Gian Luca Ferrantin –
Il rosso è un colore con cui abbiamo a che fare tutti i giorni e che associamo a una moltitudine di significati; nel periodo natalizio poi prende il sopravvento su tutti gli altri, (grazie alla nota marca di bibite…). E’ soprattutto in coincidenza di queste settimane, però, che non vanno dimenticate quelle situazioni che fanno sentire le persone in difficoltà ancora più sole; fra queste ci sono le donne vittime di violenze e abusi.
Conosciamo le storie di alcune di loro, ma quando succede è a seguito di un evento drammatico, a volte fatale. In periodo di pandemia, la convivenza forzata ha purtroppo favorito il crearsi di condizioni per loro negative (non a caso già a novembre 2021 il numero di femminicidi è cresciuto dell’8%).
Il Dipartimento per le Pari Opportunità ha istituto il numero telefonico gratuito 1522, attivo 24 h su 24, che accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking.
Per promuovere tale iniziativa è stato scelto come simbolo una panchina rossa, con una targa su cui è stampato proprio questo numero, da sistemare nei vari quartieri, in zone dove c’è molto passaggio.
Su richiesta del Comitato Palmaro e di Conad City Palmaro, fatta propria dal Municipio VII Ponente (in primis il presidente Claudio Chiarotti), il 23 dicembre è stata inaugurata, nei pressi della fermata del bus, Palmaro/Assunta, un’altra panchina rossa. Eh già, un’altra! Perché, come mi ha detto la signora Cristina del Comitato, il nostro ha già inaugurato 5 panchine, più di qualunque altro Municipio! Chi conosce poco la periferia e si limita a parlarne attingendo ai soliti luoghi comuni, dovrebbe venire a conoscerla, per rendersi conto dell’attaccamento al territorio che stanno dimostrando gli abitanti di Pra’, Voltri e Pegli.
La cerimonia ha vissuto anche un momento toccante; Deborah Alice Riccelli ha recitato un suo monologo, intitolato “L’avrei chiamata Elena”, in cui una donna, vittima di femminicidio, racconta da morta di aver conosciuto un uomo, all’apparenza fantastico, che si è invece rivelato un mostro; le ha nascosto la sua doppia vita (era già sposato) e, nel momento in cui lei è rimasta incinta, lui si è rivelato per quello che era; ormai non più in grado di gestire la situazione, pur di non farsi scoprire dalla moglie è stato disposto ad ammazzare lei e la figlia che aveva in grembo; la avrebbe chiamata Elena…
#panchinerosse
Grazie per il bellissimo articolo, un pensiero va’ a tutte le donne che subiscono violenze ,la panchina rossa con la sua presenza è un segno di speranza e voglia di cambiamento . Grazie Gian luca Ferrantin
L assessore Silvia Brocato ha anch essa fortemente voluto questa iniziativa in tutto il Territorio Municipale…grazie!