da perdere di vista la logica e la razionalità. Altrimenti, la cosa fa sorridere e, soprattutto, fa danni. A tavolino, la soluzione si trova e si progetta. Nel concreto, bisogna metterla in atto e velocemente, visto il periodo dell’anno … speriamo non sia una questione di costi o di carenza di braccia. Delle seconde, solo a volerle impiegare, ne avremmo in quantità e i primi vanno affrontati razionalizzando la tabella degli interventi pubblici con un occhio alla scala delle priorità. Altrove, è un “modus operandi” consolidato e del tutto “normale”. Qui … ? Continuiamo a non perdere la speranza in un cambiamento, ma solo per essere positivi.
Concordo con le puntuali e documentate osservazioni di Paola.
Provo amarezza e sconforto, nel vedere l’incuria umana farla da padrona sul nostro territorio.
Gli esempi del Fereggiano non sono incoraggianti, la Liguria tutta e Pra’ non fa eccezione, ha una configurazione idrogeologica estremamente fragile e necessaria di sorveglianza e manutenzione assidue. Anche noi dobbiamo fare la nostra parte, non abbandonando detriti come carcasse di vecchi mobili ecc.ra (li ho visti!) nei greti dei corsi d’acqua, che calerebbero a valle con forza devastante in caso di forti piogge.
Utilizzare le risorse anche dei migranti, come si sta facendo a Villa de’ Mari, e’ cosa buona e praticabile. Sarebbe benefica anche per costoro, che avrebbero un occupazione, si renderebbero utili e potrebbero avere un incentivo economico.
Insomma, noi segnaliamo e poi, speriamo sempre che le cose vadano a buon fine!
certo la manutenzione una volta sola se no si stancano troppo . ma si e’ mai vista una cosa del genere? la manutenzione lo dice la parola stessa va fatta tutte le volte che necessita.