Ivan Denisovič #
La Pra’vda vuole dare finalmente voce ai tanti praesi che, per motivi anagrafici, hanno vissuto la bella Pra’ della spiaggia, dei pescatori, degli scaletti, dei bagnanti, e sono stati poi impotenti spettatori della sua sparizione, fagocitata dall’obbrobrio portuale. Quei bimbi e quelle bimbe, ragazzi e ragazze di allora, che non potevano certo imbracciare il mitragliatore o farsi esplodere per impedire lo scempio, hanno ancora intatta nella loro memoria la bellezza di ciò che era Pra’ e vogliono, ora che ne hanno l’opportunità, fare qualcosa di concreto per invertire il disastroso trend e costruire la Pra’ Futura, riappropriandosi della loro identità. Cominciando a dire, finalmente, in modo diretto e schietto, come la pensano. Se e quando necessario anche in stile ironico, caustico. Non è mai troppo tardi.
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In questi giorni si avverte un gran bailamme in quel di Peglievka sulla prospettata estensione della diga foranea di Pra’, lato levante, per consentire l’entrata e l’uscita “in linea” delle navi che scalano al porto di Pra’, senza dover effettuare le fastidiose (e pericolose, vedi caso Jolly Nero) manovre. Ciò segue il “bullesumme” di qualche tempo fa sul piano di espansione del porto, con venuta al consiglio di Voltrigrad del presidente del politburo portuale, Merlovskii, accolto da fischi e lanci virtuali di pomodori per il ridicolo concetto di “Porto d’Africa”. E’ surreale vedere come il dibattito sui tre scenari del piano regolatore portuale si svolga in ogni tipo di “location” all’infuori di quella in cui il porto, realmente, è stato costruito, e su cui i tre sopraccitati scenari, se realizzati, impatterebbero, in modo totale ed esclusivo: Pra’. Basta infatti dare un’occhiata agli elaborati progettuali resi disponibili dal politburo portuale per rendersi conto che ogni tipo di riempimento ed opera addizionale verrebbero effettuati solo ed esclusivamente di fronte al territorio storico praese. Attenzione, “compagni”, non fatevi fuorviare dalla campagna di disinformazione di politburo comunal-portuale: dati alla mano, neanche un solo metro di discarica è previsto avvenire a Peglievka e a Voltrigrad, l’allungamento della diga foranea verso Voltrigrad cadrebbe sempre e ancora davanti a Pra’, e quello eventuale verso Peglievka sforerebbe di fronte alla stessa ridente località balneare (zona “Risvegliobirsk”) di poche decine di metri e comunque senza eccedere neanche di un solo metro, verso levante, il punto di inizio della diga lato terra, in prossimità di Castello Vianson-Wronsky. Ma si verrebbe a trovare a ben 1980 metri (due chilometri) di distanza verso mare. Nessuno a Pra’ vorrebbe vedere le ridenti spiagge di Peglievka sommerse da onde anomale di tipo Tsunami per il passaggio di navi a due chilometri di distanza, praticamente all’orizzonte, mentre le petroliere già sfilano pachidermiche a meno di quattrocento metri di distanza, tantomeno lo spiaggione di Voltrigrad eroso dai marosi. Tali fenomeni potrebbero e dovrebbero essere evitati con un’efficace progettazione delle opere e con prove e simulazioni in vasca, e le decisioni in merito essere effettuate sulla base di dati ed evidenze scientifiche certe e trasparenti , e non per pulsioni viscerali e azioni opportunistiche sulla spinta del terrore di fare la stessa fine di Pra’, immolata sull’altare del pressappochismo, dell’ignoranza, della malafede. Quindi, sono più che comprensibili e condivisibili i timori degli amici e compagni di Peglievka e Voltrigrad, ma bisogna fare molta attenzione per evitare che, tra un po’ di bailamme a Peglievka e un po’ di bullesumme a Voltrigrad, a farne le spese sia ancora, e solo, Pra’, esclusa dalla discussione, dalle scelte, e ancora una volta “usata” a piacimento. Dei tre scenari del piano regolatore portuale uno, l’ ”avanzamento”, è semplicemente aberrante e da combattere con ogni mezzo, se necessario anche con i nostri potenti missili a testata nucleare della base di Novosibirsk, ma tenendo il buono degli altri due scenari, “Porto lungo” e “Isola”, integrandoli e migliorandoli come proposto dalla FondAzione del Popolo PRimA’vera con la proposta “Pra’ Isola e porto amico”, si potrebbe, oltre che evitare altri disastri, ottenere i mezzi economici per dare finalmente a Pra’ i risarcimenti e le contropartite che le spettano di diritto e che attende da decenni. Spostando il porto verso mare e realizzando quello che, con un po’ di sale in zucca, si poteva fare fin dall’inizio: un’isola portuale staccata e lontana dalla terraferma. Quindi bisogna uscire dall’acquitrino nebbiogeno delle macchinazioni portuali, per attivare un chiaro, diretto, confronto tra le parti coinvolte: i Cittadini di Pra’, i presidenti di politburo comunali e portuali di Genovatov, nella sola sede appropriata: l’ex- palazzo comunale di Pra’, in piazza Bignami. Di fronte ai cittadini praesi. Con buona pace degli amici e compagni di Peglievka e di Voltrigrad, che saranno i benvenuti a dare una mano. Da svidanya, tovarich !
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