“Port Day” al PSA: varchi aperti ai cittadini

Elis@Provinciali –

In occasione dei 20 anni di anzianità del più importante operatore del Bacino di Pra’, la direzione di Psa ha voluto estendere anche alla popolazione la visita guidata agli spazi operativi del terminal. Siamo al terzo anno dell’iniziativa, sinora dedicata ai familiari dei lavoratori, bimbi compresi, e un venerdì pomeriggio caldissimo, oltre trecento persone hanno affollato l’ampia e complessa area, dapprima con un incontro sul piazzale delle realtà collaterali intervenute : Vigili del fuoco, che hanno allestito “Pompieropoli”, per la gioia dei bambini, che hanno simulato azioni di

intervento; Croce Verde di Voltri, in prima fila nella prevenzione e nel soccorso ed “Il Porto dei Piccoli”, un gruppo benefico che attirava i ragazzi con coloratissimi gazebo per varie attività ludiche. Con la massima libertà, abbiamo potuto visionare il vasto contesto che circonda la palazzina direzionale, accolti dalla gentile sig.ra Antonella Campanini, PR e collaboratrice fiduciaria dell’ AD Gilberto Danesi, che più tardi è intervenuto per premiare i 76 migliori dipendenti, riconoscendone il merito. Era stato allestito uno spezza-fame a base di focaccine farcite, direttamente dalle cucine aziendali, con beveraggi freschi all’ombra, ma a dire il vero, molti hanno evitato, vuoi per il caldo, che per la coda d’attesa.

Ma il momento topico, quello per il quale in così tanti praesi ci siamo mossi, è scattato con l’avvicendarsi di ben tre corse di pullman G.T, all’interno del quale Daniele Ceriani ha svolto la funzione di guida: abitualmente lavora nel reparto commerciale/marketing, in particolare per l’imbarco/sbarco su nave di pezzi speciali (elicotteri, pezzi d’altoforno, generatori industriali, pale eoliche e molto altro ancora) ovvero tutto ciò che per peso e dimensioni non sta in un container. Ceriani si occupa anche di formazione agli studenti, di ogni ordine, in classe e sul campo, circa l’operatività portuale.

Mentre inizia il tour, ascoltiamo alcuni dati:”La società che ci ospita appartiene ad una grande multinazionale di gestione terminal contenitori, chiamata PSA (con sede a Singapore); essa sta investendo attivamente nel terminal, in modo tale da migliorare sia la nostra operatività che il nostro impatto ambientale: oltre alle 8 nuove gru di banchina di tipo “gooseneck”,aventi capacità massima di sollevamento pari a 65 ton., arrivate nell’ultimo anno ed in grado di operare sulle navi di ultima generazione (le così dette Ultra Large Vessel Container, nell’autunno del 2018 arriveranno le nuove E-RTG, ovvero gru di piazzale elettriche (non più diesel), che saranno utilizzate per ricarico camion; Siamo dotati di 950 prese di corrente per altrettanti containers da 40′.

La banchina è lunga 1.500 mt circa, può dare ormeggio simultaneo a 3 navi ULVC, i fondali profondi 15mt (naturali, senza necessità di dragaggio) ed il bacino interno di manovra è largo 600 mt (distanza che va dalla banchina alla diga foranea, consente di manovrare internamente al porto senza difficoltà le ULVC); il totale delle gru di banchina disponibili è 12; la struttura ferroviaria consta di 9 binari, lunghi 950 mt, serviti da tre gru ferrate (transtainer); Il terminal ha raggiunto il proprio record di movimentazione/containers nell’ultimo anno, pari a 1.6milioni di TEU; PSA conta 650 dipendenti circa, è l’ultima grossa realtà industriale ancora esistente nel ponente. L’area complessiva del terrapieno portuale è di 116 ettari.”

Le impressioni dei visitatori sono di un efficiente sistema portuale, con ampi spazi, una bella mensa per gli addetti, siamo circondati da persone disponibili e motivate, soprattutto ci è apparso un mondo che neppure immaginavamo, perché dalle nostre case la prospettiva schiaccia le distanze. Altroché i miseri 27 metri per c/a un km di lunghezza che ci basterebbero per la nostra fascia mitigatrice e che nessuno vuole darci! E vengono pure riempiti di binari! Qui lo spazio non manca affatto, nessun senso claustrofobico, come quello che ci attanaglia affacciandoci dalle finestre, nel sestiere di Palmaro, il più esposto. Questo è il mondo dei traffici marittimi, il regno dei teu, contano gli sviluppi e la crescita economica, ed è logico sia cosi: mica siamo dalle Dame di San Vincenzo, e si vede! PSA fa il suo mestiere e spesso viene additato come principale responsabile dei disagi all’abitato, ma è la politica, lo Stato, gli amministratori, Autorità di Sistema, che devono dettare le regole e porre dei limiti, per creare e sviluppare un rapporto armonioso con l’abitato. Win -Win, ovvero nessuno sovrasta l’altro., né vinti nè vincitori.

Riconosciamo a Danesi la volontà di interagire con i cittadini, dando vita a realizzazioni sul territorio, Fondazione Primavera ha aperto il dialogo…ma sicuramente non basta a placare il disagio degli abitanti, occorre un progetto organico di interventi, che abbia una concreta azione mitigatrice. Il Tavolo condiviso, permanente, è partito da poco in Municipio.

Grande animosità esprimono i soci del comitato Palmaro. Il presidente Di Somma dichiara “Giornata interessante, opportunità unica per vedere una zona “franca” e vivere un’esperienza utile a capire le dinamiche di quel porto, mal voluto dalla popolazione, che incornicia il nostro sestiere, e turba i nostri sonni. Abbiamo notato ampio spazio a sud, destinato a parcheggio dei dipendenti, ma noi del Comitato pensiamo che tali zone, più lontane alle case, potevano essere utilizzate per la movimentazione. Riteniamo positivi incontri come questo e tavoli di confronto, da attivare presto, perchè la misura è colma,” Gli fa eco Giancarlo Cervetto, che definisce “positiva la visita, anche se come battuta, qualcuno ha parlato dei “rompiscatole del comitato Palmaro”, ma la maggior parte del personale si è detta disponibile a futuri contatti per venire incontro al quartiere. Anche io ho notato spazi lontani dalle case che sarebbero meno fastidiosi come districkt park, si liberebbe quella famosa fascia cui ambiamo per spostare la Ge-Ventimiglia ed i treni in servizio al terminal verso sud, dando vita al progetto completo della Fondazione: dune, passeggiata, canale e varianti possibili. Basterebbe la volontà, sarebbe pienamente fattibile”.

Parla adesso Maria Luisa Decotto, praina da generazioni “Letto l’invito a partecipare alla visita guidata al Porto di Pra’ confesso di aver avuto immediatamente una sorta di rifiuto: la perdita delle mie radici è una ferita sempre aperta. Poi mi sono detta, perché no? e mi sono accodata agli altri, ed eravamo in parecchi! L’inizio della visita non è stato particolarmente incoraggiante, con la guida che non faceva che parlare di Voltri al che mi sono sentita di ricordargli che eravamo davanti a Pra’, e che il porto stesso si chiama (finalmente) Bacino Portuale di Pra’. Ho ammirato la tecnologia, i macchinari, il gigantismo delle gru, l’organizzazione e la velocità con cui è possibile caricare e scaricare le navi con precisione quasi chirurgica, ma d’altro canto anche perplessa… mi sono chiesta: come mai tanta tecnologia non può essere utilizzata per mitigare almeno alcuni dei pesanti disagi che il porto ci sta causando? È mai possibile che i segnalatori acustici dei mezzi in movimento li dobbiamo sentire noi a un chilometro di distanza? Durante la visita il porto era fermo, non c’erano navi né mezzi operanti e quindi niente botti, né cicalini, ma di solito non è così. Mi sono ancora più convinta che è assolutamente indispensabile avere una possibilità di confronto: noi cittadini e il porto dobbiamo assolutamente parlare perchè solo dialogando potremo trovare insieme la possibilità di vivere in armonia. Credo ci sia ancora molta strada da fare ma mi conforta il pensiero dell’arrivo dei nuovi mezzi di piazzale elettrici, e meno inquinanti. Voglio essere ottimista e mi auguro che PSA ci ascolti, che le “prese elettriche” per le navi siano presto operative, e che si possa convivere in pace senza troppo disagio. E’ nostro diritto!”

Intervistato da Primocanale, il presidente di Fondazione, Niclo Calloni, si è detto ”interessato a questa visita, significativa per far conoscere agli abitanti la realtà portuale” ed ha puntualizzato che PSA, probabilmente, è la meno responsabile di fattori inquinanti che provengono da altri attori, ma essendo la realtà maggiore, la si ritiene anche la più dannosa. Ricorda le molte realizzazioni per il quartiere. E l’acquisto di 20 gru elettriche da piazzale, per sostituire le vecchie macchine alimentate a diesel, va appunto nella direzione di limitare gli scarichi nocivi. Si può comunque fare ancora molto per entrare pienamente nella visione di Porto Amico, che sia un valore per il territorio e non solo un disagio.”

Al termine di questo inconsueto pomeriggio, avvicino una cara amica, Rosanna G. e chiedo anche a lei le sue impressioni: “Elisa, sinteticamente ti dico, area e servizi funzionali, tecnologie avanzate, viste con gli occhi lucidi, pensando al nostro mare.”

Non servono molte altre parole, mentre ringraziamo per l’opportunità offertaci oggi pomeriggio, siamo tutti desiderosi di iniziare una nuova fase di civile condivisione con questa grande realtà, che ha certamente diritto a svilupparsi e creare lavoro, ma senza inficiare in alcun modo la qualità di vita dei cittadini sul territorio. La prima essenziale rivendicazione: la fascia verde che ci separi dal porto per tutta l’estensione della delegazione di Pra’.