Prà e dintorni: festa di San Antonio Abate

Giuseppe Bruzzone “du langhelo”–

Il 17 Gennaio ricorre San Antonio Abate, festa molto sentita in tutta Italia e in Liguria, specie nelle zone agricole. Protettore del bestiame e dei campi, è il beato del fuoco. Nato a Coma, in Egitto, intorno al 250, a vent’anni abbandonò ogni cosa per vivere da eremita per più di 80 anni: morì, ultracentenario nel 356. Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di conforto. Antonio si dedicò, alla cura dei sofferenti, operando guarigioni miracolose e scacciando il demonio. Da allora Antonio è il “Grande” che sconfigge le malattie più terribili, il fuoco di Sant’Antonio, e lenisce il dolore dello spirito. Porta un bastone su cui si appoggia a forma di stampella, sulla sua tonaca, all’altezza della spalla compare la lettera tau, che richiama la croce egizia, simbolo di immortalità. Secondo un’ interpretazione la lettera tau allude alla parola “thauma”, che in greco antico significa “prodigio”. Il maiale, è il compagno inseparabile di Sant’Antonio Abate. Nel Medioevo il maiale, era l’animale allevato dai monaci antoniani, il suo grasso era un antidoto da spalmare sulle piaghe. Così il Santo fin dall’epoca medievale viene invocato nel mondo occidentale come patrono dei macellai, dei contadini e degli allevatori e protettore degli animali domestici.In molte zone della Lombardia e nel meridione, il 17 gennaio, si usa accendere i “fuochi”, più conosciuti come i “falò di S. Antonio”, con funzione purificatrice, fecondatrice e portatrice di prosperità, che segnano il passaggio dall’inverno alla imminente primavera. In alcuni paesi il giorno di Sant’Antonio anticipa il Carnevale. Ora capisco mio nonno Giacumu, agricoltore nella piana Podestà che teneva due mucche, che quando entravamo nella stalla soleva dire “Preghemmu San Antognu Abbou (Abate) che u e cunserve”. Durante la benedizione pasquale delle case, portava il parroco dell’ Assunta in stalla e le faceva benedire. A Prà nelle parrocchia di San Rocco a Torre Cambiaso nella chiesetta di N.S. della Speranza è in uso la benedizione dei panini del Santo, nelle vicinanze sono molto conosciute le manifestazioni che si svolgono a Mele e al Santuario dell’ Acquasanta.
A Mele esiste dalla metà del ‘1500 la Confraternita di San Antonio Abate che organizza per il
15 Agosto la processione al Santuario di N. S. dell’Acquasanta con l’ imponente cassa del Santo, (del peso di 10 quintali) celebre opera del Maragliano restaurata nel 2010. Rappresenta Sant’Antonio Abate che contempla il corpo di San Paolo, e vicino ci sono sia il maialino che il fuoco ardente, simboli iconografici del Santo.
Per la festa del Santo il paese partecipa con diverse manifestazioni coinvolgendo gruppi giovanili e la Confraternita. Al Santuario dell’ Acquasanta, sul vasto piazzale si tiene la benedizione degli animali: cavalli, cani, gatti, pesci rossi e canarini, conigli. Vengono benedetti anche i mezzi di trasporto, che adesso hanno sostituito gli animali sia come strumenti di lavoro che di spostamento. Nel corso della festa, a coloro che portano gli animali, viene consegnato un diploma di partecipazione a ricordo della giornata, col nome dell’animale stesso. Dopo la benedizione, si celebra la Messa, nel corso della quale, è distribuito il pane benedetto di Sant’Antonio. Una credenza popolare vuole che il Santo aiuti a trovare le cose perdute. Mia nonna Beppa quando non trovava le cose diceva Sant’ Antognu da barba gianca famme truvà quellu che me manca. Ah dimenticavo, non confondiamo San Antonio Abate con San Antonio da Padova (predicatore francescano XIII Sec. molto conosciuto): lui è più giovane e viene dal Portogallo.