Orti urbani per tornare alla natura: piccoli agricoltori crescono

Elis@Provinciali  –

Prendersi cura del proprio giardino/orto, è come guarire la propria anima: seminare, esprime speranza e fiducia nel domani, innaffiare e concimare è nutrire piante e mente, via le foglie secche, i rami stenti, come far piazza pulita dei pensieri negativi, alla fine, con lo sbocciare, il fiorire, raccogliere frutti……mammamia, l’autostima vola, l’ho fatto io, sono stato/a paziente, ho imparato tante cose, quest’esperienza mi ha reso migliore ( senza dimenticare l’inizio, dissodare, sgretolare le zolle, arare e preparare: fatica fisica dura, che spacca la schiena, ma, vuoi mettere la soddisfazione!) Fatta questa premessa, parliamo di la ‘Giostra della fantasia’ che ha recuperato un terreno nella zona di via della Torrazza dove educatori e ragazzi con diverse abilità coltivano ortaggi e scoprono l’arte del saper fare: Sulle colline di Pra’, il progetto ‘Orto sociale technè prende il via durante il lockdown, dedicato a ragazze/i variamente disabili, che si impegnano nell’agricoltura vera, arrivando a produrre ottimi frutti e altrettanti buoni e genuini ortaggi, naturalmente a Km 0. In via della Torrazza, appena dietro alla fascia costiera di Pra’, il paesaggio cambia subito, le case si fanno rare e la campagna prende il sopravvento su porto ed autostrada.
<<In questa zona – racconta Linda Monaco, coordinatrice dell’area legata alla Diversabilità, e del progetto “Orto Techne'”, sorge il terreno di proprietà di Rocco, uno dei fondatori della ‘Giostra’. Rocco “mette sotto” suo figlio Francesco e il suo amico Alberto, che puliscono e recuperano l’area. In periodo di Covid – prosegue Linda Monaco – si è avvertita sempre di più la necessità di stare all’area aperta e l’orto si prestava moltissimo in questo senso perché solo fa parte del territorio e quindi ci ha permesso di coinvolgere la comunità locale, ma anche perche’ riassume la nostra impronta educativa: inclusione, funzionalità, integrazione ed estetica.
A Pra’ l’ associazionismo è forte, l’idea di comunità è ancora vissuto come nel passato prossimo. “È stata l’azienda del Pesto di Pra’ a farci vedere come spianare il terreno, mentre altre persone hanno fornito gli attrezzi e i vari materiali. Alessio Zunino, educatore della ‘Giostra’ e biologo, ha dato le direttive a livello teorico, ma anche naturalmente a livello pratico, con zappa, guanti e tanta buona volontà>>.
Le persone che frequentano l’orto, proprio grazie all’arte di coltivare la terra possono sviluppare le loro capacità. È tutto estremamente pratico, è il bello di realizzare qualcosa grazie alle proprie mani: infatti il nome Technè, nel greco antico rimanda al saper fare qualcosa, manipolare, costruire, creare>>. Anche altri ottimi ragazzi della Giostra si sono alternati in quello che è innanzitutto un progetto educativo: viene lavorato due/tre volte alla settimana e ben presto zucchine, melanzane e pomodori sono cresciuti e donati alla comunità.
Contestualmente, in appoggio all’orto, è nato pure il progetto della falegnameria: <<Qui a fianco abbiamo allestito un bancone e costruito un pannello di supporto per tutti gli attrezzi, varie recinzioni e a tutto ciò che serve a sostegno dell’agricoltura. Infine, è stata creata una zona relax con tavoli, sedie e compostiere>>
Il luogo sarà aperto al quartiere, con un particolare occhio di riguardo ai ragazzi con difficoltà di integrazione sociale, specie nella fascia adolescenziale, che risulta anche la più a rischio in questo momento di crisi sanitaria , ed economico sociale.Facilmente si chiudono in casa, alla sola luce del loro monitor, invece a noi piace portarli sotto il sole.
Menomale che c e’ la GIOSTRA!