Le promesse e la Speranza

Niclo Calloni #

Per chi conosce Oscar sa che basta guardarlo negli occhi per capire cosa ha nel cuore e Oscar nel cuore ha tanto, tanto e soprattutto tanta “Speranza”. Oscar mi piace perché è un puro, per chi non lo sapesse è il presidente del Gruppo Sportivo Speranza.  La “Speranza” a Pra’, dagli anni cinquanta, vuol dire canottaggio e rappresenta la sintesi di una storia scritta dal sacrificio di tante persone che, dal niente, si sono inventate pagine di vita e di sport che ancora oggi fanno battere il cuore a chi ne è stato testimone. Io me le ricordo le regate di San Pietro, il Palio delle Repubbliche Marinare e rivedo ancora quei personaggi che lì, sulla spiaggia creavano mitologia, già a partire dai loro nomi: “Voenollo”, “Taggen” e “Careuxo”: ragazzi di Pra’, ma formidabili atleti che, quando erano in acqua loro, non ce n’era per nessuno. Diciamo così, tanto per definire, che la “Speranza” a Pra’ ha radici profonde ed è stata ed è una scuola nella quale si entra bambini e si esce atleti e poi uomini, formati a sfidare il limite per raggiungere il massimo risultato possibile sia nello sport che nella vita, con sudore, lealtà e rispetto. Oscar lo sa ed è nella continuità di questi valori che ogni giorno spinge i suoi ragazzi sull’acqua con quella forza e quell’entusiasmo che solo chi ha un grande cuore e una grande “Speranza” riesce a trasmettere e i suoi ragazzi lo ripagano perché ci credono e crescono come atleti e come uomini ottenendo risultati di livello sia nelle competizioni nazionali si internazionali. Il verbo “remare” evoca il sostantivo “fatica”, ma la fatica più pesante non è quella di spingere la barca più veloce, la vera fatica, quella che non finisce mai, è quella che si vive quotidianamente per inventarsi una via per dare continuità alla “Speranza” e garantire ai giovani di Pra’ la possibilità di un futuro migliore. Oscar ci crede, e per suoi ragazzi si spezza come il pane perché a Pra’ non cessi mai la “Speranza” di avere una barca dove poter coniugare la passione sportiva con le regole del rispetto ed i valori per una crescita personale e di gruppo. Questo a Pra’ è più faticoso che da altre parti, perché da quando è stata cancellata

anche la Circoscrizione di Pra’ la distanza dalle istituzioni comunali è aumentata astronomicamente e, nonostante la buona volontà del  Municipio di cui Pra’ fa parte, aiuti e contributi sono ridotti al lumicino, se non inesistenti, rispetto ad altre realtà sportive del settore che hanno la fortuna di trovarsi in realtà aventi lo status di comune, o dall’identità più chiara, definita, forte, e meglio e più efficacemente rappresentate. Il buon Dio da troppo tempo non fa più miracoli a Pra’, qui sono delegati agli uomini come Oscar e se non sai come farli, devi credere tanto negli uomini e, sperare che lassù una buona stella ti sorrida. Chissà. Era di domenica, una ventosa e soleggiata mattina, quel 27 luglio dello scorso anno, quando la Concordia entrava nella storia di Pra’, lasciandosi accogliere da quella gente che, avvezza a ricevere il peggio, vedeva in quelle forme ferite la possibilità di una grande e straordinaria speranza.
Oscar sentiva già odore di miracolo nel sogno di poter ricevere alcune attrezzature della palestra della Concordia, così da poter mettere, finalmente, a disposizione dei suoi ragazzi degli strumenti più adeguati alla loro preparazione fisico-atletica e Oscar si è mosso subito, perché sa che i miracoli non accadono così tanto per grazia ricevuta, ma vanno aiutati. E allora via, troviamo un modo per incontrare la “San Giorgio del Porto”, e di parlare con l’uomo del si o del no, il “Dio” al quale chiedere il miracolo di donare luce alla “Speranza” di ottenere qualche attrezzatura della palestra della Concordia. E poi avevamo anche un asso nella manica: Ciumè, Giovanni Battista Michelini, uomo con un passato di tutto rispetto alla San Giorgio e persona stimata per le sue capacità, e ci abbiamo messo anche il nome della FondAzione PRimA’vera e siamo andati agli appuntamenti e abbiamo chiesto e abbiamo spiegato tutti i perché e raccontato che quei ragazzi meritavano quelle attrezzature come un riconoscimento per il loro impegno; ma alla fine, dopo una serie di incontri, ci siamo portati a casa una buona bottiglia di vino e tanta frustrazione e la delusione condita dalla certezza che c’è sempre qualche impedimento o qualche interesse superiore che blocca il bene. Che Pra’ è ancora considerata terra e gente da sfruttare, tipo parcheggiare il relitto pieno di rifiuti speciali non sapendo dove metterlo, senza minimamente portare un minimo di gratitudine, di riconoscenza, per quella terra e quella Gente. E intanto i giovani canottieri stanno ad aspettare. E chi potrebbe fare non fa niente, e si giustifica. Kyrie eleison. Le difficoltà di questo paese si spiegano così, chi ha il potere non ha la voglia, il senso di giustizia, nè il coraggio, per fare le cose giuste. Il coraggio appartiene agli “uomini” e Oscar cercherà di salire in cielo per trovare gli uomini giusti che gli possano dare una mano. Se chi può incidere sul sì e sul no non riesce a prendere una decisione così piccola e nello stesso tempo così immensa, per dire ai ragazzi di Pra’: “Grazie alla Gente di Pra’ per aver sopportato tutti i disagi della Costa Concordia. Oggi per voi ragazzi di Pra’ è un giorno nuovo,  la “Speranza” e diventata realtà, qui ci sono le vostra attrezzature, prendetele, andate e vincete la regata della vita”. Gloria a Dio nell’alto dei cieli. Comunque il vino era buono . . . e comunque Oscar non ha perso la “Speranza”, e neanche Pra’ e i Praesi !