Stefano Silvestri –
Una volta di più abbiamo potuto constatare che l’idiozia umana non ha limiti.
Nei giorni scorsi la nostra bella PRA’ ha subito un ulteriore sfregio.
Un branco di giovani delinquenti, ha deciso di imbrattare e distruggere panchine, giochi per bambini di una parte della nostra delegazione.
Tale atto ha immediatamente visto la reazione di un gruppo di cittadini che ha subito posto parziale rimedio all’affronto.
Purtroppo questo accade sempre solo dopo che i fatti sono accaduti. Apparentemente le parole “prevenzione” ed “educazione” sono quasi scomparse nel vocabolario delle forze di polizia.
Altrettanto bisogna accusare quelle famiglie che consentono a ragazzini così giovani di aggregarsi in questi gruppi.
L’effetto branco li fa sentire forti ma in fondo sono solo dei piccoli disadattati e codardi.
Le righe che seguono vogliono essere una forte provocazione che speriamo suscitino nel lettore rabbia e voglia di rivalsa.
L’intento e’ quello di creare un sempre più forte sentimento “possesso” del territorio.
Non possiamo permettere a questi balordi di averla vinta sulla maggioranza, purtroppo silenziosa, della popolazione praese.
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Si dai . Ce la stiamo facendo.Piano piano riusciremo a conquistare anche quest’area che, qualche folle ottimista benpensante, crede di riqualificare.
Ma noi qui siamo in periferia. La degradata periferia e noi, “piccoli vandali” dei gruppi “RIFUS” “DEMO”, “BORN”, faremo capire a questi poveri illusi che questo è il nostro territorio e qui le regole sono le nostre.
La prima regola è- devastiamo tutto quello che viene messo nuovo. La nostra terra non può diventare ordinata, pulita, considerata un fiore all’occhiello e magari diventare anche meta di passeggiata di cittadini di tutta Genova.
Ma stiamo scherzando.
Prima mossa imbrattiamo tutte le panchine. Colpiamo per primo il luogo simbolo di questi stupidi benpensanti, colpiamo l’area dove si sono tanto vantati della finta rinascita del quartiere. Si proprio li dove hanno parlato le autorità e dove hanno anche offerto mangiare e bere.
Intanto non ci vede nessuno. Non ci sono pattuglie.
La polizia municipale è sottodimensionata e non ha ne mezzi ne uomini per controllare la zona.
Figuriamoci Carabinieri e Polizia. Hanno altro da fare e non vorranno di certo perdere tempo con cosette come queste.
Allora entriamo in azione. Riprendiamoci la nostra area.
Imbrattiamo anche I muri dei giardini di villa fiammetta. Marchiamo il territorio, nello stile del branco di lupi.
Già che ci siamo distruggiamo anche i giochi dei bambini. Non vorremmo più vedere dei mocciosi accompagnati da noiosi nonnetti nel nostro territorio.
Siamo “piccoli vandali” ….. giovani, molto giovani e con famiglie che ci lasciano fare ciò che vogliamo.
Siamo talmente scaltri che ci nascondiamo dietro le nostre facce d’angelo per prenderci gioco di padri, madri e insegnanti.
Ora prepariamo nuove azioni. Ancor più incisive e spettacolari.
Pra non deve essere conosciuta come la terra del basilico e della rinascita ma la terra di RIFUS” “DEMO”e “BORN”
Visto il servizio delle Iene sulla metro di Roma? Borseggiatrici seriali tra i 12 e i 15 anni finiscono quotidianamente in Commissariato, vengono rilasciate e ci tornano l’indomani, pizzicate da Esercito e Forze dell’Ordine mentre ri-commettono lo stesso reato. Tutti i santi giorni. Amaro e rassegnato commento di chi sorveglia: “Siamo in Italia … queste sono le leggi”. Ecco, la cosa che più mi fa imbestialire e mi spaventa è che tutto finisce nel calderone dell’impotenza e della rassegnazione. A Roma, come in tutto il Paese, non sanno come fermare chi ruba e colleziona denunce, ridendo e mostrando alle telecamere il dito medio. Qui, vogliamo sperare di fermare il vandalismo che deturpa la cosa pubblica e ci schiaffeggia, uno per uno, con un messaggio inequivocabile di spregio e possesso di quanto abbiamo ottenuto? Sono curiosa di sapere come, in quale modo, con quali “provvedimenti”, in quali tempi. Magari, prima che i veri Writers finiscano il lavoro sul muro della stazione. Magari, prima che si ridipingano per la ventesima volta muri e piloni della stessa. Magari, prima che si finiscano di amputare le piante del Parco. Magari, prima che il concetto di “decoro urbano” torni a non appartenerci più, massacrato dall’inciviltà di pochi e da una società inerte, molle, lassista, che non riesce a educarli, prevenirli e tanto meno punirli. Due parti, due attori di un film vergognoso, trito e ritrito, che io considero colpevoli nella stessa misura. Quand’ero piccola io, per un dito sul campanello del citofono suonato a sproposito, si rischiavano due schiaffi. E altri due se si continuava. Dopo quattro schiaffi, il dito cominciava a esitare. Certo, saremo stati arretrati, primitivi, “violenti” secondo i moderni Soloni della psicologia giovanile, ma i concetti di “regola”, “limite”, “azione/reazione” erano capisaldi da non discutere. È un pezzo che andiamo alla deriva e la Storia insegna che le derive sono pericolose, altra cosa che mi fa paura. Sembra un paradosso, ma, per fermare il vandalismo qui come altrove, bisogna cambiare le leggi di questo Paese e re-introdurre il concetto di “certezza della pena” a valle di una robusta opera di educazione e acculturamento. C’è speranza? Non so, chi può intervenire ce lo spieghi. Io non posso rassegnarmi a questo sacrilegio.
Carissima Paola
Complimeni per il tuo commento.
Mi trovo in completa sintonia.
In primis manca un concetto e una base educativa forte da parte delle famiglie.
I famosi 4 schiaffoni ora servirebbero eccome. Purtroppo certe generazioni di genitori le vedono come un’ingerenza nella naturale crescita della propria prole (esseri perfetti) che ai loro occhi deve conquistare rango sociale nel branco.
In assenza della famiglia dovrebbe allora la società a diventare educatrice.
In primo luogo lo stato deve dare certezza di pene e io aggiungerei pene esemplari a fini sociali. Ad esempio servizi sociali di pulizia e manutenzione a saldo del danno economico e morale recato alla società.
Secondariamente deve compiere un suo ruolo attivo la società educata ( che seppur silente è la grande maggioranza). Intendo che quando si notano certi atti è obbligo intervenire. Interventi di vario tipo che vadano dalla sgridata in diretta ( azione che questi codardini subiscono, parlo per esperienza personale fatta 3 gg fa), per passare da chiamata alle forze di PS e per arrivare al filmarli.
Dobbiamo tutti assieme considerarci elementi portanti della ripartenza di PRA’. Ognuno deve sentirsi in obbligo di fare qualcosa senza rifugiarsi dietro il concetto ” tanto non gli fanno niente” e tantomeno “non sono affari miei, ci dovrebbe essere qualcuno pagato per fare questo”
Rimbocchiamoci le maniche e diventiamo noi i nuovi educatori sociali
Facciamo capire alle istituzioni di essere in difetto e in debito verso una zona di genova che ha voglia di rinascere SANA, FORTE e PULITA!
Caro Arius, mi trovi pienamente d’accordo.
Quando scrivo che non posso rassegnarmi al sacrilegio che considero la violazione del bene pubblico, è perché sono puntualmente in prima linea. Dal raccattare la bottiglia di plastica nell’aiuola all’apostrofare i “codardini”, come argutamente li definisci. Ho perso il conto degli insulti e dei medi alzati che ho portato a casa. Per esperienza, posso dirti che non è del tutto indenne da rischi, questa cittadinanza attiva. Perché non sempre si tratta di ragazzini e, quando lo sono, spesso agiscono in branco, secondo la logica del gruppo che fa quadrato intorno all'”intruso”. Ciononostante, continuo a credere che bisogna esserci. Perché il presidio del territorio è fondamentale per contrastare il degrado sociale e ambientale di cui questi si nutrono. Ciò premesso, preso atto della responsabilità che la latitanza di educazione e cultura comporta e ottemperato al nostro dovere, dobbiamo ottenere che le istituzioni si facciano carico del problema e lo risolvano: con la presenza e con l’assunzione di tutti i provvedimenti necessari. Che la “legge”, semplicisticamente, riduca certe violazioni a comportamenti riprovevoli o non abbia gli strumenti per perseguirli e sanzionarli, non è accettabile. Cittadini attenti e attivi si, sempre. Ma sostenuti da chi è investito da responsabilità istituzionali, dobbiamo lavorare su entrambi i fronti. Altrimenti, sull’onda di un’esasperazione più che giustificata, il rischio del “fai da te” è dietro l’angolo e sappiamo cosa può generare.
Eppure non ci vorrebbe mica tanto…qche telecamera e delle forze dell’ordine che possano fare il loro mestiere..
Mi riallaccio all’ultima cosa, scritta da Barbara:Non dici una cosa da nulla…”se potessero fare il loro mestiere”. Proprio due giorni fa ne parlavo con il Comandante Fantauzzo della Polizia Municipale di Pra’, e mi esprimeva tutto lo scoramento, l’impotenza che provano quotidianamente, perche’ non hanno uomini e mezzi a sufficienza per presidiare, prevenire e se del caso reprimere certi atti, chiamiamoli pure col loro nome, certi REATI che quotidianamente si verificano sul nostro territorio.
Sicuramente, il servizio di video sorveglianza ci vuole, aggiungerei una campagna di prevenzione nelle scuole secondarie inferiori e superiori dell’intera delegazione; per questo potrebbero bastare carabinieri e poliziotti anche in pensione, quindi di esperienza, per non togliere personale in servizio attivo.
Quanto ai profondi commenti tanto di Paola che di Arius, come non condividerne osservazioni, timori ed acuta analisi dei fenomeni…credo tuttavia che dobbiamo e possiamo gettare il cuore oltre l’ostacolo, ingoiare l’amarezza che proviamno di fronte a queste derive sociali e lavorare alacremente con idee e creativita’, per avanzare proposte concrete di risoluzione, che contemplino anche una buona dose di coinvolgiomento attivo di noi, gente che non sporca le panchine, che raccoglie e getta nel cestino una lattina vuota, e che non vuole vedere quella meraviglia di parco che tutta Genova ci invidia, trasformato in un cesso, scusate l’espressione.
Scritte e scarabocchi stanno comparendo dappertutto. Chiedo: non c’è modo di fermarli questi incivili? Già durati troppo pulizia e decoro, dobbiamo rassegnarci a vedere tutto vandalizzato senza muovere un dito?