Guido Barbazza –
Dopo la poesia “Pra’ “ di Edoardo Firpo, anche l’Inno di Pra’ e l’ Ode a San Pietro” sono andati a prendere il loro posto sul muro della ex-ferrovia, lungo la via Pra’, a ricordare la storia e le tradizioni della Delegazione Praese. I testi in lingua genovese dell’ “Inno de Pra’ “, composto da Bartolomeo “Nino” Durante, e dell’ ”Ode a San Pê”, canto antico dei pescatori di Pra’, incisi su lastre di travertino, dall’undici giugno spiccano sul vecchio muro, visibili sia dai passanti sia dai molti veicoli che transitano lungo la via Pra’. L’opera, promossa dalla FondAzione PrimA’vera, offerta dalla Farmacia Palmaro e patrocinata dal Municipio VII Ponente, è stata realizzata, non a caso, proprio nell’anno del centenario della storica “Società di Mutuo Soccorso Armatori, Marinai e Pescatori di Pra’ “, di cui San Pietro è il Santo Patrono, oltre che della stessa Pra’. L’Inno di Pra’ è un acquarello della Pra’ della spiaggia, dei pescatori, dei contadini, delle industrie operose, mentre l’Ode a San Pietro è il canto tradizionale dei pescatori praesi, e nel finale fa riferimento alla statua di San Pietro, donata dalla Marchesa Viglietti Negrone, un tempo conservata nella nicchia che sovrastava la casetta sede della Società di Mutuo Soccorso, “sul Mucchio”, e che è stata recentemente posizionata su un cippo nel nuovo piazzale “Pescatori di Pra’ “, in prossimità del “PalaMare“. E solo nella Pra’ delle “belle figge”, come recita l’inno, ci si sente a casa e si può respirare, specie in questo periodo di riscoperta e valorizzazione della Delegazione.
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