Francesco Provinciali-
Ha ricevuto più commenti la notizia secondo cui il Pontificio Ateneo Apostolorum ha tolto dal portale “Sofia” del MIUR il corso di formazione sull’esorcismo e la preghiera di liberazione che non quella che ci ha informato che il Ministro dell’istruzione Bussetti ha soppresso il tema di storia all’esame di maturità.
Una scelta pesante ma passata sottotraccia, quasi inosservata.
Da tempo si alleggeriscono i contenuti culturali dei programmi di studio: questa scelta avviene infatti dopo la marginalizzazione della geografia nelle scuole superiori.
Seguendo una deriva di semplificazione culturale trovano più spazio i temi di attualità, i fatti di cronaca, l’assemblearismo svincolato dalla competenza.
Come si può parlare di territorio, stato, nazione, confini, migrazioni, identità nazionali, cittadinanza e clandestinità se non si conoscono i fatti della storia che hanno configurato gli assetti geografici e sociali dentro cui siamo collocati?
Viviamo da tempo in un limbo culturale immaginifico, dove le tecnologie stanno sostituendo la conoscenza personale, in una sorta di presentismo che cancella il passato e ci illude di possedere le chiavi di accesso ad una realtà basata su impressioni, opinioni, approssimazioni emendabili, cancellazione della memoria.
Nel nome della semplificazione del presente e della rimozione del passato rischieremo di formare menti acritiche e prive di ogni motivazione alla conoscenza.
Che cosa viene meno, che cosa “muore” con queste scelte che assecondano una deriva di facilitazione e di “sconto” che pagheremo a caro prezzo, quando le generazioni future brancoleranno nel buio della totale assenza di conoscenze del passato e di svalutazione dell’ambiente come “unico luogo di vita possibile”?
Senza dubbio muore il “genius loci”, quell’anima impalpabile ma sempre presente sottotraccia nella storia e nel mondo che ci spiega da dove veniamo, chi siamo e chi probabilmente potremo essere, che ci fa conoscere ed apprezzare il mondo e il contesto in cui viviamo, dove ogni attimo, luogo, fatto, circostanza, azione, consolidamento, mutamento ha una spiegazione per tutte le domande, a condizione che si sia capaci di porle, a condizione che non si rinunci ad essere ancora e per sempre uomini e donne di ogni posto dell’universo indissolubilmente legati all’esistenza come parte della storia, come parte del “geo” in cui che lo si voglia o no si vive, che ci hanno accompagnato fin qui trovando una collocazione a ciascuno e ad ogni cosa.
Era ora che qualcuno prendesse posizione su questa scelta barbarica del Ministero dell’Istruzione.
Che fa fare i quiz e gli esamini per il patentino della moto ai miei studenti ma non gli fa più fare il tema a traccia storica all’esame di maturità.
Togliere la storia dall’esame finale scritto è come chiudere le porte alle nostre spalle.
Ma come può un Ministro della PUBBLICA istruzione fare scelte di questo tipo?
Se non ci fossero scritte sui giornali queste notizie si penserebbe che sono fake news.
La storia è ciò che eravamo prima che diventassimo quelli che siamo.
Per poter scegliere chi vorremo essere.
La storia sono le nostra radici, da dove veniamo, chi erano i nostri antenati, che cosa hanno fatto altri uomini prima di noi.
Cancellare la storia significa cancellare la memoria: a cominciare dalle grandi tragedie del Novecento, dall’Olocausto, dalla Shoah.
Come possono le giovani generazioni crescere senza conoscere i fatti e gli avvenimenti del passato, le correnti di pensiero, il lungo cammino percorso dall’umanità per giungere ai nostri giorni?
Le invenzioni, le scoperte, le guerre, i trattati di pace, le lotte dei popoli per la libertà, i sacrifici dei nostri genitori e dei nostri nonni per consegnarci la libertà faticosamente conquistata?
La Costituzione.
Gli usi e i costumi di un tempo, per apprezzare il presente.
Gli errori compiuti affinchè non si ripetano.
Personalmente ho preso contatto la la senatrice a vita Liliana Segre, testimone della Shoah, una delle ultime voci narranti di quell’epoca.
E mi ha chiesto di sostenere la Sua battaglia per rimettere la traccia storica alla prova di maturità.
Maturità: bella parola che viene svuotata di senso se si cancella la memoria del passato.
Allora la maturità (che è figlia dello studio e dell’esperienza) diventa coperta da una patina di superficialità e di leggerezza.
Chi dimentica il passato, chi lo rimuove, chi lo trascura nel ricordo devoto verso chi ci ha preceduto per il trionfo del bene sul male, spesso è costretto a riviverlo.
E chi non conosce le atrocità commesse dall’uomo nella sua lunga storia sulla Terra, rischia consapevolmente o meno, di ripeterle.
La storia siamo noi. Nel bene e nel male.
Togliere la storia dalla maturità è una follia culturale.
Allora togliamo anche il tema stesso.
Tutto è storia. Tutto.
Insegno storia e geografia alle superiori da molti anni. Eì vero ciò che è scritto nell’articolo: da tempo si vuole togliere non solo lo studio della storia ma anche quello della geografia, specialmente negli indirizzi umanistici.
Credo sia un grave errore e non ne comprendo la ragione.
Alla gente forse non interessa sapere cosa studiano i propri figli a scuola, ma tra la lettura del quotidiano o le attualità e lo studio di storia e geografia c’è una bella differenza. La nostra scuola si sta impoverendo nei contenuti.
Ma toglere dall’esame di maturità un tema a traccia storica è un gravissimo errore didattico e nel tempo si rivelerà un danno enorme per l’umanità.
Come scrive chi ha scritto questa riflessione brancoleremo nel buio totale sul nostro passato.
Conoscerlo serve ad evitare che gli errori e il male si ripetano. Imporre l’oblio della memoria significa vivere solo del presente, di cronaca e non di storia.
C’è una bella differenza.
Mi domando con tutto il rispetto per il ruolo: ma come fa un Ministro dell’istruzione a compiere certe scelte scellerate?
Concordo: allora togliamo l’esame di maturità del tutto, chè a furia di impoverirlo, non ha più significato, tanto che tutti abbiamo consciuto ragazzi usciti col massimo che poi hanno floppato in universita’ e viceversa.
Pensare di togliere la traccia di storia e’ come dire, azzeriamo le nostre radici ed entriamo tutti in un amalgama indistinto…Non mi piace punto.
Togliamo la storia, togliamo lo studio, togliamo gli esami e azzeriamo la maturità.
Sostituiamo tutto con smartphone, whatsapp, tweet, selfie e giochi vari al paese dei balocchi.
La scuola anzi la “Scuola” era una cosa seria, adesso sta diventando peggio dei telequiz e del talk show.
In quale futuro possiamo sperare se cancelliamo il nostro passato?
Ministro, ripensaci.
PS Si aspetterebbe un cenno di consenso dalla politica e dall’ANPI visto la la senatrice Segre si sta battendo perchè non venga dimenticato l’Olocausto.
Ci vorrebbe una presa di posizione delle scuole, dai Presidi agli insegnanti, agli studenti.
A poco a poco le materie importanti sono sostituite dalla lettura dei quotidiani in classe. Si insegna l’educazione alimentare, ad attraversare la strada e a non mettersi le dita nel naso.
Ma la scuola formativa, quella delle basi solide e della cultura va scomparendo.
Invece che formare menti critiche – come chiede Francesco- formeremo zombie privi di storia personale e di identità sociale.
Uno vale uno, cioè vale zero.
Un po’ di anni li ho sulle spalle e i miei studi sono ormai lontani.
Ma quando guardo l’album di famiglia e rivedo i miei antenati, i luoghi , le vicende del passato è come se si aprisse il libro della mia storia personale che mi porta altri ricordi: genova del tempo che fu, Pra’ ancora con la spiaggia, la gente e le usanze dei tempi andati.
Nei libri di storia si raccontano trame più importanti ma sempre legate alla vita di ciascuno di noi.
E’ semplicemente aberrante rimuovere il passato, resterebbe solo il vuoto alle nostre spalle.
Non avrei mai immaginato ad una certa età di sentir parlare di una scuola ridotta così male, che toglie la storia dal suo bagaglio culturale.
Non ci resta più niente, solo il Festival di Sanremo (di quest’anno, quelli precedenti appartengono ad una storia che non c’è più).
Una vergogna per il popolo italiano
Una figura pessima per il mondo che guarda l’Italia di oggi, che va allo sfacelo.
Purtroppo abbiamo l’ennesima conferma della deriva della scuola italiana. Sembra quasi che tutti i governi siano concordi nel distruggere la scuola e la cultura