Maltempo senza fine. Nuove frane e decine di sfollati

Luciano Bozzo #

Una devastazione senza fine, una pioggia torrenziale dietro l’altra, uno stillicidio infinito di allagamenti, frane e paura.  Ci siamo appena lasciati alle spalle una settimana terrificante: non c’è stato neppure il tempo di rendersi conto dei gravissimi danni subiti a causa delle piogge alluvionali dei primi giorni della settimana che sabato 15 novembre metà Liguria è finita nuovamente sottacqua; e ancora abbiamo dovuto subire nuove e devastanti conseguenze su un territorio già abbondantemente provato e martoriato e reso ormai fragilissimo da una quantità di precipitazioni e da una violenza degli elementi naturali a dir poco incredibile. Praticamente quasi tutta la Liguria è stata duramente colpita ed ora tutta la nostra regione sta di fatto franando.
Le piogge straordinariamente abbondanti e spesso concentrate in poco tempo generano indubbiamente effetti devastanti per l’ambiente nelle campagne come nelle città e nei paesi tanto più che questi effetti distruttivi sono notevolmente amplificati sia dall’incuria e dall’abbandono dei terreni e dei declivi nelle aree rurali che dalla cementificazione dissennata degli ultimi decenni nelle nostre aree urbane: la mancanza di una seria opera di prevenzione e manutenzione dei torrenti e delle tombinature poi completa il tutto favorendo i tanti disastri a cui purtroppo continuiamo ad  assistere sgomenti ed impotenti.
Anche a Pra’ le ferite di un maltempo senza fine sono pesantissime.  Una seconda tromba marina, dopo quella di lunedì pomeriggio, si è presentata poco dopo le 10 del mattino di sabato davanti al nostro abitato e  si è accanita nella zona tra il porto container ed il canale di regata nel bel mezzo di un prolungato ed intenso nubifragio.  Anche in questa circostanza alcuni container sono stati scagliati dalla forza prepotente del vento sulla vicina pista ciclabile ed hanno sfiorato davvero di poco la torretta che si erge sul lato sud del canale al termine del campo di regata, come già documentato in un precedente articolo.  Due trombe d’aria nella stessa settimana e tre nel giro di nemmeno tre mesi qui a Pra’ non si erano davvero mai viste: anche questo ci fa capire come ormai il clima stia impazzendo ed evidenzia in maniera sempre più clamorosa  il rischio e la pericolosità della presenza di così tanti contenitori di grandi dimensioni a ridosso della Fascia di Rispetto.

Anche questa volta i principali torrenti della nostra Delegazione, il Rio Branega, il Rio San Pietro, il Rio Fagaggia e gli altri rivi minori, pur se ricolmi e rabbiosi di acqua, hanno retto e non si sono registrate tracimazioni significative, probabilmente grazie anche alle opere di consolidamento degli argini e di messa in sicurezza della foce del San Pietro recentemente operate.
Ma l’abnorme quantità di acqua piovuta dal cielo ha fatto franare e sta facendo franare il territorio in moltissimi punti aumentando il numero delle persone sfollate per motivi di sicurezza o perché le loro case sono state investite dal terreno e dal fango.  Il simbolo più doloroso di questa devastazione è sicuramente il piccolo gruppo di case di Via Montecucco; già mercoledì mattina una delle quattro villette della via di campagna che si diparte da Via Superiore della Torrazza, era crollata a causa di una grossa frana ed i quattro nuclei familiari che risiedevano in questo pugno di case erano stati sfollati; dopo gli ultimi nubifragi altre due case sono state investite, sventrate e parzialmente trascinate nel greto del Rio Fagaggia e solo una delle quattro villette resta oggi ancora in piedi aggrappata ad una collina in totale dissesto.
Le frane hanno colpito anche l’altro versante di queste stesse colline, quello che dà sulla piccola valle del Rio San Pietro e su Salita superiore Sciallero, la strada comunale che da Via della Torrazza conduce allo storico Collegio San Giuseppe, trasformato da qualche anno in abitazioni private. Qui la frana rischia di travolgere una  palazzina in cui vivono tre famiglie, nove persone che sono state fatte sgomberare dai vigili del fuoco e dalla Protezione civile; tra di loro anche i titolari del chiosco bar davanti alla stazione ferroviaria ed i loro due bambini.  In Salita superiore Sciallero ora ci si può passare solo a piedi e solo a piedi possono essere raggiunte le famiglie che abitano nell’ex Collegio; il pendio della collina, gli alberi, parte della strada, tutto è stato inghiottito dallo smottamento e dal fango.  Altre sette persone sono state sfollate nella vicina  Via Giovanni Mauro, interessata sull’altro versante dallo stesso movimento franoso che è caduto su Salita Sciallero.
E’ sempre preoccupante poi il movimento della frana tra Via Durante e Via Villini Negrone proprio sotto i palazzi che costeggiano la via nella sua parte urbana più alta, giusto prima che Via Villini si addentri nella campagna; le venti famiglie del civico 18, evacuate martedì scorso continuano a non poter rientrare nelle loro abitazioni e negli ultimi giorni anche il civico 17 è stato interessato da cedimenti del terreno.
Anche se finora non ha causato alcuna evacuazione la frana che però sta creando i maggiori problemi è quella che incombe ampia e minacciosa su via Branega Inferiore e sul tratto autostradale della Genova-Savona in direzione Genova.  Questa frana, di cui scriveremo in un articolo a parte, sta di fatto spezzando in due la nostra regione per quanto riguarda le comunicazioni stradali in quanto la stessa autostrada è stata più volte chiusa e  riaperta solo a singhiozzo già a partire dalla serata di giovedì 13 novembre con pesantissime ripercussioni sul traffico in direzione del centro del capoluogo.  Lunghe code di auto e camion hanno paralizzato la viabilità ed il disagio rischia di protrarsi ancora a lungo visto che la messa in sicurezza della collina straziata dalla frana non sembra potersi risolvere nel giro di pochi giorni e che di conseguenza la stessa autostrada dovrà rimanere chiusa ancora per qualche giorno, seppur limitatamente alle ore notturne, sperando che non intervengano altri nubifragi a peggiorare ulteriormente una situazione già fin troppo drammatica.