Velocifero –
La vecchia stazione ferroviaria di Pra’ sta ritornando in vita, uscendo definitivamente dal lungo periodo di abbandono e di degrado seguito allo spostamento a mare del tratto di linea ferroviaria GE – XX Miglia ed alla sua conseguente dismissione. Oggi la stazione fa bella mostra di sè tra il nuovo tratto della via Pra’ riqualificata dal POR Pra’ – Marina, che corre dove prima si trovava la ferrovia, e la zona pedonale creata sul sedime del vecchio tratto stradale. La destinazione d’uso sembra a poco a poco indirizzarsi sulle proposte avanzate prima dalla FondAzione PRimA’vera e poi dalla stessa FondAzione insieme al CIV Pra’, quindi su un mercato a chilometro zero focalizzato sul basilico e sul pesto di Pra’, su una sala – biblioteca multimediale – museo del porto e della spiaggia, e su alcune sedi per associazioni del territorio al piano superiore. Pochi giorni fa sono state installate due porte, sul lato nord dell’edificio, che hanno sostituito i tamponamenti provvisori in lamiera grigia. Le porte originali in legno sono così ritornate al loro posto, restaurate e tinteggiate in marrone, conferendo un ulteriore tocco positivo al tutto. Si auspica che a breve vengano rimontate anche tutte le altre porte e portoni, a completamento dell’opera. C’è però da registrare una sgradevole “sbavatura”: sulla porta lato levante, appena restaurata, è stato montato un bruttissimo chiavistello zincato con lucchetto, posto in opera in modo approssimativo, che va a rovinare l’estetica della porta stessa, conferendo una sensazione di “raffazzonato” e di sicuramente non adatto ad un edificio di tale storia e blasone. Le segnalazioni in merito di alcuni cittadini di Pra’ ricevute da SuPra’tutto auspicano che il chiavistello venga subito rimosso o sostituito con un sistema di chiusura esteticamente adeguato alla porta ed alla costruzione, con montaggio a regola d’arte, e che nessuno pensi ancora di deturpare Pra’ con lavori di bassa qualità e fatti “a casaccio”. Il “conto aperto” dei muretti della passeggiata di Pegli rivestiti in pietra, e degli stessi del POR Pra’ – Marina, lasciati in cemento grezzo nonostante le numerose richieste di modifica da parte dei cittadini, quei “due pesi e due misure” per due Delegazioni di pari dignità dello stesso Municipio e della stessa Città grida ancora vendetta. Pra’ non permette più di essere trattata come una “Cenerentola”, richiede ed esige “par condicio”, e anche di più, leggi lavori a regola d’arte, di qualità ed adatti al patrimonio storico – monumentali praesi. A partire dalle prossime opere di recupero e valorizzazione delle zone attigue alla Chiesa dell’Assunta in Pra’ – Palmaro, Pieve del Ponente Genovese, edificata nel IX secolo, che merita pavimentazioni in petra e finiture di qualità, e non certo del volgare “asfalto bianco” che già ha suscitato il disappunto e le proteste per il fallimentare esperimento per la via Sapello.
Ben detto!!!