Praesi a Gattatico

Giuseppe Bruzzone –

A Gattatico paese in provincia di Reggio Emilia c’ e un museo; il museo dedicato alla famiglia Cervi. E’ una casa colonica, un podere di circa 16 ettari collocato nel mezzo della Pianura Padana, detto Campi Rossi a pochi chilometri dalla via Emilia, a metà strada tra le città di Parma e Reggio Emilia. È un museo della Resistenza e della storia del movimento contadino, allestito nella casa dove i Cervi arrivarono nel 1934. Negli anni ’60 Alcide Cervi, padre dei sette fratelli fucilati dai fascisti per rappresaglia all’alba del 28 dicembre 1943, decise di donare al Comune di Gattatico e alla Provincia di Reggio Emilia la raccolta dei ricordi e delle testimonianze del sacrificio dei suoi figli.
I Cervi erano una numerosa famiglia di contadini-mezzadri originari della bassa reggiana. Con il padre Alcide e alla mamma Genofeffa Cocconi, c’erano i sette figli maschi (Gelindo, Antenore, Aldo, Agostino, Ferdinando, Ovidio, Ettore) e due figlie femmine, Diomira e Caterina; le figlie poi sposate ad altri contadini uscirono dalla famiglia.
Erano poveri i Cervi, ma animati da un forte impulso al miglioramento e al riscatto sociale. Come mezzadri non avevano fissa dimora (il contratto di mezzadria, assai sfavorevole ai contadini che dividevano a metà il raccolto col padrone del terreno, quando terminava il contratto il trasloco avveniva a novembre, il giorno di San Martino). Presero il podere dei Campi Rossi per il basso affitto, la zona era difficile da lavorare, per questo erano ritenuti incoscienti, perché i Campi Rossi erano terreni impraticabili. La sfida, i Cervi la vinsero, nel giro di poco tempo resero il podere un modello di agricoltura razionale. Livellarono la terra e introdussero nuove tecniche per la coltivazione e la rotazione delle colture. Nel 1939 acquistarono un trattore, il primo della zona.
I Cervi erano una famiglia cristiano-socialista e antifascista, presero subito le distanze dal regime. Alla fine degli anni ’20 Aldo fu imprigionato nel carcere di Gaeta per tre anni. Lì leggeva di politica: Gramsci e Marx soprattutto. Rientrato, divulgò questa esperienza ai fratelli. Siamo in piena Seconda Guerra Mondiale, il 25 luglio 1943 finì il regime fascista, i Cervi per festeggiare la caduta di Benito Mussolini organizzarono una grande pastasciuttata antifascista invitando tutti gli abitanti del paese di Campegine; una manifestazione pacifica che mostrò pubblicamente l’antifascismo della famiglia. Arriva l’ 8 settembre, il governo italiano chiede la resa alle Forze Alleate e il nord Italia cade sotto l’occupazione nazifascista, i Cervi iniziano l’azione di opposizione, fanno volantinaggio, distribuiscono clandestinamente l’Unità. Producono pure grappa per uso medico e di conforto per i partigiani in montagna! Il podere diventa un posto di latitanza, dove si fanno riunioni clandestine. Organizzano attentati contro i fascisti della zona. I Cervi erano nel mirino dei repubblichini che incendiarono la casa nella notte fra il 24 e il 25 novembre 1943. I sette fratelli e il padre, vennero portati al carcere di Reggio Emilia. Tutti i fratelli furono fucilati senza processo all’alba del 28 dicembre 1943, nel Poligono di tiro di Reggio Emilia. Tra il più vecchio, Gelindo di 42 anni, e il più giovane Ettore c’ erano 20 anni. Fu una rappresaglia: i fratelli vennero accusati di aver complottato per eliminare il segretario fascista di Bagnolo in Piano.
Il padre fu risparmiato; anni dopo donò il podere con lo scopo di tramandare la memoria dei fatti accaduti e i valori della casa simbolo improntata: alla democrazia, alla libertà, alla tolleranza, al progresso per la formazione di una coscienza individuale e collettiva, e anche per testimonianza della civiltà contadina emiliana. Alcide morì il 27 marzo 1970 dopo l’abolizione del contratto della mezzadria nel 1964.
Il museo svolge attività didattiche espositive e di ricerca, organizza visite guidate gratuite per scuole e gruppi. È dotato di biblioteca, e di una videoteca. Al museo sono anche reperibili e consultabili testi di approfondimento sulle tematiche della guerra, della Resistenza, della famiglia Cervi, insieme agli annali che l’Istituto Cervi pubblica dal 1979.
La vstoria dei Cervi è immortalata anche in un film del 1968 “ I sette fratelli Cervi “con il grande Gian Maria Volontè nella parte di Aldo.
La sezione Anpi di Pra’ il 2 di ottobre 2022 ricevette la visita di Adelmo Cervi, figlio di Aldo, ora l’ unico superstite della famiglia Cervi. Sabato 1 aprile la sezione di Pra’ assieme alla sezione Anpi di Genova San Fruttuoso hanno visitato il museo per ricordare e onorare i Fratelli Cervi.
Il segretario della sezione Silvano Chierotti ha reso omaggio al museo lasciando una copia della bandiera della 334 Brigata Est Sap, che campeggerà nel museo, un luogo di memoria…. dove è nata la Costituzione.
Una storia che non deve essere dimenticata e che tutti noi dovremmo conoscere.