La Redazione:
ospitiamo il contributo di Francesco Provinciali, diventato un “dono” domenicale atteso da tanti lettori di SuPra’tutto, che ne apprezzano i contenuti.
Non è malata di sindrome da risarcimento quella parte di società che reclama ogni giorno, in modo accorato, verità e giustizia. Ma se questo avviene con intensità crescente vuol dire che stiamo varcando l’anticamera della disperazione, perché verità e giustizia sono ormai tangibilmente espunte dal nostro orizzonte esistenziale, quasi come se le cercassimo, senza trovarne traccia, in ogni meandro della nostra vita sociale. E’ pur vero che i fatti di cronaca nera sono sempre esistiti, che adesso se ne parla di più perché TV e giornali amplificano crimini e delitti. Resta il fatto che – senza essere profeti di sventure – cogliamo intorno a noi una crescente percezione di insicurezza. Non so a quale Paese si pensi quando si parla di “Italia felix”: a volte la descrizione delle cose discende più da un’ottimistica immaginazione che da una aderente osservazione della realtà. Ci tocca ascoltare, vedere, approfondire fatti di cronaca dove la violenza prevale sulla normalità fino a declassare il concetto stesso di bene e la doverosa cura della vita suscita timori e apprensioni che appaiono una deriva quasi inarrestabile. Il mondo intorno a noi – tra terrorismo, soprusi, aggressioni, furti, malefatte, violenze fisiche e morali, imbrogli, persecuzioni – celebra l’ostentazione del male e la sua inarrestabile corsa nel superare se stesso in efferatezza e criminalità. Si naviga a vista – senza rassicuranti protezioni – tra inquietudini devastanti, solitudini inascoltate, soccombenza delle vittime senza riscatto, come in una sorta di girone dantesco del male, una caienna infame nella quale ci sentiamo deboli e impantanati. Da quando viviamo rassegnati nella globalizzazione della società liquida si confondono il bene e il male, il relativismo dei valori porta a giustificare tutto, a trovare attenuanti, a perdere di vista la verità lungo i tortuosi e incerti sentieri della giustizia umana, sovente offuscata dal paradosso dei dettagli piuttosto che dall’accecante verità. Perché da una parte ci sono le vittime e dall’altra i carnefici: si dice “nessuno tocchi Caino” ma mi sembra che Abele sia ormai rimasto senza tutele, colpevolezza e innocenza spesso sono ribaltate da una lettura affabulatrice e mistificatoria della realtà. Troppo male resta impunito: questo avverte la gente comune. Viviamo in un mondo dove si sta imponendo una concezione giustificativa del male: di fronte a gesti di esplicita, efferata violenza criminale si percorrono improbabili percorsi di spiegazione retrospettiva (“era un bravo ragazzo”, “aveva sofferto da piccolo”, “non voleva arrivare a tanto”, “è stato preso da un raptus”, “era incapace di intendere e di volere”….). Si aggiunga che – in nome del dubbio presunto– anche la più recente normativa produce non poche incertezze che allontanano il perseguimento della verità. L’evidenza di certi fatti è messa a dura prova: la depenalizzazione dei reati cd. “minori” alza il livello di illegalità diffuso come consuetudine socialmente metabolizzata e subita, i delitti, i gesti di violenza, gli atti illeciti restano spesso impuniti tra processo breve, riduzione della pena, attenuanti generiche, facoltà di non rispondere, consulenze periziali che spiegano la gravità dei reati con l’asserito offuscamento della coscienza e della volontà. Ogni giorno siamo sommersi e annichiliti da notizie feroci, l’una leva l’altra. “Chiediamolo a loro”….: chiediamo ai familiari delle vittime come si sopravvive senza la consolazione della verità e della giustizia. C’è una sola risposta, attesa da tutti: la chiarezza del diritto e la certezza della pena. Dato che la sicurezza individuale e sociale non è un optional questa risposta va data al più presto.
L’attualita’ e’ zeppa di notizie l’una piu’ efferata dell’altra,le atrocita’ che la mente umana (umana?)produce sono illimitate, quindi il bisogno di GIUSTIZIA e’ veramente grande, assieme alla sete di PACE e di BONTA’: parole leggermente in disuso, purtroppo, ma per chi ci crede ancora, profondamente importanti, fondamentali per la nostra vita.
Trovo di vasto interesse la tematica dell’articolo pubblicato,grazie.
In Italia c’è chi ha solo diritti e chi ha solo doveri.
Indovinate un po’ da che parte si trova la gente “normale”?
Saranno i giornali, sarà la televisione ma ogni giorno siamo sommersi da notizie di cronaca nera. Il Parlamento invece che approvare leggi più severe fa condoni e sconti di pena, depenalizza i reati, riduce la detenzione carceraria. Io non sono un forcaiolo ma penso che una punizione esemplare sia il migliore deterrente per fermare l’ondata dilagante di crimini. Il fato è che ci si sta facendo il callo: le vittime sono rassegnate e sempre indifese e i carnefici sanno di farla franca. Si aggiungano alcuni avvocati con tanto pelo sullo stomaco, che vogliono fare assolvere e passare da santarellini anche i peggiori criminali e assassini. La gente veramente non ne può più. Le forze dell’ordine ce la mettono tutta per arrestare chi delinque ma regolarmente costoro vengono messi fuori dopo 24 ore. Chi è espulso dall’Italia esce dal Tarvisio e rientra a Bordighera. Siamo un Paese ridicolo. Provate ad andare in Australi, Canada ma persino in India o in Cina: se non siete più che in regola siete trattenuti per tutti gli accertamenti del caso. Qui entrano tutti, senza controlli, senza limiti: le punizioni sono simboliche e ridicole, e tutto finisce sempre con una bella fiaccolata o una marcia della pace. I palloncini colorati volano in cielo e le vittime finiscono sotto terra, senza giustizia e spesso senza verità. Articolo per me attualissimo che più attuale non si può.
Siamo circondati dalla violenza: fisica, verbale, psicologica.
Pochissimo difesi, esposti alla delinquenza e alla malavita. Anziani, donne, bambini sono le prede e le vittime più facili. Il buonismo e il perdonismo rendono impuniti i crimini, i delinquenti si sentono tutelati da una legge permissiva che non esiste altrove. I reati cosiddetti minori sono stati depenalizzati e per furti, scippi, aggressioni, stalking non si resta nemmeno più in carcere. Anzi, non ci si va proprio. Penso che L’Italia sia un Paese troppo concessivo, la gente si abitua al peggio: gli onesti a subire e i criminali a fottersene delle forze dell’ordine e del rispetto della legge.
Si aggiungano gli imbrogli pubblici e privati, il senso diffuso di impunità, la certezza di farla franca. NON, secondo me l’Italia non è un paese “felix”, come certa politica vuol far apparire. Basta tastare il polso della gente comune, che deve arrendersi o farsi giustizia da sè. Con il rischio di subire il paradosso di una sanzione o di una incriminazione per essersi difesi. Cosi non va.
L’ Italia e’ alla deriva e la colpa non ,e’certamente della gente comune onesta ma dei disonesti comuni e non.Non esiste liberta’ laddove non si puo’ fare una semplice passeggiata senza aver paura di essere violentati,derubati,pestati con l’ aggravio di non essere difesi da nessuno anzi gli aggressori godono della liberta’ regalata loro dal nostro governo.La gente non vive ,sopravvive…questa E’ l’Italia Felix.Grazie Dottor Provinciali per questa verita’ amara.Grazie per i suoi articoli e grazie di condividerli con noi lettori di Supratutto.
Penso che la violenza ci fa paura ma la tolleriamo come fatto di costume fino a quando non ci tocca da vicino. Per la legge dei grandi numeri… “tocca sempre agli altri”. Per questo seguiamo come spettatori interessati i talk show televisivi dove si fanno le “anatomie” dei delitti, in forma giornalistica e fuori dai processi in tribunale.
Questi programmi, i titoli dei giornali ci fanno dire “Non se ne può più”…. “Siamo arrivati al peggio del peggio”…. ma sono sempre cose che riguardano gli altri. Per questo è giusta la domanda posta nell’articolo: “Chiediamolo a loro”… Chiediamo alle vittime sopravvissute e ai loro cari che cosa ne pensano di questa escalation di violenza.Ormai abbiamo superato tutti i limiti. L’Italia non è un Paese felice ma un paese sull’orlo del baratro sociale, ci manca di disarmare le forze dell’ordine e fare uscire tutti di galera.
Senza essere forcaioli…. certi meriterebbero di essere sbattuti dentro a vita, buttando via la chiave. Un fatto leva l’altro: omicidi, sfregi, stalking, rapine, furti, aggressioni, scippi, spaccio, stupri ecc.
E le violenze più gravi e nascoste avvengono in famiglia. Alzi la mano chi può dirsi felice di questa situazione. Si aggiunga il malaffare, la corruzione, gli imbrogli, le mazzette ecc. La ciliegina sulla torta. E la gente è sempre più imbestialita e paralizzata dalla paura.
Certezza del diritto e delle leggi, certezza della pena. Questa è la ricetta per vincere la paura e per cercare di diventare un Paese normale. Altrove ci si riesce, ci sono regole severe, specie in materia di immigrazione clandestina e di criminalità importata dall’estero. Non si può arrivare a decidere per la disperazione di farsi giustizia da soli. Come cittadini siamo abbandonati a noi stessi, la politica è lontana anni luce.
Proprio il nostro premier parla di Italia felix: a quale Paese pensa? Forse vive da un’altra parte. Troppe bufale e tanta demagogia a buon mercato, troppe chiacchiere, pochi fatti. La gente vuole sicurezza individuale e sociale, un bene pubblico che diventa sempre più raro. Non per niente in molti se ne vanno altrove, per vivere meno tartassati dal fisco e più sicuri e sereni.
Tutto è esponenziale: il livello di criminalità, che aumenta giorno dopo giorno, fino a dare l’impressione di essere regrediti ad uno stato di inciviltà totale; il grado di efferatezza e crudeltà dei crimini, che nulla hanno da invidiare alle scene più crude dei film dell’orrore; il paradosso di certe giustificazioni, perché, d’altra parte “non c’era la volontarietà”, “bisogna riconoscere l’attenuante”, “è solo il prodotto di questa società”, eccetera; il senso di totale assenza di sicurezza e legalità che il comune cittadino avverte: se vuole sentirsi protetto deve pensarci da sè e se vuole ottenere giustizia per il torto subito, deve pensarci da sè ancora di più (e cosa ancora più grave). Insomma, tutto è ammesso fuorché la normalità: una persona onesta dovrebbe essere al riparo da certe azioni di delinquenza e, al contrario, dovrebbe essere garantita la punizione a chi viola le regole. Ci si chiede se le regole esistano davvero, se la legge non sia uguale per tutti, ma forse un po’ più uguale (o diversa) per qualcun altro … La sfiducia che questo meccanismo genera, sfocia in un circolo vizioso che spinge il soggetto deluso a condotte poco ortodosse, vuoi per rabbia, vuoi per vendetta, vuoi per rivalsa… Non so se esista una soluzione per uscire da questo vortice sociale dove la sopraffazione sembra essere il requisito fondamentale alla sopravvivenza… Di sicuro è interessante rifletterci su, interrogassi sulle proprie responsabilità e provare ad individuare possibili punti su cui lavorare. Grazie per questo utile richiamo alle nostre coscienze!
Trovo calzante il riferimento alla ricerca di attenuanti ai gesti di violenza: tutti si danno un gran daffare a cercare ragioni giustificative ai comportamenti delittuosi. Improvvisamente tutti i delinquenti autori di gesti di violenza anche bestiale ed efferata, premeditata e freddamente calcolata diventano innocenti vittime del caso. “Non volevo”, “mi sono fatto prendere dalla rabbia”, “sono pentito”, “non è stata colpa mia”, “sono stato provocato” ecc.Ovviamente non ci crede nessuno eppure si cercano sempre scuse e discolpe: intanto le vittime non ci sono più e i loro parenti restano impietriti dal dolore, a volte beffati da una giustizia mite e perdonista. Basta con il buonismo! Dice bene chi ha scritto questo articolo: Caino è Caino, Abele è Abele. Il bene sta da una parte e il male dalla parte opposta. Non ci sono giustificazioni a chi fa del male o toglie la vita ad un altro essere umano. Ci vuole più severità.
Credo che la gente normale la pensi cosi.
E’ il mondo intero che sta diventando sempre più competitivo e violento, ma dalle nostre parti c’è la piaga senza fine della corruzione. Violenza non equivale solo a percosse, minacce, crimini, omicidi, furti, rapine…. Violenza è anche quella “strisciante” che subiamo ogni giorno: a cominciare dalla devastazione dell’ambiente e dal consumo della terra e delle sue bellezze, l’inquinamento, le morti bianche, l’ingiustizia sociale, le discriminazioni, le disuguaglianze, le mortificazioni di chi non ha lavoro o non ha casa, la burocrazia opprimente, i giovani disoccupati, gli anziani emarginati, gli abusi sui minori….Non si capisce perchè la società non riesca a correggersi per essere più giusta, la politica a dare buoni esempi, le condizioni di vita dignitose per tutti.L’egoismo, l’invidia, la cattiveria , l’indifferenza, il rancore sono i sentimenti che prevalgono nei rapporti umani. Si passa dall’amore all’odio con una facilità sconcertante. Noto che i valori di un tempo non contano più e tutto è ribaltato e difficile. La vita andrebbe semplificata e resa più accessibile a tutti. Invece diventa una lotta. TUTTI CONTRO TUTTI.
Giusto, Agnese: TUTTI CONTRO TUTTI. Questa è la morale dei tempi nuovi.
Gli uni contro gli altri, in una perenne competizione per sopravvivere in un mondo ingiusto e infame, violento e aggressivo dove non ci si saluta più e ci si odia per poco. Dal condominio in su, dalla porta di casa in là, tutto è conflittuale, perdiamo la nostra dignità per poco e la vita a volte ha il valore di un pacchetto di sigarette. E’ triste ma è cosi…
Grazie Alex, condivido… la tua condivisione.
Non avrei mai immaginato che un giorno il mondo intorno a noi sarebbe diventato così violento e cattivo, che un padre potesse uccidere il figlio, un marito la moglie, un vicino di casa un altro vicino per una sciocchezza, che ci fossero tante aggressioni a danno di persone deboli e indifese, di anziani, malati, bambini. Uso la metafora dell’acido, tristemente passata alle cronache nere di questi tempi: mi pare la più calzante per esprimere il desiderio incredibile di distruzione della vita che sta prevalendo nei comportamenti sociali. Devastare il volto di una persona per annullarne l’identità, per renderla impresentabile, per farle portare addosso tutta la vita il segno della sopraffazione gratuita e idiota. Ma pericolosa e dilagante. Tutto il male è possibile: una volta c’erano dei limiti, anche nel male: ora non più. Una cosa orribile e sconcertante. Si ha paura di vivere, purtroppo.
La Legge non è proprio uguale per tutti…. A quanto pare le conferme arrivano dai piani alti 🙂
Grazie per il contributo, sperare in qualcosa di propositivo è un paradosso. Credo che l’unica via rimasta sia quella di lasciare l’Italia così com’è e passare ogni tanto solo per fare qualche vacanza.
Per il resto, FORSE , tra un paio di generazioni se ne potrà parlare.
Grazie!!
È davvero un postaccio lurido e schifoso, questa italiaccia.
Seguo con molto interesse la sua ormai “rubrica” settimanale. Complimenti!
Desidero semplicemente ringraziare, come uomo, padre e cittadino , la magistratura e le forze dell’ordine che ogni giorno ci difendono dai soprusi della violenza (sotto qualunque mentita spoglia esso si presenti) e della criminalità. Purtroppo la politica spesso svende la sicurezza sociale in cambio di qualche tornaconto elettorale: la depenalizzazione dei cd. reati minori è un esempio che vale per tutti. Quando subentra nei comportamenti umani il senso di impunità tutto diventa lecito e consentito, tutto viene minimizzato, la vita stessa perde valore. Guardiamoci intorno: siamo circondati dalla violenza e dalla illegalità diffusa. Si trovano attenuanti per tutti i reati, i processi sono infiniti e le pene hanno una deriva costantemente riduttiva. Chi viene in Italia dall’estero ha l’impressione di trovarsi in un Paese indebolito dalla mollezza del potere, dal buonismo insensato e colpevole, da norme e leggi permissive e blande. Ogni aspetto della vita sociale è condizionato da una concezione “possibilista” dei comportamenti e indulgente verso i reati. Alcuni vengono da noi sapendo di farla franca, qui tutto è tollerato. Penso che la politica sottovaluti pericolosamente la deriva della incalzante violenza sociale, ci sono quartieri delle grandi città tenuti sotto scacco dalla malavita: impossibile uscire di casa, girare, fare la spesa, mandare i figli soli per strada. Non sono necessarie leggi speciali per ripristinare la legalità: basta applicare bene e fino in fondo quelle che ci sono. Ma le forze dell’ordine si sento spesso derise sapendo che se fermano un delinquente in flagranza di reato costui è rimesso in libertà, regolarmente, dopo qualche giorno. Ci sono eccessive tutele per indagati e condannati, l’ho spiegato brevemente nella mia modesta riflessione. Concludo ricordando ciò che mi disse Piercamillo Davigo, Magistrato di Cassazione ed ex PM del pool “mani pulite”: “L’Italia è sempre stato e sempre sarà il Paese della corruzione”. Affermazione dura che merita rispetto e attenzione: occorre un profondo rinnovamento delle coscienze, degli stili di vita collettivi e della politica per ribaltare questa dolorosa ma vera realtà. Dobbiamo ripartire dalla scuola, dall’educazione dei giovani, recuperare senso civico e rispetto della regole. In una parola: certezza del diritto.Non mi nascondo che – guardandomi in giro e osservando come vanno le cose- si tratta di un compito non facile. Ma non possiamo immaginare che siano sempre “gli altri” a cominciare.
Spesso quando ascolto fatti di cronaca,poi né seguo i risvolti che per altro capisco sempre meno,mi ritrovo il più delle volte a pormi una domanda ……..dov’è finita la giustizia,quella che è uguale per tutti ,ma che soprattutto abbia un senso????
I fatti di cronaca sono sempre uno peggio dell’altro, le violenze diventano bestiali. Ci sono uomini che si comportano peggio delle bestie, infatti.La ferocia umana è qualcosa di inspiegabile, nonostante Tv e giornali cerchino di commentarli e capire le ragioni di tanta crudeltà. Succedono così di frequente che uno leva l’altro, non perchè si dimenticano ma perchè sommandosi tra di loro creano uno scenario dell’orrore. Mi sono sempre chiesta come sia possibile che certa gente continui a commettere omicidi e delitti dopo aver sentito che i colpevoli di quelli precedenti sono stati arrestati e messi in prigione. Non c’è niente che li induca a fermare la loro mano assassina. Ha ragione Papa Francesco: “Di quanta crudeltà è capace l’uomo”.
Sulla violenza c’è tutta un’industri di retorica e di luoghi comuni. Basta seguire certe trasmissioni televisive serali dedicate ai fatti di cronaca violenta per rendersi conto che i processi si vogliono fare in TV, anticipando le sentenze e ficcando il naso in tutti gli aspetti anche più riservati, intimi e personali delle vittime e dei loro carnefici. Così non si fa servizio pubblico, si fa solo demagogia a buon mercato e disinformazione. Ridicolo ad esempio far votare il pubblico e dividerlo tra innocentisti e colpevolisti. Come se i parei – spesso bislacchi e soggettivi- delle persone anticipassero o sostituissero il processo. Ma come si fa a dire: votate, segnalate, dite la vostra? Questa non è democrazia televisiva, questa è gogna mediatica. Riportiamo la giustizia (e la verità) nelle aule dei tribunali e facciamo dei processi seri e delle sentenze esemplari. Basta sconti di pena! Basta dire “era incapace di intendere e di volere”! Tutti diventano improvvisamente malati e psicopatici dopo essere stati lucidi e spietati assassini. Sembra veramente un casting mediatico: i familiari chiamati a raccontare il loro dolore, gli avvocati a farsi pubblicità, gli indizi e le prove formano giudizi sommari e frettolosi. Cerchiamo di essere seri in queste cose. Il dolore non può essere sfruttato a fini commerciali, per fare audience con finti o mirabolanti colpi di scena. E anche la retorica del buonismo collettivo postumo diventa stucchevole: palloncini che volano ai funerali, marce della pace, fiaccolate per ritrovare gli scomparsi. Diamo più potere alle forze dell’ordine e alle prove che raccolgono: a volte sono schiaccianti per questo fa ancora più rabbia assistere a sconti di pena e sapere che condannati per gravi reati dopo qualche anno se ne escono di galera per andare nelle comunità rieducative o peggio ancora a casa propria. Il dolore uccide due volte le vittime e spesso anche i loro parenti. Davvero ci vogliono verità e giustizia!