Istituto Comprensivo di Pra’, parla il Dirigente Scolastico prof. Luca Goggi

Elis@Provinciali –

Il rientro a scuola, quest’anno è stato segnato da una grande incertezza, pur se il MIUR ha delineate centralmente la data del rientro in classe, il 14 settembre, con autonomia di decisione alle singole regioni: il Paese non appariva pronto ad accogliere le classi, dopo un’ estate un “po’ troppo spensierata”, che prefigurava una ripresa nei contagi da Covid 19. Aggiungasi il disorientamento che ha caratterizzato comunicati governativi discordanti e provvedimenti confusi riguardo al distanziamento, con la “chicca” dei banchi a rotelle, il detto e non detto sulle mascherine, insomma, aleggiava nelle famiglie e nei docenti un timore diffuso. I bambini, per contro, avendo pagato un prezzo altissimo con la rinuncia forzata alla scuola, all’incontro con i compagni, alla relazione con gli insegnanti, hanno vissuto il ritorno in classe con grande emozione, atteso e desiderato come mai in precedenza. La ripartenza pero’, e’ stata una sorta di sfida a tutto cio’, inevitabile perchè la vera scuola e’ decisamente in presenza, ma occorre convivere con il virus nelle nostre aule, consapevoli che i bambini si affacciano al nuovo anno scolastico, “temprati”dalla drammatica esperienza di confinamento vissuta la scorsa primavera.
Prof Goggi, innanzitutto mi sento di ringraziarLa per aver accettato la nomina a Dirigente Scolastico qui a Pra’, preceduto da alcuni anni di diverse reggenze…avere un direttore giovane ed intenzionato a permanere tra noi, è notizia che rasserena tutti. Può dirci i suoi precedenti scolastici, qualcosa di se’, come ha vissuto l’ingresso nell’ICP, l’impressione che ha suscitato in lei la nostra scuola ed i docenti, nei vari plessi?
<<Mi sono laureato in Economia e poi ho fatto un master in didattica della matematica. Da sempre ho amato l’insegnamento, sono stato docente di Economia aziendale e di Matematica applicata nella scuola secondaria di secondo grado, ma mi sono occupato anche di formazione professionale, come stato consulente finanziario, tenendo anche i corsi di preparazione per l’iscrizione all’Albo. Sono appassionato di Statistica e tengo un corso di Statistica medica presso l’Istituto Europeo di medicina osteopatica, in cui sono anche membro del Dipartimento Tesi. Da settembre ho iniziato una nuova avventura professionale presso l’IC Pra’, una sfida affascinante cominciata in un periodo particolarmente complesso, assumendo la guida di una scuola che è stata per molti anni in reggenza. Ho trovato tantissimo lavoro da fare, come un palazzo in cui si devono ricostruire le fondamenta. Ad accompagnarmi in questa sfida ho avuto la fortuna di incontrare molti docenti con grandi professionalità e competenze, pieni di entusiasmo e una gran voglia di ricostruire, che era rimasta in letargo per molto tempo. Stiamo costruendo una squadra in cui ognuno gioca un ruolo fondamentale, per uno stesso obiettivo, la crescita e il benessere dei nostri bimbi e dei nostri ragazzi.>>

La scuola, abbiamo detto, si avvia in uno scenario tra timori e speranze…cosa si augura per i suoi alunni e docenti ? Puo’ parlarci delle misure sanitarie poste in essere nell’ICPrà? <<Fin da subito abbiamo stilato un Protocollo che coinvolge tutti, docenti, collaboratori scolastici, famiglie e alunni, dalla periodica igienizzazione delle mani all’uso costante delle mascherine, dal distanziamento alla separazione dei gruppi classe. Abbiamo investito molto anche in materiali di pulizia, acquistando ad esempio tre macchine igienizzatrici e numerosi spruzzini elettronici. Tutti, e soprattutto i più piccoli, sono stati molto bravi nel rispetto delle regole e, fortunatamente, grazie anche all’impegno di ogni componente della nostra comunità, le quarantene e i casi di positività sono stati pochi. Giusto la settimana scorsa siamo stati oggetto di uno screening della ASL che ha coinvolto tutti i docenti, i collaboratori scolastici, gli amministrativi e gli studenti della primaria e della secondaria: tutti i tamponi sono risultati negativi. La mia speranza, ovviamente, è che si possa tornare a quella normalità che oggi sembra così lontana. Nell’atrio della nostra scuola c’è uno striscione molto bello, scritto dalle nostre maestre: “qui ci abbracciamo col cuore e ci sorridiamo con gli occhi”, ma non vedo l’ora di veri abbracci e di sorrisi non coperti da una mascherina.>>

Anche le famiglie sono state fortemente coinvolte, avendo i bimbi a casa durante il lockdown, ed hanno potuto provare a fare scuola, assistere personalmente alle lezioni telematiche, sostituendosi all’insegnante. E’ d’accordo sul fatto che cio’ possa aver rafforzato il legame fra genitori e scuola? Come Dirigente, auspica un futuro di maggior collaborazione in questo senso?
<<Ritengo che sia assolutamente fondamentale che scuola e famiglia siano alleate, si parla proprio di corresponsabilità educativa, bisogna andare nella stessa direzione altrimenti i nostri ragazzi sarebbero disorientati, Tuttavia i genitori non si devono sostituire agli insegnanti e devono avere fiducia nel loro operato e nelle scelte didattiche della scuola. I genitori devono fare i genitori (e lo dico anche da papà di una bimba di 10 anni), dialogare con la scuola ma mai sostituirsi ai docenti.>>

Riguardo ai Docenti, il periodo che stiamo attraversando può essere visto come un’opportunità per una rigenerazione pedagogica e una riorganizzazione flessibile in grado di rispondere alle nuove esigenze: strutture funzionali e spazi adeguati, procedure sanitarie semplici e chiare, approcci educativi e metodi didattici efficaci. Nel lockdown, all’improvviso, gli insegnanti si sono dovuti adattare a nuove modalità di “fare scuola”a distanza, con generosità e spirito di servizio ed in moltissimi si sono in seguito rivolti a mezzi di formazione ed aggiornamento professionale su tematiche rispetto a cui si sentivano del tutto preparati. Cosa ne pensa?
<<Tutti i momenti difficili rappresentano una sfida da cui uscire più forti e più consapevoli. Abbiamo preso dimestichezza con le nuove piattaforme, da Zoom a Teams, abbiamo imparato a condurre riunioni a distanza e sigle come DAD e DDI sono ormai entrate nella nostra quotidianità. È cambiato il modo di fare didattica, di dialogare con le famiglie, di fare programmazione didattica. È stata un’indubbia opportunità di crescita professionale, un reinventare codici e procedure, spesso anche con grande successo. Io, peraltro, sono un ottimista di natura e cerco sempre di vedere gli aspetti positivi in ogni situazione, però devo essere sincero: niente può sostituire la didattica in presenza, gli sguardi vis a vis, la gestualità non mediata da uno schermo, il contatto diretto, la socialità di cui i nostri ragazzi hanno estremo bisogno, ma anche noi adulti. Io, pur non essendo un nativo digitale, non sono spaventato dalla tecnologia, anzi, meno male che c’è, ma in questo momento ho tanta voglia di tradizione.>>

Ad alcuni mesi dall’inizio dell’A.S., qual è la situazione educativa, sanitaria, sociale che caratterizza, all’interno dell’Istituto le singole scuole? Ha rilevato criticità importanti? Vi sono differenze significative tra le classi della Primaria e quelle della secondaria (Medie)? E della scuola dell’Infanzia? Puo’ ricordarci i numeri di alunni e delle sezioni?
<<Fortunatamente dall’inizio dell’anno scolastico tutta la didattica è stata in presenza, tranne brevi momenti in cui qualche classe è stata in quarantena, svolgendo attività di didattica a distanza.
Noi abbiamo circa 800 alunni, con quattro sezioni dell’Infanzia, 24 classi della primaria e 14 classi della secondaria di primo grado. I più piccolini, che peraltro sono esentati dall’obbligo delle mascherine, sono quelli che a parer mio hanno risentito meno delle limitazioni; le maestre hanno realizzato delle “bolle”, per ridurre il più possibile i contatti fra le diverse sezioni, ma è rimasta quella giusta spensieratezza che caratterizza la loro età, senza particolari stravolgimenti dei loro ritmi e delle loro abitudini. Il grosso sforzo, in questo caso, è di tipo organizzativo da parte delle maestre e della dirigenza, per differenziare gli orari di ingresso e di uscita rispetto a quelli della primaria, per avere più classi e con meno bimbi per classe, per gestire i turni mensa, per garantire un’igienizzazione impeccabile, per fornire adeguati strumenti di protezione al personale. Per la primaria abbiamo dovuto eliminare il servizio pre-scuola, per evitare che bimbi di classi diverse si mischiassero; abbiamo sdoppiato qualche classe più numerosa e scaglionato un minimo gli ingressi e le uscite, oltre ad una turnazione della mensa. I bimbi si stanno dimostrando davvero responsabili e sono molto ligi e coinvolti nel rispetto delle regole, anche grazie alle maestre che sono riuscite, in base all’età degli alunni, a trasformare in una sorta di gioco tante piccole nuove costrizioni, un po’ come ne:”la Vita è bella” di Benigni. È chiaro che le uscite didattiche, l’attività sportiva, la condivisione di materiali sono tutte attività che sono rimaste penalizzate dalle restrizioni sanitarie, ma sono sicuro che, appena sarà possibile ripristinarle, saranno apprezzate ancora di più.
È alla secondaria che c’è forse la maggiore insofferenza, un po’ anche per l’età. In generale si fa un po’ più fatica a far comprendere il senso delle regole, dentro e fuori la scuola, ma tutti i docenti fin da subito si sono enormemente sforzati per la sicurezza di tutti e il voto di comportamento e di educazione civica premiano o penalizzano anche il rispetto delle regole Covid.>>

Da piu’ parti si dice: il mondo non sarà più lo stesso, dal punto di vista educativo, l’esperienza dell’isolamento ci ha certamente lasciato, oltre al ricordo dello smarrimento ed il senso di fragilità, l’ evidenza di divario sociale e tecnologico tra chi non aveva i necessari supporti informatici, per spazi domestici inadeguati e/o mancanza di efficienti reti digitali. Ma sono anche emersi un forse senso di coesione e speranza, affinchè, la grande accelerazione tecnologica che abbiamo vissuto non vada perduta. Ovvero qual è la “lezione” che la pandemia consegna al mondo della scuola?
<<È verissimo che l’isolamento ha acuito ed esasperato il divario sociale e tecnologico, ragion per cui, ad esempio, il nostro Istituto, anche quest’anno, si è particolarmente prodigato per fornire tablet in comodato d’uso gratuito a numerosissime famiglie in difficoltà. La tecnologia unisce ma divide anche. Io penso che ciò che rimarrà in tutti noi sarà il non dare tutto per scontato, l’apprezzare ancora di più lo stare insieme, il condividere la quotidianità, il poter fare esperienze comuni, il sentirsi una squadra.>>

“Il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità”, ricordava Maria Montessori. Qual’è il suo personale augurio per il proseguo di quest’anno scolastico, per tutti gli attori che lo vivono, bambini, maestri, famiglie, personale amministrativo? Quali le prospettive di crescita, anche come spazi didattici e contributi esterni, per l’Istituto Comprensivo di Pra’?
<<Il mio augurio, oltre ovviamente alla salute, quello è ovvio, è la normalità. Noi stiamo progettando tantissime iniziative per il futuro che non vediamo l’ora di poter realizzare, speriamo senza restrizioni. Ho la fortuna di operare in un territorio eccezionale per accoglienza e collaborazione, in cui associazioni locali, società sportive, volontari, genitori, commercianti e anche politici tengono davvero al nostro Istituto comprensivo e ce lo dimostrano ogni giorno, offrendoci una grandissima collaborazione, sostenendoci con donazioni, lavori di ristrutturazione, proposte per i nostri bimbi e i nostri ragazzi, progetti extracurriculari. Io intendo assolutamente potenziare questo legame con il territorio e puntare su quelle che sono le sue potenzialità, lo sport in primis, ma anche l’ambiente, la campagna, il mare. Siamo una scuola multi etnica e multi culturale, è nostro dovere investire per il futuro dei nostri bambini, puntando su innovazione e inclusione.>>

«Fa’ la punta alla matita / corri a scrivere la tua vita. / Scrivi parole diritte e chiare: / Amore, lottare, lavorare». (Gianni Rodari)