Memoria sulla Fascia di Rispetto e Pra’Viva

Maria Luisa Decotto-

La Fascia di Rispetto nasce dalle lotte dei cittadini di Pra’ che non potendo impedire la costruzione del porto e la conseguente distruzione del loro litorale e della vita ad esso correlata (attività di pesca, di cantieristica, turistica balneare, ricreativa e sportiva, ecc….) chiesero ed ottennero di avere almeno una striscia di terra e di mare che separasse l’abitato dalle attività portuali e consentisse di conservare il più possibile quel sistema di vita e di vivibilità che altrimenti si sarebbe completamente perduto.

Per tutelare i cittadini tutti e far si che tutte le varie esigenze fossero rispettate ed avessero pari dignità, venne istituita l’Associazione Pra’Viva, che assommando tutte le varie società e associazioni , più i semplici cittadini, nonché i rappresentanti delle Istituzioni locali, potesse garantire una gestione solidale in cui tutti partecipassero al buon funzionamento dell’insieme.

Occorre, infatti, ribadire e puntualizzare che la Fascia di Rispetto non è solo la somma delle società di pesca sportiva e non, ma anche il campo di regata, il campo di calcio, la piscina, il Palamare, la palestra, il Parco Dapelo e tutte le aree verdi a disposizione dei cittadini, oltre alle altre espansioni che potranno venire in futuro.

Per mantenere tutto ciò in efficienza parve indispensabile unire e collegare tutti i soggetti operanti nell’area perché solo dalla collaborazione solidale sarebbero venuti i risultati che si intendevano raggiungere: risarcire i 26000 abitanti di Pra’ per il loro sacrificio (che sarebbe continuato nel tempo, viste le pesanti ricadute che l’attività portuale comporta) e dare a loro, in primis, e anche a tutti i cittadini, un luogo dove, a prezzi accessibili, fosse possibile praticare attività ludiche e sportive e dove trovare un ambiente gradevole in cui trascorrere il tempo libero a tutte le età. Un po’ come accadeva con la spiaggia…

A questo punto appare indispensabile potenziare la figura tecnica e amministrativa di Pra’Viva, che deve avere un compito di regolazione e, se possibile, di sanzione verso gli inadempienti, per mettere in condizione tutte le società di funzionare al meglio. Una delle soluzioni potrebbe essere dare, all’interno del Direttivo, pari peso e rappresentanza a tutti gli attori presenti e operanti sulla Fascia, con un apposito meccanismo elettivo, e prevedere per Pra’Viva una veste giuridica adeguata.

Alcuni punti di criticità si sono evidenziati in questi anni, ad esempio le foci dei due torrenti, Branega e San Pietro, che in mancanza dell’effetto delle mareggiate si interrano periodicamente e necessitano di continue opere di rimozione dei detriti. In particolare il San Pietro che ospita i pontili della società di canottaggio e, interrandosi, ne impedisce, di fatto, le attività. Questa manutenzione dovrebbe essere a totale carico dell’Autorità Portuale, derivando il problema stesso solo dalla presenza del porto.

La manutenzione del verde è attualmente a carico di Pra’Viva, cioè viene sostenuta in maniera solidale da tutte le associazioni. Se venisse meno questa diretta gestione non sarebbe più possibile mantenere il decoro delle aree fruite da tutti i cittadini.

Quello che si auspica è quindi un “restyling” di Pra’Viva e non una sua cancellazione o un totale svuotamento del suo fondamentale ruolo di mediazione e compensazione, a salvaguardia degli interessi e dei bisogni di tutti: sportivi, diportisti, atleti, cittadini.