Elisa Provinciali#
La Chiesa Parrocchiale di Palmaro, il sestiere più antico di Pra’, è apparsa stasera sfavillante di luci e suoni e completamente gremita di fedeli: venerdì 3 luglio, ore20.45: si inaugura solennemente il suo storico organo, risalente ai primi del ‘900, riportato al suo antico splendore, dopo un minuzioso restauro durato due anni.
L’occasione è di quelle straordinarie: sono presenti il consigliere comunale Caratozzolo, l’assessore Morlè, il presidente del 7 municipio, Avvenente, mentre ad officiare il rito è chiamato Monsignor Martino Canessa, che iniziò appunto la sua attività pastorale in Palmaro.
Il parroco, Don Claudio, introduce la serata, salutando gli intervenuti , la Confraternita, e ricordando Baciccia, l’organista cieco, ormai scomparso, che per 25 anni suonò con amore nell’Assunta, amato ed apprezzato da grandi e piccoli; ci sarà la solenne benedizione dello strumento, che verrà poi suonato dal Maestro Luca Ferrari, Genovese, oltre che sensibile musicista, grande esperto in storia e cultura del canto gregoriano e dell’enorme patrimonio musicale sviluppatosi all’interno della Chiesa. Tali doti straordinarie si avvertono sotto il suo tocco raffinato, mentre scorrono bellissime melodie di Walther, Bach, Wesley, Listz, e due compositori italiani del 1800, Antonio Diana e Vincenzo Petrali.
L’organo è strumento di grande versatilità, ha molteplici timbri e sfumature tonali, e l’uditorio apprezza attento i passaggi del concerto, rapito dai fraseggi musicali che vanno da dolci e smorzati ad alti e solenni; è stato allestito uno schermo sotto l’altare, in modo che i fedeli possano apprezzare i movimenti del maestro Ferrari, ed i caratteristici aspetti dello strumento: le imponenti canne, i molti pedali in legno, la tastiera, la serie di pomoli per imprimere l’espressività alle note.
Nell’intervallo tra le due parti, ascoltiamo l’intervento del titolare della Bottega Organara “Fratelli Marin” di Lumarzo, appassionato artigiano di una azienda secolare, che, con infinito amore, porta avanti restauri anche complessi, come sono quelli su strumenti d’epoca, all’oggi una 40ina negli ultimi anni. Eccellenze nell’entroterra genovese, ha ricordato Avvenente, facendo il paragone con la Bottega Trebino di Uscio, unica a riparare orologi da campanile.
Come dire o grandi artigiani nelle colline, o esperti navigatori, maestri d’ascia o velai sulla costa, poeti e cantautori in città: i genovesi tendono ad emergere nei settori particolari, nelle discipline artistiche, con buona pace di chi ci definisce un po’ scontrosi e cupi.
Un concerto eseguito in modo impeccabile e molto applaudito, (del resto il Maestro Ferrari ricopre un ruolo di primo piano presso la cattedrale di San Lorenzo), che si conclude con una “standing ovation” e la richiesta di un bis, concesso e gradito.
I partecipanti sciamano sul sagrato, dove è allestito un dolce rinfresco, ed un’enorme torta rettangolare con l’effige dell’organo; mentre ognuno si rifocilla e si disseta, c’è il tempo per i commenti sulla bella serata che sta per finire.
C’è molta soddisfazione per la perfetta riuscita dell’evento e la grande partecipazione, nonostante il caldo afoso, di persone giunte anche da fuori Pra’. Vogliamo concludere con le parole di Sua Eminenza Martino Canessa:” Quando i fedeli partecipano così numerosi e con affetto, riempiendo la loro chiesa, è segno che la amano e che possiamo coltivare la speranza per il Bene futuro.”
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