Luciano Bozzo #
Questa volta il clima è stato più clemente. Non c’era proprio il caldo sole primaverile ad accompagnare le centinaia di Praesi che hanno sfilato per le vie del sestiere di Palmaro, questo è vero, ma per lo meno questo sabato 15 marzo i manifestanti non hanno dovuto sopportare la gelida pioggia che li aveva invece ostinatamente martellati per tutta la durata della manifestazione e del corteo dello scorso gennaio.
Rispetto ad allora la partecipazione è stata minore, alcune centinaia di persone secondo il Comitato, ma non certo minore è stata la rabbia e la determinazione dimostrata dagli organizzatori e dalla gente per fare cambiare le cose in meglio. La salvaguardia del diritto alla salute e ad una qualità della vita quantomeno decorosa non possono certo continuare ad essere impedite ed osteggiate dall’invadenza del porto container o dell’autostrada.
Per questo motivo il Comitato per Pra’ ha deciso di riportare in piazza la gente ed ha deciso di farlo nel cuore del sestiere di Palmaro, che forse più ancora degli altri sestieri di Pra’ ha pagato e continua a pagare il prezzo più alto all’invasività ed alla forzosa convivenza con le imponenti infrastrutture che lo cingono letteralmente d’assedio e lo stringono in una pesante morsa di inquinamento, rumore, scarsità di spazi di vivibilità ormai non più sopportabile dai residenti; residenti che anziché il lavoro e la ricchezza promessa anni addietro dal porto hanno ottenuto un numero di posti di lavoro risibile per il territorio ma in compenso hanno visto il valore delle loro case deprezzato tra il 30 ed il 50 %.
Il luogo di ritrovo è costituito dai giardinetti di Via de Mari, un minuscolo spazio di verde tra gli alti palazzi del quartiere.
Qui Nicola Montese traccia quelli che devono essere i primi obiettivi per il sestiere di Palmaro: allontanare i container dalle case, iniziando da subito a fare rispettare l’accordo stabilito nel 2011 con l’Autorità Portuale per non impilare i contenitori oltre il terzo “tiro” (ovvero non più di tre livelli in altezza) e la copertura di quel tratto di circa cinquecento metri di autostrada, unico tratto autostradale tra le case del Ponente genovese a non essere stato ancora coperto ed insonorizzato.
La testimonianza di chi abita a soli cinque metri dall’autostrada e non si vuole però rassegnare a vivere da recluso nella propria abitazione senza mai aprire le finestre per non essere sopraffatto da rumore e inquinamento dimostra quanto questa azione sia non più rinviabile e debba invece essere attuata quanto prima.
Un altro obiettivo da perseguire è avere quanto prima l’elettrificazione delle banchine portuali per “silenziare” i
rumorosissimi gruppi elettrogeni delle mega navi ormeggiate, cosa promessa dall’Autorità Portuale ma al momento rimandata visto che la stessa Autorità ha voluto iniziare ad elettrificare le banchine nell’area delle riparazioni navali
nel porto di Genova, relegando il nostro porto del Ponente in lista d’attesa, se mai ci saranno le risorse economiche necessarie.
Inquietano e preoccupano poi i lavori del cantiere ferroviario davanti alle case di Palmaro con la movimentazione di sostanze pericolose fatta all’insaputa dei cittadini e dell’amministrazione municipale.
Giusto due anni fa l’Ingegner Mercatale, alto funzionario di Rete Ferroviaria Italiana, intervenendo a Voltri in un incontro pubblico con il Municipio e la cittadinanza, annunciava lo spostamento a mare dei binari davanti a Pra’ Palmaro per liberare un lembo di territorio che dovrebbe costituire una zona cuscinetto di vivibilità tra l’abitato da una parte e porto e ferrovia dall’altro; oggi invece i binari si moltiplicano davanti alle case e quelle parole sembra quasi che non siano mai state proferite.
I rapporti con ferrovie, Società Autostrade ed Autorità portuale risultano sempre molto difficili, non solo per il Comitato per Pra’, ma anche per il Municipio, come spesso si sente affermare dalla stessa giunta municipale; appare quindi molto importante il dialogo avviato con la P.S.A. (ex V.T.E. la multinazionale asiatica che gestisce le attività portuali); questo anche per esser certi che i contributi economici che la P.S.A. è disposta a dare come parziale contropartita per i forti disagi arrecati ai residenti vadano poi spesi dalla pubblica amministrazione solo a beneficio del territorio di Pra’, e non ad esempio per il Teatro Stabile di Genova, come si vocifera.
Il Municipio, il Comune, i Partiti, afferma il Comitato, non sono più in grado di tutelare e rappresentare i cittadini ed anche alcuni comitati del Ponente sarebbero in realtà espressione o emanazione di quegli stessi partiti che non riescono a difendere gli interessi della gente. E allora i cittadini, i residenti devono farsi carico di intervenire in prima persona, cosa che finalmente anche a Pra’ ha iniziato ad accadere già da qualche anno: “il territorio è di chi ci vive”, conclude Montese.
E se i partiti fanno sempre più fatica a raccogliere e rappresentare le esigenze del territorio ecco che i giovani provano allora ad organizzarsi diversamente; ne è testimonianza l’esperienza di un gruppo di ragazzi che ha dato vita al “Collettivo 334”. Il Collettivo si ispira, nel nome, alla brigata partigiana attiva nella nostra zona negli anni della Resistenza, e vuole proporre un modo diverso di fare politica, aggregazione, proposta sociale al di fuori delle sedi dei partiti più o meno tradizionali.
Le centinaia di persone, convenute alla manifestazione hanno poi sfilato in corteo tra le vie del borgo di Palmaro, Via Pra’ ed il casello autostradale per dare maggiore evidenza alle sacrosante esigenze di questa parte di Delegazione.
I temi e gli obiettivi sollevati dalla manifestazione sono chiari, totalmente condivisibili e condivisi dalla quasi totalità
della gente che vive a Pra’; sono portati avanti dal Comitato per Pra’ così come dalla FondAzione PRimA’vera così
come da diverse altre realtà del nostro territorio.
L’auspicio è che grazie ad una maggiore collaborazione e ad una crescente partecipazione attiva e diretta dei Praesi
questa volta, non solo non si accetti più di essere sempre presi in giro da vaghe promesse, quasi mai realizzate,
ma si possano portare a casa risultati tangibili e di sostanza, per il bene di tutti, per il bene di Pra’.
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