L’assurdità del “cantiere logistico” per la diga a Pra’ Autorità Portuale forte con i deboli e debole contro i forti ?

Niclo Calloni –

In occasione del Consiglio Municipale Monotematico del 19 maggio u.s. (presieduto dal Presidente Guido Barbazza, con la partecipazione, tra i vari rappresentanti delle Istituzioni, del Vice Ministro Edoardo Rixi), che ha sancito la costruzione dei cassoni per la diga di Sampierdarena nel cantiere già esistente di Vado Ligure, il Presidente di ADSP Paolo Emilio Signorini ha accennato alla volontà di realizzare comunque un “cantiere logistico” al dentino e zone limitrofe del sesto Modulo del Porto di Pra’, per costruire blocchi di fondazione in calcestruzzo, minimizzandone rilevanza ed impatto ambientale. L’affermazione di Signorini ha condizionato negativamente l’andamento del Consiglio, caratterizzato nella sua fase finale dalla soddisfazione del Municipio e dei Cittadini per la saggia ed oculata scelta di non realizzare i cassoni a Pra’, provocando irritazione e reazioni contrarie tra i cittadini ed i comitati.

Nell’incontro di approfondimento sul tema, chiesto dal Presidente del Municipio e svoltosi presso il Palazzo Municipale di Pra’ il 26 giugno u.s., la rappresentante di ADSP, Ingegner Alessandra Mariotti, in sostituzione del RUP (Responsabile Unico Progetto) Marco Vaccari, che non ha partecipato all’incontro), ha confermato la volontà di estendere le aree di cantiere dai 2.000 mq utilizzati attualmente al “dentino” a circa 7.000 mq. (“sfrattando” il terminalista Nuovo Borgo terminal Container dell’imprenditore Salvatore Prato che le ha in concessione, e che a quanto pare, con tale riduzione, sarà costretto a licenziare una ventina di lavoratori dipendenti. Ndr).

Esperti e specialisti portuali si sono espressi in merito, ritenendo illogico e controproducente tale intendimento in quanto, per un semplice “cantiere logistico”, che non richiede alti fondali né pone particolari impedimenti dal punto di vista del “cono aereo”, il sito di Pra’, tra quelli potenzialmente disponibili a Genova, è il più lontano in assoluto dal sito di costruzione della diga, quello peggio raggiungibile sia via terra sia via mare, l’unico non banchinato, quello con più interferenze con le attività operative portuali e quello più vicino ad abitazioni, parchi urbani ed aree ricreative ad alta frequentazione. In aggiunta a ciò, il sito di Pra’ è anche il più pericoloso, in quanto i percorsi dei (tanti) camion e betoniere dovrebbero obbligatoriamente attraversare le aree operative del NBTC, (subito dietro a dune e pista ciclo-pedonale) con notevoli rischi per la sicurezza del personale ivi operante.

La cosa assume un aspetto ancor più surreale se si considera che, tra le sterminate lande desolate ed inutilizzate in dotazione all’ILVA di Cornigliano, c’è un settore, che si affaccia proprio di fronte al sito della nuova diga, in prossimità della sponda destra della foce del Polcevera che, invece, avrebbe tutte le caratteristiche di sito ottimale allo scopo. Un’area occupata da un paio di vecchie gru fuori servizio da lungo tempo, una delle quali, per il collasso dei carrelli, risulta inclinata e sorretta da puntelli, area disseminata di vecchi carri ferroviari, rottami e ciarpame di ogni tipo. Il sito, che è dotato di accesso diretto ed indipendente, fronteggia accosti banchinati non più utilizzati, supera gli 8.000 mq, e potrebbe anche estendersi senza arrecare alcun danno alle attività dello stabilimento siderurgico fino a 12.000 mq e anche molto di più, oltre ad essere anche servito da binari ferroviari.

Non farebbe meglio, il Presidente Signorini, ad utilizzare tali aree, senza disturbare nessuno, anzi, con l’occasione, sottraendole all’indecorosa situazione attuale, smettendo così di portare turbative a Pra’ e a Pegli Lido ? Come è possibile che i Cittadini possano accettare una ennesima, invadente, servitù industriale portuale di fronte alle loro finestre, quando ci sarebbero ben più valide e meno invasive soluzioni ?