Ora il Centro Civico e Culturale Praese non è più solo un sogno

Luciano Bozzo –

Passi avanti decisivi per il recupero dell’edificio della vecchia stazione ferroviaria di Pra’ e la sua trasformazione a Centro Civico e Culturale Praese (sintetizzato anche con l’acronimo C.C.C.P.).

La giunta comunale ha infatti inserito un finanziamento di 600 mila euro nel prossimo piano triennale di investimenti e di spesa del Comune proprio per il recupero e la messa in sicurezza della vecchia stazione ferroviaria, l’edificio costruito a metà del diciannovesimo secolo che però, dopo lo spostamento a mare della ferrovia e la sua conseguente dismissione, è andato assumendo sempre più le fattezze di un rudere cadente, un rudere più volte diventato ricovero di persone disperate e senza tetto. Ora quel rudere viene a trovarsi proprio al centro della pregevole opera di riqualificazione del P.O.R. Pra’ Marina, ed in particolare della zona pedonale che ha sostituito il tracciato della vecchia Via Pra’ ed era quindi impensabile abbandonarlo a se stesso e ad una triste decadenza. Ecco quindi l’importante stanziamento da parte del Comune che consentirà il suo ripristino con ingenti lavori che interesseranno tutta la struttura a partire dal tetto e dai muri portanti per proseguire con le pareti e gli spazi interni.

Il recupero della vecchia stazione è collegato al progetto che prevede la sua trasformazione a Centro Civico e Culturale Praese, un luogo di incontro per la cittadinanza, un laboratorio culturale proprio nel cuore della ex Delegazione praese che sancirà non solo il recupero della struttura ma anche la sua piena disponibilità per la fruizione da parte dei residenti, dei cittadini genovesi e perchè no, anche dei turisti e dei numerosi frequentatori del nostro paese.

Il progetto è stato messo a punto dai servizi tecnici del Comune sotto la guida dell’architetto Mirco Grassi e parte da una proposta concettuale della FondAzione PRimA’vera, da subito favorevolmente accolta e poi perseguita con lungimiranza prima dal Municipio e quindi dall’assessore ai lavori pubblici del Comune Gianni Crivello. La PRimA’vera si era interessata del destino della vecchia stazione non appena si era saputo che l’idea iniziale di portarvi la sede della Polizia Municipale del distretto Ponente era destinata a non trovare applicazione per due motivi principali: da un lato l’inadeguatezza dell’edificio ad ospitare tutti gli uomini ed i mezzi della polizia e dall’altro i vincoli imposti dalla Soprintendenza per i beni artistici e storici della Liguria ad impedirne quelle modifiche strutturali ed i grossi ampliamenti che si sarebbero resi necessari per venire incontro alle necessità dei “Cantunè”. Ecco quindi che la FondAzione PRimA’vera, dopo avere raccolto idee, proposte ed esigenze dei Praini ha lanciato l’idea di realizzare nella ex stazione una moderna biblioteca multimediale, una sala lettura ed uno spazio per incontri e presentazioni di carattere culturale ed un piccolo ma significativo museo della spiaggia e della Pra’ che non c’è più: un percorso nella memoria e nella storia del litorale praese e di tutte quelle feconde e preziose attività economiche e sociali che per secoli si sono svolte sul nostro splendido lido: pesca, cantieristica navale, stabilimenti balneari su tutte; un mondo che è stato improvvidamente cancellato per dare spazio al terminal container con cui oggi ci troviamo, nostro malgrado, a convivere. Grazie agli architetti ed agli ingegneri che fanno parte della FondAzione o che collaborano con essa l’idea si è presto tradotta in una bozza di progetto per abbinare gli spazi interni alle nuove destinazioni d’uso proposte. Una volta che l’idea è stata accolta i servizi tecnici del Comune hanno poi sviluppato il progetto dettagliato sulla base del quale la Giunta Comunale si impegna ora per la trasformazione della vecchia stazione con una previsione di spesa complessiva che supera di poco il milione di euro; i 600 mila euro previsti per i prossimi tre anni ne costituiscono la prima parte, lo stanziamento necessario per il recupero ed il restauro preliminari. Il progetto, nei giorni scorsi è stato presentato dall’Architetto Grassi alla Giunta del Municipio VII Ponente che lo ha quindi approvato martedi 18 aprile.

Nel frattempo sempre la FondAzione PRimA’vera ha anche incontrato il forte interesse e la disponibilità a favorire il progetto da parte di altri attori: PSA Voltri-Pra’, la Fondazione MUVITA (che ha realizzato e gestisce un piccolo, moderno e grazioso museo del porto di Genova negli ex magazzini del Cotone in centro città) e AMIU. L’idea della parte museale iniziale è stata così ampliata in modo tale da non fermarsi al solo obiettivo di preservare e valorizzare la memoria del litorale della Pra’ di ieri che è andata purtroppo perduta ma da far conoscere anche la Pra’ di oggi rappresentata, volenti o nolenti, anche da uno dei maggiori porti container del Mediterraneo ed illustrare quindi come funziona e come opera questo terminal, quale volume di traffici consente e quale importanza viene ad assumere per l’economia non solo della nostra regione ma di tutta l’Italia.

PSA in particolare si è proposta per finanziare l’allestimento degli spazi interni di museo e biblioteca con moderne dotazioni multimediali e per questo si è dichiarata disponibile a mettere a disposizione già da quest’anno 60 mila euro e a proseguire poi l’impegno economico anche negli anni successivi per rendere più semplice la sostenibilità e la gestione nel tempo del Centro Civico e Culturale.

Alla luce di questi fatti i punti salienti del progetto vedono il recupero dello storico edificio ottocentesco senza peraltro stravolgerne o variarne la struttura e le metrature, visti i vincoli imposti dalla Soprintendenza, ed il suo adattamento a centro polifunzionale. Al piano superiore del corpo centrale del palazzo, dov’era un tempo l’appartamento del capostazione, troverà spazio una moderna biblioteca digitale, sala lettura multimediale e spazio per incontri ed eventi culturali, quali ad esempio presentazioni di libri, conferenze e videoproiezioni: schermi, monitor, e-book, touch screen e wi-fi completeranno nel modo migliore l’offerta oggi rappresentata dalle più tradizionali biblioteche Firpo di Via Martiri del Turchino a Pra’-Cà Nuova e Benzi a Voltri nonchè della biblioteca che sta trovando spazio e sta crescendo nei locali della scuola media Assarotti in Via Branega. Un’opportuna schermatura del rumore della sottostante Via Aurelia renderà questa sala anche il luogo ottimale per presentare eventi, iniziative e pubblicazioni, cosa che oggi viene spesso fatta nei bar del centro di Pra’ proprio per mancanza di uno spazio idoneo.

Gli spazi centrali del piano terreno, dove un tempo si trovavano l’atrio e la biglietteria potranno accogliere una esposizione permanente del basilico e del pesto di Pra’ con anche la presenza di pannelli informativi sul prodotto, sulla storia della tradizionale coltura praese, sulla sua coltivazione e lavorazione e sulla sua trasformazione nella salsa battuta che contribuisce a rendere famoso nel mondo il nome di Genova e di Pra’ in particolare.

Nel corpo di levante troverà spazio la sala museo sulla storia della spiaggia e relative attività economiche del passato mentre in quello di ponente la sala museo dedicata al litorale di oggi con il porto, la Fascia di Rispetto, il Canale di calma e che ruoterà probabilmente intorno ad un plastico, un modellino del grande terminal praese; pannelli, materiali, strumenti, foto, filmati daranno vita alle due sale museali.

La posizione centrale del Centro Civico e Culturale, la sua estrema facilità di accesso sono ideali per consentirne l’uso e la frequentazione quotidiana da parte degli abitanti di Pra’, ma favoriranno anche la visita dei tanti “foresti” che già oggi giungono in gran numero nel nostro paese in occasione di gare di canottaggio o altri eventi sportivi o per frequentare la Piscina Aquacenter I Delfini e che, possiamo immaginare, giungeranno sempre in maggior numero quando gli impianti sportivi che si aggiungeranno nel prossimo futuro nella Fascia di Rispetto di Levante completeranno quella Cittadella dello Sport a realizzare compiutamente la vocazione sportiva di Pra’ e a dar vita ad un polo di attrazione di importanza regionale.

La storia, la cultura, le tradizioni e le eccellenze della nostra Pra’ saranno così raccolte, preservate e fatte conoscere a tutti, sia alle nuove generazioni di Praesi che a tutti coloro che verranno a trovarci o si troveranno a passare in questa bella zona centrale di congiunzione tra il vecchio abitato e la nuova Fascia di Rispetto, il nuovo litorale del presente e del futuro a sempre più spinta vocazione sportiva e di godimento del tempo libero.

La piazzetta pedonale davanti al Centro Civico inoltre potrebbe ospitare in determinati giorni il mercato a chilometri zero, la fiera dei prodotti agricoli nostrani, che ci si augura possa crescere ulteriormente rispetto ai pochi banchetti oggi presenti il sabato mattina tra la piscina ed il Parco Dapelo, sfruttando a dovere la posizione più centrale ed al riparo dal vento di tramontana.

Eppure, nonostante le ottime prospettive incarnate dal progetto finale e anche dall’idea preliminare di recuperare quello che oggi è un rudere inguardabile, nella discussione della Seconda Commissione consigliare del Municipio VII Ponente che ha preceduto la decisione della giunta municipale non sono mancate le voci dissonanti: il dibattito, a cui abbiamo assistito, ha assunto in taluni frangenti aspetti sconcertanti per non dire paradossali, e se alcuni dubbi ed obiezioni potevano comunque sembrare in parte legittimi o comunque non privi di una loro logica, altri motivi di contrarietà al progetto,  avanzati  dall’ assessore Calcagno e da un paio di consiglieri, peraltro non praesi,  sono apparsi decisamente pretestuosi e strumentali oltrechè illogici;  come valutare infatti i ripetuti riferimenti ad una vecchia decisione della giunta comunale di oltre dieci anni fà di abbattere l’edificio (per allargare una via Aurelia che però nel frattempo è stata già allargata e spostata a mare sul tracciato della vecchia ferrovia oltre al fatto che sempre la Soprintendenza per i beni artistici e storici negli anni scorsi si era opposta all’idea dell’abbattimento di un edificio ottocentesco) o sostenere pervicacemente che lì dovrebbe per forza andarci la sede o almeno un ufficio di front office della Polizia Municipale quando è risaputo da tempo che proprio la Polizia Municipale non ritiene l’edificio, così come è oggi, adatto ad ospitarne la sede. Per fortuna che il Comandante Fantauzzo, presente peraltro per caso al dibattito, in quanto non invitato, ha potuto prendere la parola e spiegare una volta di più che la vecchia stazione è troppo piccola per ospitare tutti gli effettivi della Polizia Municipale del Ponente di Genova (Voltri, Pra’, Pegli), una quarantina di persone, e che aggiungere un nuovo ufficio a quelli già presenti sul territorio non aiuterebbe nè a migliorare nè ad ottimizzare il servizio mentre aumenterebbe invece le spese; inoltre l’assenza di un garage e di uno spazio esterno attiguo alla stazione dove tenere gli automezzi in sicurezza rappresenta un altro forte elemento che contribuisce a rendere inidonea quella locazione.

Anche il ragionamento per cui i soldi andrebbero spesi piuttosto per la manutenzione ed il miglioramento dell’edilizia nei quartieri collinari, seppure volto ad esprimere una esigenza reale del nostro territorio, non appare però consistente; come hanno infatti risposto il Presidente Avvenente ed il consigliere Chiarotti i fondi messi a disposizione per il recupero della vecchia stazione appartengono ad un capitolo di spesa ben diverso da quello destinato all’edilizia popolare; per il Centro Civico e Culturale si attingerebbe infatti a fondi destinati allo sviluppo della cultura e se questi soldi non fossero impiegati per il recupero della ex stazione troverebbero impiego in altre zone della città o della regione; dire di no al progetto ed ai finanziamenti messi a disposizione significherebbe condannarsi al forte rischio di continuare ad avere un rudere che cade sempre più a pezzi nel cuore di Pra’ per chissa quanti anni ancora così come insistere sull’idea di spostare lì la Polizia municipale ignorando o volendo ignorare i limiti strutturali del sito per questo scopo rischierebbe di ripetere quanto già avvenuto nel recente passato quando ben 300 mila euro inizialmente destinati a Pra’ proprio per lo spostamento della sede dei Vigili Urbani sono poi andati persi proprio perchè il progetto era nato ed era stato pensato male e non ha potuto trovare attuazione. Tra parentesi poi vale la pena di considerare che a poche centinaia di metri, in Piazza Sciesa l’attuale caserma della Guardia di Finanza, da anni totalmente sottoutilizzata, rappresenterebbe invece la sede ideale ad ospitare tutta la Polizia Municipale del Ponente.

E poi non si capisce perchè la politica non dovrebbe curare al tempo stesso sia il miglioramento dei quartieri periferici che la cura, il decoro la cultura e lo sviluppo nel centro storico urbano; dovrebbe essere questo il compito precipuo di un’amministrazione pubblica, nel centro di Genova come nei tanti centri ed ex comuni che danno vita alla nostra amata città policentrica.

Maggiormente degni di attenzione sono sembrati invece altri dubbi mossi da una parte dei consiglieri, circa l’alto costo dell’investimento complessivo (un milione e cento mila euro) e la mancanza nel progetto comunale di alcune informazioni di dettaglio o ancora il fatto di non volere dare spazio ad una sala dedicata al porto o a non volere soldi da parte di PSA, o ancora a volerne invece di più di quelli messi a disposizione. E però l’alto costo dell’investimento preventivato serve a far fronte al pesante deterioramento a cui in questi anni è andata incontro la struttura mentre sul tema del porto, fermo restando che ogni punto di vista è naturalmente lecito e degno di attenzione, vale però la pena di considerare quale dovrebbe essere il ruolo di un moderno porto commerciale che insiste, come nel caso di Pra’, su un territorio densamente urbanizzato a così poca distanza dall’abitato secondo i moderni concetti di “green port”. Questo ruolo può essere sintetizzato in due tendenze cardine, in due direzioni principali e convergenti ad assicurare una convivenza accettabile e proficua per entrambi (porto e centro abitato): da un lato il porto (e la politica di pianificazione urbana) devono perseguire ed assicurare l’abbattimento dell’impatto e dell’invasività ambientale favorendo l’allontanamento del porto dall’abitato, elettrificando le banchine e le operazioni portuali per ridurre l’inquinamento acustico ed atmosferico e schermando lo stesso porto con barriere naturali. D’altro lato, a causa dell’automazione crescente del lavoro e dell’ambito territoriale sempre più vasto che viene interessato dalle attività economiche collegate alle attività portuali, oggi un porto distribuisce ricchezza sul territorio locale in misura molto minore di quanto accadeva in passato mentre fa invece pesare su quello stesso territorio il suo accresciuto impatto ambientale; per cercare di riequilibrare questi elementi sfavorevoli al territorio locale e come già avviene in molte parti del mondo, il porto stesso dovrebbe farsi carico di impiegare una parte dei propri guadagni a favore del territorio su cui insiste per la riqualificazione urbana ed ambientale, lo sviluppo della cultura e dello sport, il mantenimento del verde pubblico e più in generale per il benessere dei suoi abitanti. E’ il concetto di “green port” o di “porto amico” che la FondAzione PRimA’vera cerca di favorire e di sollecitare in ogni modo e che, se realizzato porterebbe vantaggio non solo ai residenti ma anche al porto stesso che potrebbe operare in un ambiente umano nel quale i conflitti ed i contrasti vengono sopiti e che sarebbe finalmente visto e percepito non più come un vicino ingombrante a cui guardare con un pò di diffidenza e fastidio se non addirittura aperta ostilità ma come una vera risorsa e ricchezza del territorio, un “oggi” un pò più facile da accettare e perchè no da esporre in una sala museale nel cuore del paese accanto ad un “ieri”, il cui ricordo e la cui nostalgia non potrà e non dovrà mai andare perduta.