Luca Cambiaso #
Il Piano Regolatore Portuale è un documento che ciclicamente le Autorità Portuali italiane sono obbligate a redigere, in modo del tutto analogo a quello che sono tenuti a fare i comuni italiani in ambito cittadino.
L’Autorità Portuale, quindi è obbligata a produrre questo documento che costituirà la linea guida per i prossimi venti anni e a cui occorrerà attenersi qualora si intendano apportare delle modifiche allo stato attuale delle cose in ambito portuale.
L’Autorità Portuale genovese, quindi, ha l’obbligo di redigere questo documento e lo vuole fare anche in tempi brevi per svariati motivi non ultimi il fatto che, dopo la tragedia di un anno fa della torre dei piloti, si sia fatta urgente la necessità di ammodernare il porto di Sampierdarena e anche il non trascurabile dettaglio che l’Autorità Portuale attuale è in scadenza di mandato e quindi vorrebbe apporre per motivi anche di prestigio la propria firma su tale documento programmatico. Fatto è che da mesi si discute, a Genova, Voltri, a Pegli, di ampliamenti del porto di Pra’ che, se realizzati, impatterebbero solo ed esclusivamente sul litorale di Pra’, senza che a Pra’ nessuno in pratica ne sappia niente o sia coinvolto anche minimamente. La Fondazione Primavera da alcuni mesi si sta adoperando per fare in modo che le nuove linee guida di sviluppo, che tracceranno anche il futuro del porto di Pra’ contengano delle contropartite importanti per la nostra delegazione, e che il baricentro di queste discussioni sia portato qui a Pra’. E’ ovvio che l’obiettivo può solo essere quello di far sì che il nostro territorio non subisca più alcun scempio, quindi la prima reazione potrebbe essere quella del no a prescindere verso qualsiasi modifica dello stato attuale , però è anche indubbio che non partecipare alla stesura di piani futuri di tale importanza non possa fare altro che concedere carta bianca a chi, politici e imprenditori, fino ad ora non hanno avuto a cuore, o non sono stati capaci di tutelare, gli interessi della cittadinanza, che è sempre rimasta impotente ad assistere. L’idea che sta alla base della proposta della Fondazione è quella che gli inglesi chiamano “WIN WIN”, ovvero in cui nessuna delle parti coinvolte ci perde ma, concedendo qualche cosa alle altre tutte ne traggono comunque dei vantaggi . Il concetto, quindi, è quello di concedere al porto qualche cosa, indirizzandolo peraltro verso il percorso meno invasivo e più favorevole ai cittadini, per avere in cambio importanti contropartite per il territorio. Ovviamente per portare avanti questo modo di operare, la Fondazione ha dovuto e voluto intrecciare contatti e collaborazioni con le istituzioni passando dalla protesta alla proposta. Questo sarà il primo di tre articoli, nei prossimi due riporteremo i tre scenari proposti dall’Autorità Portuale e il nuovo progetto proposto dalla Fondazione, in attesa dell’importante convegno “Disegniamo Insieme Pra’ Futura, città e porto si tendono la mano” che si terrà a Pra’ il 16 maggio.
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