Natale a Pra’

Antonella Freri –

Negli anni 70 vivevamo il boom economico, anche Babbo Natale si poteva permettere di riempire il suo sacco di strenne.

Con la sua slitta trainata dalle renne si fermava davanti ai bagni Ausonia, fermava il tempo e restava li, a scrutare il mare, la luce della luna si rifletteva e sembrava coperta di piccoli diamanti, la natura regala la sua meraviglia, il mare in inverno è la pace, la natura che si addormenta, che si ricarica per donarsi all’estate.

Babbo Natale si volta verso Pra’ addormentata, in quegli anni il Natale era una festa di famiglia, non era abitudine illuminare le strade, ma dalle persiane socchiuse le luci intermittenti degli addobbi rendevano Pra’ un cielo stellato, nel buio della notte, avvolta nel silenzio si preparava a ricevere l’evento più magico dell’anno.

In quella notte gli alberi decorati venivano lasciati accesi tutta la notte e il presepe vedeva nascere Gesù.

Babbo Natale poggia il suo sacco sulle spalle e inizia il suo lavoro.

Alcuni bambini raccontano di aver sentito dei passi, alcuni il fruscio della carta dei regali, addirittura qualcuno il tintinnio delle palline che decorano l’albero.

Nessun bambino riusciva a scendere dal letto e vederlo, restavano tutti ammutoliti nel caldo della loro camera, eccitati dall’idea di scartare i doni.

I genitori pensavano a quando la luce del giorno avrebbe illuminato la stanza e i piccoli passi veloci dei bambini avrebbero scartato tutti i regali, vedere negli occhi dei bimbi lo stupore, la felicità, è il più grande regalo a cui un genitore può ambire, gli occhi che scintillano felici dei bambini sono le vere luci del Natale.

Nella notte di Natale le campane delle chiese di Pra’ suonavano a festa per richiamare i fedeli, faceva freddo e le signore in quell’occasione sfoggiavano gli abiti più eleganti e si coprivano con bellissimi cappotti avvolgenti.

Intanto Babbo Natale osservava, era un film a colori, una musica indimenticabile, Pra’ viveva, nasceva, era parte del mondo.

C’erano alcuni anni in cui la natura regalava nel silenzio la purezza della neve, il segreto di ridare al cuore la gioia infantile, dal cielo cadevano piccoli fiocchi, coprivano le strade di Pra’, il contrasto che si creava, fra la spiaggia e la neve, questo era il fascino della natura, la natura che mostra in tutta la sua forza la bellezza della semplicità.

E allora si, era Natale.

Babbo Natale risaliva sulla slitta, richiamava le sue renne, e proseguiva il viaggio, lasciando una nuova luce piena di speranza, una luce che illuminerà sempre la piccola cittadina, quella luce che, ovunque andrai, non importa per quanto, non importa dove, quella luce ti ricorderà che appartieni a Pra’ e che niente e nessuno potrà cancellarti dal cuore il suo ricordo.