Bellicosa –
Una riflessione si impone, vedendo questi registri, le cui foto ci sono giunte da numerosi lettori.
Ieri
Pra’ fu Comune autonomo, dal 1797 al 1926, in seguito assunse lo status di Delegazione della città di Genova, ed oggi fa parte del Municipio VII Ponente, (Pegli-Pra’-Voltri). Conta una popolazione di circa 26.000 abitanti, suddivisi negli storici sestieri di Borgo Foce, Palmaro, Sapello, Longarello e nei più recenti Ca’ Nova e San Pietro. L’annessione alla Grande Genova, avvenuta come detto nel 1926, con Decreto Fascista, ebbe una genesi del tutto forzata per gli abitanti, che non furono minimamente consultati. Negli anni ’70, inizia per Pra’ una spirale negativa: sempre forzosamente, gli antichi confini naturali del suo territorio vengono smenbrati e le aree che ne risultano, accorpate alle limitrofe Pegli e Voltri.
Soprattutto nell’entroterra, cio dà origine anche alla distruzione di molte “piane del Basilico”, pregiato ed unico per fragranza e tipicità. In seguito, inizia una scriteriata occupazione dei quartieri collinari, un tempo dolci pendii verso il mare , e da allora luogo di insediamenti di edilizia popolare invasiva e deturpante , un esempio per tutti, le Lavatrici ed i palazzi a schiera del tutto anonimi ed alienanti di Ca’ Nova. A partire dal 1974, iniziano i lavori per il Porto Commerciale, con l’ interramento di tutto il pregiato litorale e la creazione di un’enorme piattaforma, per la realizzazione della quali i Praesi sopportano 30 anni di traffico per scaricare terriccio atto a formare il terrapieno, in cui confluiscono materiali anche sospetti ed insalubri, per non parlare di tutto il pulviscolo che abbiamo respirato, e del via vai ininterrotto di grossi camion h24. Le Associazioni storiche sportive che operavano sulla spiaggia, chiedono con forza ed ottengono uno spazio acqueo, il Canale di Calma.
Segue un periodo, potremo dire di depressione, accettazione supina del disastro ambientale, un limbo nel quale precipita Pra’ ed i suoi cittadini, beffati oltretutto dal fatto che, per un lunghissimo periodo, il Porto ed il Casello di uscita, entrambi in pieno territorio praese, sono inspiegabilmente denominati “ di Voltri”. Un’intero paese, dal passato glorioso, rischia di scomparire dalle cartine e mappe geografiche.
Oggi:
Il resto, è storia recente, pian piano avviene il risveglio delle coscienze, nascono movimenti popolari, il Comitato per Pra’, il Comitato Culturale Praese, ma è con il lancio del “Praino” (2009), mitico giornale formato tabloid, autofinanziato e persino piegato e distribuito da un manipolo di patrioti/pionieri, (di cui chi scrive ha l’onore di essere stata parte integrante dall’inizio), che inizia il cambiamento. Il giornale, distribuito nelle edicole , diventa la voce del dissenso, accompagnato dalle proposte, informa, diverte , irridendo gli amministratori ed il porto, viene tirato in oltre mille copie bimensili. Titoli ad effetto, disegni satirici, giochi di parole, interviste, la presa di coscienza continua e si affina, mentre, conclusi i lavori del Porto, inizia ( sulla forte spinta della gente e del Municipio) una prima e parziale opera di mitigazione e compenso ambientale: la realizzazione della Fascia di rispetto, sulla quale sorgono la Piscina , il Centro Remiero, il parco Dapelo, il Campo di regata per il canottaggio, il Campetto di calcio, la Pista ciclabile, 
complessivamente nella prima decade del duemila, ed in seguito, per i successivi anni, i lavori del Por Pra’ Marina, strettamente seguiti e monitorati da chi…? Dal consueto gruppo di duri e puri praesi, nel frattempo infoltito, che mette a disposizione tempo, talenti e conoscenze. Nasce la “FondAzione PRimA’vera” ( in questa curiosa grafica, riconosciamo i termini Azione e Pra’, che sono un pò la sintesi di ciò che facciamo) e da essa edita, dall’esperienza del “Praino”, SuPra’ Tutto (tutto su Pra’), giornale a geometria variabile, dapprima online e successivamente cartaceo; escono 4 numeri all’anno, ogni numero è un prodotto da collezione, carta patinata, ricchezza di pagine e foto. Il Magazine è l’amplificatore della voce dei cittadini e la fedele cronaca dei successi ottenuti: in primis, dopo una costante battaglia il casello ed il porto vengono ufficialmente ri-denominati in modo corretto.
L’ uscita austradale di Pra’, che conduce anche al Porto di Pra’, rispettivamente 2014 e 2017. E’ il trampolino di lancio, l’ esigenza primaria di ogni cosa: il NOME , l’IDENTITA’. Da allora, entriamo nel futuro.
Domani:
Dopo questo excursus di quasi un secolo, per brevità molto sintetizzato, ci proiettiamo in una nuova dimensione, la Pra’ Futura, che ritorni ad essere bella, seppur in modo diverso, come un tempo…Obiettivi, Porto amico, interlocuzione con le Istituzioni per Progetti migliorativi, recupero delle Tradizioni storiche di Pra’, attenzione ai giovani: questo e molto di più, come ben sa chi ci legge dalle pagine del Magazine e si guarda intorno, notando i continui cambiamenti. La premessa rivela come Pra’, a questo punto, abbia bisogno di rappresentanti amministrativi e bilanci propri e dedicati. Essa ha interessi peculiari, del tutto diversi dalle limitrofe localita, ma fino a non molti anni orsono, tutte le decisioni che la riguardavano venivano assunte altrove, presso altre sedi. La città metropolitana di Genova, sede amministrativa, dista oltre 15 chilometri, e contiene molti comuni autonomi ben più piccoli di Pra’, come Arenzano, (11.400), Cogoleto (8.900), Mele ed Acquasanta, sui 3.000. Mentre , ripeto, Pra’ ne conta 26.000! Il Municipio discute e delibera a Voltri, dove ha la sede ufficiale, peraltro nemmeno baricentrale rispetto all’estensione del Municipio VII.
Per concludere, lancio la seguente riflessione: Pra’ ha pieno diritto, per la sua storia, per le caratteristiche che la distinguono, in primis la presenza del porto, per le sofferenze che ha vissuto e per quanto ha lottato e lotta per emergere , ad una sua corretta identità ed autonomia… Pra’ Comune, un sogno? If you can dream it, you can do it… se lo puoi immaginare, lo puoi fare.
Analisi lucida e puntuale Elisa
Complimenti x Il vostro impegno!
Stupore e meraviglia nell’ammirare questi preziosissimi testimoni di un tempo che fu’. Ringraziamento doveroso a chi da alcuni anni ci ha documentato e continua a farlo, con pezzi di storia genovese , in questo caso “di pra’”non permettendoci , come è doveroso che sia , di dimenticare la nostra origine. Questo perché ricordare chi siamo, da dove veniamo e come eravamo, può essere utile per costruire il futuro. Chi ha redatto questo articolo ci fa capire quanto siano giuste le battaglie e le prese di posizione di chi ogni giorno combatte (anche per noi) per ridare al territorio , a Pra’ nel caso specifico , quanto le è stato tolto. Nella speranza che ritorni ad essere bellissima come prima. Grazie “Dolcenera”
Bella ricostruzione storica della “vita” di un piccolo borgo come il nostro ma con una notevole personalità! Speriamo che le operazioni che restano ancora da fare per ridare almeno in parte, lustro allo stesso, vengano portate presto a termine coinvolgendo specialmente il sestiere di Palmaro che è stato decisamente depredato delle sue naturali e antiche bellezze ed aspetta ancora oggi quel risarcimento per i danni subiti irreparabilmente, promessi e ancora di la’ da venire!
Ampia disamina storica ma soprattutto (su pra’ tutto) una forte testimonianza nell’oggi e una coraggiosa proposta per il prossimo futuro. Una voce d’orgoglio per il Ponente.
Condivido in toto analisi e metodo: ieri, oggi domani.
Non è solo il titolo di un film celebre di Vittorio De Sica (guarda caso del 1963, la data del focus del boom economico e del rilancio del Paese) ma un excursus, una constatazione, un progetto.
Passato,presente futuro.
Tendenza storia verso l’autonomia e il decentramento: lo Stato è laico e unitario, le autonomie locali sono i suoi valori aggiunti.
Negli ultimi decenni, diciamo dal 1975 in poi, il decentramento autarchico ha prodotto una sovrabbondanza di burocrazia (sommando leggi nazionali e regionali ne abbiamo 4 volte quelle della Francia, 8 volte quelle della Germania, 16 volte quelle della Svezia)e ha interposto passaggi onerosi e improduttivi tra il governo centrale e la nazione.
La nazione è il popolo, il popolo siamo noi.
Quanto ci costa questa elefantiaca iperproliferazione di enti?
A cosa serve “questo” tipo di decentramento se moltiplica i disagi dei cittadini anzichè risolvere i suoi problemi.
La soluzione migliore è sempre quella che valorizza i luoghi, i contesti, gli ambienti, il genius loci.
Non quella che frappone l’ipertrofia moltiplicativa degli apparati intermedi.
Perciò: ben venga una spinta verso l’autonomia di Prà. Vedere le immagini in cima al testo mi fa venire in mente quando azioni e decisioni avevano la stessa origine e il medesimo contesto.
Semplificazione delle procedure, amore per la terra natia, conservazione del patrimonio culturale, naturale, artistico di un ambiente di vita dovrebbero essere gli obiettivi primari di una politica lungimirante.
Prà ha uomini e risorse da valorizzare in un contesto istituzionale autonomo.
Sono almeno venti anni che lo sostengo. Se Prà fosse stato Comune non si sarebbe compiuto lo scempio ambientale che sta davanti ai nostri occhi. Il corpo intermedio tra Stato e cittadini sono i Comuni, che tramandano conservandola la cultura radicata nel territorio.
La globalizzazione ha finito per favorire le concentrazioni economiche e finanziarie di potere e per punire e ridimensionare a ruote di scorta le periferie, urbane o dei piccoli centri.
L’italia è paese di forti tradizioni autonomistiche, pur conservando l’impianto dello Stato unitario. La politica è autoreferenziale e verticalizza sempre il proprio potere. Per capire come è descritto il nostro Paese
, gli umori e i sentimenti della gente basta leggere il 54° Rapporto del CENSIS. Uno specchio con fermo immagine della società italiana.
https://www.mentepolitica.it/articolo/il-sistema-italia-una-ruota-quadrata-che-non-gira/1992
La lettura non obbligatoria ma l’analisi del CENSIS (come sempre, dal dopoguerra ad oggi) ci insegna e spiega molte cose che ci riguardano e sulle quali dovremmo riflettere.
Complimenti per questa “riapertura” di un tema per noi cruciale.
Persone come Guido Barbazza e Niclo Calloni, sono un patrimonio per Prà, la memoria storica di quel che è avvenuto, la razionale analisi del presente che si basa su una esperienza professionale internazionale, di assoluto rilievo. Una base da cui ripartire.
Grazie a tutti, sono contenta di avervi interessato con questo mio , a cui attribuite tanti meriti, ma ip ho solo messo in fila avvenimento storici che hanno segnato il passaggio dal 1920 al 2020, all incirca. Non solo un ” come eravamo”, ma anche come siamo e cosa diventeremo qui a Pra’.
Ieri , oggi, domani: dice bene Francesco, che ha il gusto per i titoli famosi in letteratura e cinematografia..
Confermo: l accentramento della governance alle capitali, ai capoluoghi ha i giorni contati.
Lo vediamo in questo periodo di pandemia, molto spesso hanno lavorato meglio i governatoro che Roma.ed e” solare perche’ cio avviene: essere sul territorio consente provvedimenti piu mirati ed adatti ad esigenze diversificate . E’ forte il potere di controllo ed indirizzo che i cittadini posso esercitare. Per forza, sono li#!#
Analogamente, il decentramento anninistrativo locale puo essere solo che positivo.
Grazie di cuore, amici lettori
Pra’ Comune, bisogna insistere e lavorare tutti con impegno perchè ciò avvenga!!