Guido Barbazza-
«Le origini e il cuore a Pra’, sulla goletta», titolava così un articolo pubblicato il 16 Dicembre 1986 sull’allora “Corriere Mercantile”, per ricordare la storia della “Boero & Farina”, storica società di costruzioni e forniture navali genovese, nel quale campeggiava la foto di una elegante goletta in legno che, il giorno del suo varo, nell’agosto del 1963, scivolava in mare dalla spiaggia di Pra’. Quello fu uno degli ultimi vari di navi a vela dalla spiaggia di Pra’, che, dopo aver visto per secoli scivolare nelle sue acque cristalline centinaia e centinaia di eleganti 
golette, brigantini e brigantini a palo, che hanno solcato tutti i mari del mondo, e poi robusti rimorchiatori e pescherecci, tutti rigorosamente in legno massiccio, è stata purtroppo inghiottita dalla discarica portuale per realizzare il Porto di Pra’. Tanta, tanta acqua è scorsa sotto la carena della “Gloria”, da quando ha ricevuto il battesimo nelle acque praesi. La troviamo ad esempio alla regata delle vele d’epoca di Imperia nel settembre del1989, poi nell’aprile del 1992 insieme alle “Tall Ships”, arrivare fino a Montecarlo nella “Regata Colombiana” tra Italia ed America nell’ambito delle celebrazioni per in cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America, in occasione dell’ “Expo”. Infine, la goletta praese figura ancora tra le signore della vela ad Imperia nel settembre del 2006. Il cantiere “Boero & Farina” non era uno degli storici “scaletti” praesi, quelli dei brigantini e dei pescherecci, pare si trovasse di fianco ai cantieri “Mostes”, ma è passato agli annali, almeno quelli praesi, per aver costruito la goletta in quel di Pra’. Il moto-veliero, della lunghezza di oltre 14 metri fuori tutto, 22 tonnellate di stazza lorda e ben 144 metri quadri di superficie velica, costruito su progetto dell’ingegner Franco Harrauer, risulta gravemente danneggiato da un incendio solo pochi anni dopo il varo e ricostruito dal meastro d’ascia Olivari nei cantieri di via Cibrario, in quel di Sestri Ponente. Così “la 
Gloria” nonostante lo sfortunato evento ritornò ad essere bella come prima, con le sue linee classiche, il suo robusto scafo in legno massiccio, “all’antica”, i suoi due alberi slanciati che portano e sorreggono le due grandi vele auriche, le due “rande”, che la rendeno una goletta a tutti gli effetti. Pensate che gli osteriggi sono dotati di vetri piombati realizzati dal “Bottaro” l’allora vetraio della Cattedrale di San Lorenzo, e l’elegante goletta è stata più volte utilizzata per servizi fotografici di moda, ospitando sulla sua coperta avvenenti modelle. Il nome, “Gloria” sembra fu conferito dal primo proprietario, che pare fosse l’industriale padrone del famoso marchio “Scottex”, in ricordo della giovane figlia, scomparsa prematuramente. Secondo le ferree tradizioni marinaresche, nessuno dei proprietari che si sono poi susseguiti si è mai azzardato a cambiarlo, visto che, come noto, tale pratica è da evitarsi in quanto foriera di sfortuna e cattive navigazioni. In questi giorni, però, la Gloria si trova a navigare in acque tempestose, che ne potrebbero mettere a rischio la stessa sopravvivenza, dopo ben 53 anni di onorato servizio. Come ci ha spiegato il signor Antonio Pagano, attuale proprietario dell’imbarcazione, «la Gloria ci ha dato grandi soddisfazioni marinaresche fin dal momento dell’acquisto, nel 1982, ma purtroppo da tre anni l’imbarcazione si trova a secco, presso il cantiere “Cecar” di 
Sestri Ponente e, non disponendo più nè del tempo libero nè essendo più disposto a sostenere i costi per mantenerla e per l’affitto dell’ormeggio, sto cercando potenziali acquirenti per evitare che, a breve, possa essere demolita dal cantiere stesso per liberare gli spazi occupati». Già anni fa attraverso le pagine de “Il Praino” fu lanciata la proposta di posizionare una nave d’epoca, e che avesse qualche collegamento storico con Pra’, a fare bella vista di sè e ad arricchire il look del “Waterfront” praese. E se fosse proprio la Gloria l’occasione giusta ? Se potesse diventare una nave scuola per giovani velisti, con ormaggio fisso nel canale di calma di Pra’ ? Sarebbe fantastico, con un altro pezzetto di Pra’ e della sua storia che, come una tessera di un antico mosaico, ritorna al suo posto. Idee cercasi.
La Goletta “Gloria”, come tutte le grandi navi, ha un’anima che sarebbe fantastico mantenere viva a Pra’…grazie di averci fatto conoscere questa opportunita’, confidiamo nelle idee e nel cuore di chi ama il mare e le imbarcazioni storiche.
Bellissimo articolo, letto d’un fiato. Che vergogna, di questo gioiellino praese io non conoscevo nemmeno l’esistenza e, ancora una volta, sono contenta del ruolo che svolge Suprattutto. Tra le tante prerogative, anche scrigno prezioso di memorie che dobbiamo custodire con amore. Ancora grazie dell’impegno, anche in questo senso.
Di “waterfront”, ultimamente, a Genova, si parla molto. Sostanzialmente, il concetto prese l’avvio con la riqualificazione dell’area portuale oggi corrispondente al Porto Antico e ha continuato a svilupparsi negli anni con le idee, gli studi e gli approfondimenti che hanno portato, fra l’altro, al “Blueprint”. Dono di Renzo Piano a Genova e “per Genova”, perché la nostra bella città, nel dover rispondere a un’esigenza di riordino, funzionalità e recupero anche paesistico degli spazi, ritrovi il suo affaccio al mare. Che dì Genova è il vero cuore pulsante, oltre che motore propulsivo. La cosa già è bella ed entusiasmante di per sé. Il valore aggiunto è che oggi si parla del “waterfront” del Ponente, in particolare di Pra’. Come dimostrano le ipotesi studiate e proposte dall’Università. Questa è la riprova che il vento è cambiato e che stiamo uscendo dal grigiore, anche metaforico, in cui abbiamo languito per decenni. Se in questo nuovo corso, se nella fantastica onda di energia positiva che sta cambiando il volto della nostra Delegazione, riusciamo ad inserire anche il recupero di testimonianze del nostro passato e delle sue eccellenze, come la “Gloria”, credetemi, possiamo fare di Pra’ un luogo speciale. Un luogo ben connotato, con una sua identità, capace di coniugare storia, tradizione e modernità. Ben venga la “Gloria” nel canale, l’idea mi piace moltissimo. Non so come potrebbe funzionare tecnicamente questo passaggio, se e quali oneri comporterebbe. Intanto, trattandosi sicuramente di un bene storico, ci si potrebbe informare se, in quanto tale, ci sono contributi per un suo recupero e per la sua riutilizzazione. Francamente, ne dubito. Ma si può indagare. Forse, si potrebbe pubblicizzare la cosa e tentare di reperire uno sponsor, magari qualcuno che operi nella nautica o nell’ambiente sportivo della vela … velocemente, però. Abbiamo perso beni di valore inestimabile per liberare aree che non potevano più ospitare bellezze irripetibili, ma in decadenza e, soprattutto, improduttive.
Bravissimo, Guido. Grazie!
Buongiorno sono un nativo del posto inanzitutto e grazie veramente di cuore per quello che fate con serieta’ ed alta competenza .In riferimento alla rotonda sita in via taggia chiedo alla redazione che venga fatto qualcosa a breve per sostituire quelle cadaveriche palmette e piante a basso fusto oramai secche che danno ina immagine alquanto obsoleta di pra’ visto che vi e’ la scritta Pra’ in blocchetti di porvido che identifica la nostra delegazione.. E’ una immagine veramente sinistra e non da lustro alla nostra amata Pra’. vi prego fate qualcosa poca spesa tanta resa ..