Intitolata a Vincenzina Bozzo la piazza davanti alla piscina I Delfini

Luciano Bozzo#

Sabato 5 dicembre la piazza ed i giardini antistanti la Piscina Aquacenter i Delfini sulla Fascia di Rispetto sono stati intitolati a Vincenzina Bozzo, altra staffetta partigiana della Brigata 334esima EST SAP, che nel periodo della Resistenza aveva assunto il nome di battaglia di Claudia.
Si è trattato della terza cerimonia di intitolazione di spazi e giardini pubblici nel territorio di Pra’ voluta e realizzata dall’A.N.P.I. locale insieme a Comune e Municipio in occasione del settantesimo anniversario della Liberazione; il modo migliore per onorare il ricordo delle giovani partigiane praesi che tra il 1944 ed il 1945 diedero il loro preziosissimo contributo a quella dura lotta combattuta sulle montagne e all’interno della città e che portò poi alla liberazione di questa parte di Genova e della città tutta dall’occupazione tedesca e fascista nell’aprile del 1945.
Davvero tante le persone convenute per questa cerimonia sabato mattina; si può dire che tutte le fasce di età vi erano rappresentate, dai tanti bambini presenti, ai loro genitori ai più anziani che furono protagonisti di quel tempo o che serbano comunque ricordi vivi di quel tribolato periodo storico.
Visto il maltempo la gran parte della cerimonia si è svolta all’interno dell’edificio che ospita la sede di Pra’ Viva e di diverse società sportive praesi proprio di fronte alla piscina I Delfini.
Hanno preso la parola il Presidente dell’A.N.P.I di Genova Pra’ Alessandro Borghi, l’Assessore del Municipio VII Ponente Mariarosa Morlè e l’Assessore del Comune di Genova Giovanni Crivello.
Alessandro Borghi ha voluto replicare ad un blogger che nascondendosi dietro ad uno pseudonimo aveva usato parole polemiche e sprezzanti nei confronti delle staffette partigiane a cui sono state intitolate vie e giardini pubblici di Pra’ e nei confronti dell’attività dell’AN.P.I.  Borghi ha poi aggiunto che “le iniziative dell’A.N.P.I. non si fermano di certo qui ma proseguiranno con altre intitolazioni e con la realizzazione del percorso urbano “Sulle strade della Brigata” “.

Morlè a tal proposito ha sottolineato con orgoglio che tante vie e strade di Pra’ ricordano nel nome i protagonisti ed i luoghi della Resistenza e ha messo in guardia contro un episodio molto recente che è avvenuto al Liceo Lanfranconi di Voltri e che avrebbe riproposto comportamenti prevaricatori e violenti di stampo fascistoide.
Crivello ha ringraziato la comunità di Pra’ per come ha saputo far fronte ai non pochi disagi causati dai cantieri per il lavori previsti dal P.O.R. Pra’ Marina a partire dalle persone che all’interno del Municipio stanno seguendo con impegno quotidiano l’evolversi del progetto e dei relativi lavori, un progetto che rappresenta una vera e profonda riqualificazione di questa parte di città.
Crivello ha poi puntualizzato che “la sfida oggi è come attualizzare il pensiero antifascista a partire dalla Carta costituzionale che è proprio il miglior risultato dell’esperienza antifascista e resistenziale.”
Anche per questa cerimonia gli interventi degli oratori si sono alternati con le canzoni del cantautore Andrea Sigona che con chitarra e voce e grazie alla sua bravura ed all’intensità della musica e delle parole ha sapientemente reso un pò più caldo il clima e la partecipazione della gente così come aveva appena saputo fare nel recital andato in scena la sera prima al Palamare; in questa occasione Sigona ha cantato per la prima volta la canzone appena scritta in ricordo e tributo dei due fratelli Alfredo e Celso Meldi dei quali ricorreva l’anniversario dell’uccisione compiuta all’Olivetta vicino a Portofino il 3 dicembre 1944.
Particolarmente commosso è stato anche l’intervento della nipote di Vincenzina Bozzo, Letizia oggi iscritta ed attivista nell’A.N.P.I di Pra’: “Zia Vincenzina aveva 18 anni anni quando nel settembre 1944 con il fratello Davide entrò a far parte delle brigate partigiane, lei in particolare nella Brigata 334 EST SAP di Pra’. Ha trasportato volantini, armi e viveri ed ha partecipato attivamente alle azioni militari; ha dato un contributo fondamentale alla lotta contro il fascismo ed il nazismo per dare all’Italia un avvenire di pace, giustizia e libertà. Zia Vince aveva una personalità ed un carattere molto forti che le sono serviti anche in un altro momento della vita, quando a soli 34 anni rimase vedova, per la morte del marito, compagno di lotta e già comandante di un distaccamento della Brigata 334, e con un bambino di 7 anni a cui con impegno è riuscita ad assicurare una vita serena e dignitosa. Io grazie a lei sono cresciuta con i racconti della Resistenza, narrati da Vincenzina senza odio e senza imposizione delle proprie idee ma con intelligenza e rispetto; zia Vince mi ha insegnato a non giudicare ma a conoscere le persone, mi ha fatto capire che la diversità è un pregio e mi ha trasmesso il grande valore della libertà.”

Francesca Dagnino, Vice Presidente provinciale dell’A.N.P.I. di Genova, e da una vita nell’associazione dei partigiani di Pra’, ha riportato al tema del contributo delle donne alla lotta di liberazione; un ruolo ed una importanza riscoperte e finalmente riconosciute a partire dagli anni 70; il primo passo fu nel 1976 la pubblicazione del libro “La Resistenza taciuta” a cui sono seguite numerose ricerche storiografiche che hanno raggiunto il meritevole scopo di attribuire il giusto peso alla partecipazione delle donne di allora. In quell’epoca la partecipazione delle donne italiane alla Resistenza ebbe un duplice significato: da un lato contribuire alla lotta di opposizione alla occupazione tedesca ed al governo fascista per risolvere positivamente i lunghi e dolorosi anni di guerra dall’altro quello di scardinare una tradizione che voleva la donna relegata ad un ruolo comprimario e abbastanza marginale, ben lontana dall’essere protagonista degli eventi storici e parte attiva nella costruzione delle sorti e del progresso della propria nazione. Ed è in questo contesto che si colloca anche l’azione di Vincenzina Bozzo e delle altre ragazze partigiane della Brigata 334esima.
“Vincenzina è stata un’amica di famiglia molto grande” ha detto Francesca Dagnino, “era stata partigiana con mio padre ed insieme avevano svolto diverse azioni; talvolta avevano anche dovuto fingersi fidanzati per non incorrere nel rischio di essere arrestati dalle brigate nere. Fra di noi col tempo si era creata più che un’amicizia, una vera e propria sorellanza; ricordo con piacere la stretta collaborazione all’interno dell’AN.P.I di Pra’ e le nostre lunghe telefonate serali. Era una donna molto semplice che parlava quasi sempre in Genovese ma molto rigorosa e dotata di una grandissima dignità con la quale ha saputo far fronte alle tante avversità della vita. Sapeva trasmettere allegria e sapeva usare l’ironia in maniera pungente senza però mai essere offensiva; ha sempre anteposto la dignità del lavoro e la coerenza dei giusti comportamenti a qualsiasi compromesso.”
La cerimonia si è conclusa in esterno quando è stata scoperta la targa con la quale la piazza porta ora il nome di Vincenzina Bozzo – “Claudia”; come ormai consuetudine il nome ed il ricordo della staffetta partigiana è stato omaggiato dallo sventolio delle bandiere dell’A.N.P.I., della Brigata 334 EST SAP e da quelle di numerose associazioni e partiti politici locali mentre la gente intonava il tradizionale canto “Bella Ciao” accompagnata dalla chitarra e dalla voce di Andrea Sigona.
A seguire è stato reso omaggio alla stessa maniera, oltre che con la deposizione di una corona floreale, anche alla targa posta in onore dei fratelli Alfredo e Celso Meldi nel mezzo di Vico Bignone proprio ai piedi dell’abitazione in cui i due giovani vivevano e in cui furono arrestati dalla milizia fascista nel novembre del 1944 per andare poi incontro ad una atroce morte pochi giorni dopo.