Guido Barbazza –
La scelta, saggia e vincente, del Comune di Genova di candidare il progetto “Ridiamo il mare a Pra’-Palmaro” della FondAzione PRimA’vera (sostenuto dal Consiglio di Comunità Praese e lanciato tramite il tavolo tecnico “Pra’lmarium”) al Bando Inter-Ministeriale “Pinqua”, costituisce una pietra miliare importantissima per il recupero e la valorizzazione del tratto di ponente di litorale praese, quello compreso tra il torrente Branega ed il rio San Giuliano. Si aprono così nuovi spazi ed orizzonti per disegnare, e realizzare, un altro pezzo di Pra’ Futura. In questo ambito è anche opportuno fare qualche considerazione in merito all’accessibilità del Bacino Portuale di Pra’ ed al suo collegamento con il territorio di riferimento, Pra’, appunto. Per una serie di motivi derivanti dalla sua tribolata realizzazione, il porto di Pra’ è collegato direttamente alla rete autostradale, attraverso il casello di Pra’, ma, per quanto riguarda il collegamento stradale, esiste la sola “Via al Bacino Portuale di Pra’”, strada portuale, dimessa e poco frequentata, tutta buchi e cunette, percorsa quasi esclusivamente da camion e mezzi di servizio, che si snoda per un chilometro e mezzo verso ponente a ridosso della ferrovia, andando a sbucare, in modo anonimo, dietro alla vecchia stazione ferroviaria di Voltri, un punto dove la viabilità è quasi sempre e costantemente lenta, caotica, intasata. (N.d.r.: è sempre la stessa vecchia strada utilizzata decenni addietro per la discarica portuale, che partì proprio da lì, in modo subdolo, per timore di sommosse da parte dei cittadini di Pra’ se i camion si fossero presentati in centro, dalla spiaggia, dagli stabilimenti balneari, allora in piena attività). A parte ciò, tra Pra’ ed il suo porto, dal Branega al San Giuliano, non solo non esiste un collegamento diretto stradale, ma corre la barriera, la “linea invalicabile”, delle rotaie, traversine, linee elettriche ed inferriate della linea GE-XX Miglia e del parco ferroviario portuale. Viene così naturale pensare alla realizzazione di un collegamento diretto, quantomeno ciclo-pedonale, con l’abitato di Pra’, che troverebbe la sua naturale collocazione in corrispondenza della futura fermata RFI di GE-PRA’-Palmaro. Di fronte a via Nostra Signora Assunta, in corrispondenza delle palazzine uffici del PSA, del Pra’ Distripark Europa, delle Dogane, di Spinelli, del distributore di carburante, degli uffici RFI di Pra’ Mare, ecc. Con un tale collegamento, realizzato tramite sovrappasso ferroviario, magari anche con la creazione di “byke-points” ad uso interno portuale, si potrebbero ottenere tre importanti risultati: 1) Accessibilità diretta al porto per le sue maestranze tramite il treno, ma anche tramite biciclette, ivi incluse quelle elettriche e a pedalata assistita, 2) Agevole collegamento ciclo-pedonale con la città per lavoratori portuali e per gli equipaggi delle navi per ogni tipo di necessità, piccoli acquisti, farmaci, etc. 3) Importante opportunità per la crescita e lo sviluppo delle attività economiche dei negozi e commercianti del Borgo di Pra’-Palmaro. Insomma, una soluzione “Win-Win”, con benefici sia per il porto, sia per le ferrovie sia per i commercianti e i cittadini di Pra’. Il sovrappasso ciclo-pedonale avrebbe una lunghezza di circa 60 metri, stesso ordine di grandezza di quello realizzato un paio di anni fa alla stazione di Sestri Ponente, per un costo di circa 2,8 Milioni di Euro, e potrebbe essere realizzato con linee ancora più eleganti, come, ad esempio, quelle del nuovo sovrappasso ferroviario dell’aeroporto di Trieste-Ronchi dei Legionari, dotandolo di elementi estetici caratterizzanti in varie tonalità di verde: il colore di Pra’, il colore del basilico, ma anche il colore delle gru del PSA Genova-Pra’, colore che andrebbe ad integrarsi molto bene anche con il verde delle dune alberate che verranno. Sono decenni che i cittadini di Pra’-Palmaro subiscono davanti alle loro case l’invasiva presenza di un incessante cantiere ferroviario; sarebbe ora, sarebbe giusto, sarebbe sacrosanto, che RFI, di concerto con Comune e Autorità di Sistema Portuale, cominciasse a programmare, finanziare, progettare, realizzare, il sovrappasso ciclo-pedonale di Pra’-Palmaro, anche nel proprio interesse, visto che aumenterebbe l’utenza ferroviaria, e faciliterebbe quella ciclo-pedonale, contribuendo così allo sviluppo di un trasporto e di una connessione eco-sostenibile per i lavoratori e i visitatori del principale porto container nazionale.
E dagli anni 90 che viene chiesto qiesto collegamento con il porto visto che le attività produttive da questo porto hanno avuto solo danni economici spero che non si debba aspettare altri 30 anni e che il modello Genova non sia stato solo uno spot
Una importante proposta per l’abitato di Palmaro che concilia e le esigenze di chi in porto lavora e la possibilità di rivitalizzare la vita “commerciale” del sestiere. Sarebbe bello per i cittadini di Pra’ Palmaro e non solo, pensare ad una ciclopedonale, che partendo dal sovrappasso, lato porto, possa arrivare sino all’inizio della fascia di rispetto, lato a mare.
Sottoscrivo la proposta utilissima per Pra Palmaro ed il suo tessuto socio/commerciale.
Sempre più bella Pra in tutti i sentieri!
Una proposta molto interessante e soprattutto “fattibile” visto che a Sestri Ponente è stato costruito qualcosa di analogo. Poi, partendo dal sovrappasso, gli sviluppi ciclo pedonali possono essere molteplici.
Un’ottima proposta basata sulla logica e sul buon senso, semplicemente da realizzare prima possibile. Grazie