Redazione –
Il presidente del porto di Genova Paolo Emilio Signorini spiega a Primocanale come intende dialogare con i cittadini di Prà che gli hanno scritto, e continuano ad inviare mail anche ai media, per chiedere che non ci siano opere invasive nel loro quartiere per quanto riguarda i cantieri per costruire i cassoni della nuova diga foranea.
Alessio Ponte –
La Nuova Diga di Genova sarà una infrastruttura, unica al mondo caratterizzata da innovazione e sostenibilità nei processi costruttivi (https://www.webuildgroup.com/it/media/comunicati-stampa/webuild-si-aggiudica-nuova-diga-foranea-di-genova-928-milioni-di-euro) ed è indubbiamente un’opera strategica per lo sviluppo della città. Peccato che l’innovazione non abbia contaminato anche le relazioni tra cittadinanza, territorio e Autorità di Sistema Portuale MLO. Così il Presidente Signorini (sempre a mezzo stampa), nella sua intervista a Primocanale, parla già di mitigazione e compensazione a fronte di non meglio precisate “lavorazioni” nell’area del bacino portuale di Pra’ ma, a quanto pare già decise ancora una volta senza il coinvolgimento dei cittadini.
Ancora una volta, chiediamo che ci sia trasparenza nelle decisioni e coinvolgimento dei cittadini sia diretto sia attraverso i propri rappresentanti ed il fatto che “tutte le grandi opere in Italia hanno avuto vicende simili” non ci consola dall’evidenza che a subire sia sempre il Ponente ed il territorio di Pra’ in particolare. Se è vero che le parole sono importanti, la definizione di “INVASIVO” attribuita da Signorini al Parco delle Dune in fase di realizzazione la dice lunga sulla visione distorta e discutibile di come una infrastruttura strategica debba relazionarsi con i cittadini del territorio su cui insiste. Detta così sembra quasi che a disturbare siano i cittadini! Anche di questo vorremmo poter discutere con AdSP ed il Sindaco quando raccoglieranno l’invito del Municipio VII Ponente.
Ma i sacrifici li devono fare sempre gli stessi con che coraggio lo dice Signorini
Quando ho ascoltato le parole di Signorini sono rimasta allibita: ma come, non è davvero mai sufficiente il grandissimo sacrificio che noi a Ponente e a Pra’ in particolare abbiamo fatto e continuiamo a fare? Ma lo sa Signorini che fare due punti di elettrificazione a fronte di quattro è già una presa in giro? Lo sa il Presidente Signorini che se le navi non utilizzano neanche questi due punti per alimentarsi elettricamente da terra la presa in giro aumenta ancora fi più? Lo sa il Presidente che il nuovo Parco delle Dune è servito sì per proseguire la mitigazione dei disagi del porto, ma anche per sistemare quei mucchi di materiale inerte che non sapevano dove sistemare?
E adesso di nuovo dovremmo essere noi Praesi, insieme ai vicini Pegliesi a sopportare un nuovo grandissimo PESO? Mancassero le aree a disposizione potremmo anche sederci intorno s un tavolo per “ragionare insieme”, ma le aree alternative e più vicine al luogo di destinazione dei cassoni non mancano per niente. Il proverbio diceva: “un po’ per uno…” Non “solo sulle spalle di uno”…
Tutti devono aiutarci a venire fuori da questo “pasticciaccio brutto”….
Bravo Maurio e Luisa….anche che io ci sono rimasta stecchita…parole incredibili…ci fosse ancora Govi direbbe “Giggia, che faccia!”
UNa delusione cocente…ma non accetto che quasi siamo noi cittadini a doverci giustificare di essere li.Scusate il disturbo presidenti, portuali, terminalisti , amministratori, ma vedete, noi c eravamo ben prima di questo disastro, forse il peggior scempio ambientale del dopoguerra!
Si scenderà in strada ,un po’ di giorni , bloccando tutto ??