Velocifero #
Come efficacemente evidenziato da Gabriele Fiannacca, del Movimento Cinque Stelle, nel suo articolo “Municipi: il potere tentacolare di un vecchio paradigma societario”, il sistema dei municipi pare essere ormai fallito. I poteri locali sono prossimi allo zero, le risorse che interessano ai cittadini, quelle che forniscono servizi, sono sempre più ridotte e risicate, ma il tutto costa comunque un sacco di soldi per produrre risultati sconcertanti, specie se raffrontati alle vecchie, sobrie, efficaci, e molto popolari, “circoscrizioni”, molte delle quali, come Pra’, avevano un passato di “delegazione”, e di antico comune. I municipi furono istituiti nel 1997, cancellando in un solo colpo tutte le “circoscrizioni”, con la motivazione di dare maggior potere e mezzi alle rappresentanze locali, riducendole contestualmente da 25 a 9, per meglio operare sul territorio e avvicinare il comune ai cittadini. Ma il potere non aumentò in modo apprezzabile, mentre invece aumentarono i costi e, cosa ancor più grave, la distanza dalla gente. A tutt’oggi, nessun cittadino di Pra’, di Sestri, o di Nervi, dice: «Abito a Genova al VII Ponente, al VI Medio-Ponente, o al IX Levante, ma piuttosto: a Pra’, a Sestri, a Nervi». I municipi appaiono come delle creature artificiali, senz’anima, vuoti simulacri usati dal comune per rabbonire i cittadini e indorargli delle pillole indigeste. La realtà più critica nell’ambito dei municipi genovesi sembra proprio quello di cui Pra’ fa parte, il VII – Ponente. E’ semplicemente troppo grande, squilibrato, visto che, da solo, copre un territorio di più di un terzo di quello genovese, con i restanti due terzi suddivisi su ben otto municipi. Pra’, che per territorio e popolazione fuori da Genova potrebbe equivalere a un capoluogo di provincia, da sola ha un territorio più grande di cinque municipi: I – Centro Est, II – Centro Ovest, III – Bassa Val Bisagno, VIII – Medio Levante, ed è equivalente al VI – Medio Ponente. Pra’ ha necessità e interessi peculiari, per la presenza del porto, ben diversi da quelli di Pegli e di Voltri e che non possono essere efficacemente rappresentati e tutelati nel calderone ponentino. Con l’operazione municipi la delegazione è stata anche privata della sua rappresentanza univoca ed esclusiva, della sua identità, anche territoriale, e i risultati pratici sono tristemente sotto gli occhi di tutti, ogni giorno. Manutenzione pubblica praticamente inesistente, strutture e servizi comunali che si riducono e si allontanano, opere pubbliche e decisioni sulla collettività prese altrove e senza alcun equo confronto con la gente, sporcizia, container radioattivi, porto ostile ed invasivo, baraccopoli abusiva, fondi alle associazioni di volontariato ridotti al lumicino, porto e casello di Pra’ tutt’ora impropriamente chiamati “di Voltri”, con Pra’ che scompare persino dalla toponomastica, e così via. Siamo arrivati persino al punto di vedere gruppi di cittadini esasperati, coordinati dal Comitato per Pra’, organizzarsi per falciare erbacce, rimuovere spazzatura, aggiustare panchine e ringhiere, gratuitamente, per porre anche un minimo rimedio palliativo alla clamorosa inefficienza municipale. Sembra opportuno che il Comune provveda quanto prima a una riforma dei municipi che, in generale, hanno bisogno di operare con responsabilità chiare e univoche, dotati di maggiori mezzi e risorse opportune. Per quello di Ponente, concepito troppo grande e risultato ingestibile dovendo comprendere tre realtà e identità storiche forti, radicate e diverse, specialmente da quando è stato costruito il porto, come Pra’, Pegli e Voltri, sembra assolutamente necessaria una cura speciale. Funzionerebbe tutto molto meglio, per Genova e per la gente del posto, se “il Ponente” fosse diviso in tre municipi più piccoli e in linea con la dimensione degli altri, secondo l’estensione e il territorio delle identità storiche che lo compongono e che, nonostante tutto, hanno resistito e non si sono per niente annullate nel crogiolo comunal/municipale: Pra’, Pegli, e Voltri. “Tornate all’antico, e sarà un progresso”, disse un tale, che proprio stupido non era, di nome Giuseppe Verdì. Sì, torniamo a valorizzare i tre ex-comuni ed ex- delegazioni. In particolare quella di Pra’, che ne ha così tanto e impellente bisogno, conferendogli lo status di municipio e ricostituendola nel suo territorio storico comunale. Un “municipio a statuto speciale”, anzi, con poteri ulteriormente ampliati per ripagare Pra’ dei danni subiti e consentirle di gestire al meglio la co-esistenza con il porto che, da fonte di sofferenze e disagi, può e deve diventare la principale risorsa, anche dal punto di vista finanziario, per il rilancio. Nell’attesa che, se e quando sarà abolita la Provincia di Genova, Pra’ possa diventare un comune metropolitano, ponendo finalmente rimedio, dopo decenni di sofferenze per i suoi cittadini e il suo territorio, allo scempio dell’accorpamento a Genova.
Lascia un commento