Giuseppe Bruzzone –
Il 22 Novembre ricorre l’anniversario della morte di John Fitzgerald Kennedy 35°presidente degli Stati uniti d’ America (U.S.A.) dal 1960 al 1963, ucciso 60 anni fà nell’ attentato passato alla storia in quel di Dallas in Texas.
Un personaggio che ha caratterizzato la storia della seconda metà del ventesimo secolo dopo la fine della guerra di Corea .
Di famiglia altolocata di Boston con origini irlandesi, il padre ricco uomo di affari, ambasciatore a Londra, molto ambizioso lo educò a dare sempre il massimo come gli altri sette fratelli. Durante la giovinezza soffrì di gravi malattie, ma nonostante questo partecipò alla II Guerra Mondiale in Marina, eroe di guerra, giovane senatore dello stato del Massachusett, poi primo Presidente cattolico degli U.S.A. Un uomo da record.
Io ero un balletta di otto anni, nonostante l’ età lo conoscevo per come lo può conoscere un bambino: fu mio padre a farmelo conoscere, lo riteneva un personaggio diverso dai politici dell’ epoca, lo avevano colpito i suoi pensieri politici molto moderni.
Alla sera dopo cena leggeva il giornale, mi chiamava a se’ “ Pino vegni lezemmu cose succede in tu Mundo” e in poche parole mi descriveva le notizie del giorno e mi parlava con entusiasmo di questo presidente degli Stati Uniti d ‘America che in quel periodo dal 1961 al 1963 era molto attivo.
Anche a scuola avevamo notizie di lui: la nostra maestra fino alle classe terza Rosa Bertolotto ne parlava tra le varie notizie del mondo; perchè era il periodo della corsa allo spazio tra l’URSS egli USA, i missili Mercury, gli ammaraggi in mare, la portaerei Forrestal, le marce per la pace, il papa Giovanni XXIII, tutti avvenimenti che John Kennedy toccava.
Da mia madre invece ricevevo notizie “ cietose”. Kennedy aveva sposato una donna benestante e bella dell’ alta società di New York: si chiamava Jaqueline Beauvier per tutti Jacky.
Conobbi così come diceva mia madre la mia prima “Firstledi”, fascinosa protagonista delle riviste femminili come ‘ Oggi’,‘Novella’, ‘Confidenze’. Io quando mia madre aveva una rivista di quelle la sfogliavo, andavo alla ricerca di articoli e foto spesso della famiglia con il presidente, la moglie e il primo figlio John-John. Formavano un bel quadretto familiare confesso che volevo essere suo fratello.
Diventai così un simpatizzante kennediano, a Pra’ fondai il primo PDKP: Partito Democratico Kennediano Praese di cui ero il segretario. Tra i miei compagni di classe e
di via Ratto cercavo di fare proseliti ma Niclo, Piero, Agostino erano più orientati al Genoa-Sampdoria e alle figurine Panini, per cui a malincuore rimasi l’ unico rappresentante a Prà e in Italia del PDKP.
Crescendo la figura del presidente cominciai ad approfondirla, amante di Storia sono entrato in argomenti più profondi, alle prime immagini edulcorate che avevo si aggiunsero le ombre: la guerra fredda, il muro di Berlino, i missili a Cuba, Nikita Krusciov, lo smacco dello sbarco nella baia de Porci a Cuba, la decisione della guerra in Vietnam, la questione razziale; politicamente nei tre anni non si fece mancare proprio nulla.
In campo privato si dice di connivenze con la mafia italo- americana, amante niente meno della mitica attrice Marilyn Monroe: famosa la festa di compleanno con l’ attrice che esce da una gigantesca torta cantandogli ‘ Happy birthday to you’.
Nonostante ciò sono rimasto un kennediano e sempre unico segretario del PDKP.
Le idee positive dell’uomo sono sempre valide: la pace, il disarmo, l’ integrazione razziale sono argomenti che sono stati praticamente lanciati da lui.
Peccato che fu lasciato governare solo tre anni magari quei temi li avrebbe sviluppati meglio.
Aveva un fratello minore: Robert detto Bob che seguì le sue orme continuando le sue idee, fu fermato anche lui, ma questa è un’ altra storia.
Non chiedete cosa il vostro paese può fare per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese
Non dobbiamo mai negoziare per paura, ma non dobbiamo mai aver paura di negoziare
La pace mondiale, come la pace della comunità, non richiede a ciascun uomo di amare il suo prossimo – richiede solo loro di vivere insieme nella reciproca tolleranza, sottomettendo le loro dispute ad un giusto e pacifico accordo
Giuseppe ha il dono raro di farci tornare indietro nel tempo, da “balletta” appunto e rivivere con noi la storia gli avvenimenti, i personaggi.
Calando qs contenuti nel nostro contesto, riportando alla memoria e magari in tante sue riflessioni, del bambino di allora e dello scrittore di adesso, non è difficile ritrovarsi e riconoscersi. Bravo!
Grazie Giuseppe perché anche questa volta ci hai regalato un momento importante di memoria e di riflessione. Ricordo anche io, che all’epoca ero ragazzina, l’entusiasmo e l’ammirazione che Kennedy suscitava: un politico giovane e brillante, che usava un linguaggio nuovo e dal quale ci aspettavamo grandi cose, soprattutto nuove cose. Purtroppo la sua fu una presidenza breve, ma molto innovativa e significativa. La sua vita e quella del fratello Bob furono di ispirazione per molti giovani… Un periodo di grande fermento politico e intellettuale. Grazie Giuseppe per avermi fatto ricordare tutto questo.
Complimenti per il racconto visto con gli occhi da bambino, ricordi indelebili di un uomo politico diverso, che ci ha colpito. Nel 1969 ho vissuto a N.Y e ricordo le librerie con libri e immagini e la gente ammirata e triste per la perdita del Presidente. Chissa’ se continuava. Una piacevole lettura di storia condensata del passato, grazie Giuse
Jhon Kennedy un presidente diverso anche per me giovane ragazzo degli anni ’60’dove sentii per la prima volta parole che sono attuali: disgelo, integrazione razziale, solidarietà, amicizia tra i popoli, anche se nei fatti non sono tanto attuati, ora nel mondo ci sono persone che cercano di attuarle. Grazie Giuse che hai riportato a galla ricordi giovanili