Luciano Bozzo #
Lunedi 17 marzo nel Consiglio Municipale, avvenuto a Pra’ nel corso del pomeriggio, l’Architetto Alessandro Rizzo del Comune di Genova ha presentato gli interventi di modifica del Parco di Ponente, ovvero l’attuale Parco Achille Dapelo davanti al sestiere di Sapello, nell’ambito del più generale progetto P.O.R. Pra’ marina.
Con la scomparsa del tracciato della vecchia ferrovia si avranno due nuovi accessi diretti al parco dalla nuova Via Pra’,
all’altezza di Piazza Laura e di Piazza Venezian. In prossimità di questi ingressi verranno piantati nuovi alberi e saranno erette nuove dune; vi troveranno posto le panchine già presenti in altri punti del parco e che, una volta restaurate, saranno ricollocate in modo tale da permettere una comoda sosta all’ombra degli alberi. I due nuovi ingressi naturalmente non avranno barriere architettoniche e saranno dotati di segnali per ipovedenti e di mappe tattili per non vedenti.
Si realizzerà una pista ciclabile lunga 350 metri, larga due metri e mezzo, a doppio senso di marcia; sarà in realtà il tratto più occidentale di una più lunga pista ciclabile che andrà da Castelluccio fino all’inizio di Palmaro e che insieme al tracciato già esistente lungo il canale di calma offrirà ai Praesi la possibilità di tenersi in forma pedalando a pochi passi da casa in un ambiente piacevole e lontano dalle auto. La pista, infatti, correrà in mezzo al verde in corrispondenza dell’attuale vialetto a nord, quello che costeggia il tracciato della vecchia ferrovia dall’ingresso lato levante fino a Piazza Laura per poi addentrarsi maggiormente dentro al parco nella sua parte più occidentale, stante la presenza di una duna che non sarà rimossa. L’intenzione è infatti quella di evitare al massimo di smuovere terra e dune e di tagliare le piante esistenti, ottimizzando invece gli spazi già definiti.
La scelta della giunta municipale di chiudere il parco nelle ore notturne con dei cancelli mantenendo però sempre utilizzabile la pista ciclabile porterà al risultato di separare con una recinzione la pista dal resto del parco; su questa scelta com’è ovvio si possono esprimere pareri favorevoli e contrari, ad alimentare una possibile discussione che già si è intravista negli interventi a parlare da parte di consiglieri e del pubblico subito dopo la presentazione del progetto.
Una parte dei lavori consentirà di ampliare la zona dehore e solarium della piscina con altri 600 metri quadri sistemati a prato mentre complessivamente si agirà su 10 dei 20 mila metri quadri del parco per una spesa prevista di circa 400 mila Euro, IVA esclusa.
Il progetto è in fase di approvazione; si attende il via libera finale da parte del Municipio per poter avviare i cantieri in autunno visto che anche questa parte dei lavori al pari di tutti i progetti del P.O.R. dovrà essere conclusa e rendicontata entro la fine del 2015, se non si vogliono perdere i milioni di Euro del finanziamento europeo.
Gli interventi dei consiglieri e del pubblico, oltre che sul tema della recinzione e della pista ciclabile hanno posto l’accento all’importanza ed alla funzionalità dei servizi presenti all’interno del parco, giusto perchè non si debba prolungare ulteriormente la paradossale vicenda dei servizi igienici nati con il parco oltre dieci anni fa e da allora incredibilmente mai entrati in funzione, ed al grande limite del parco, così come di tutto il progetto del P.O.R., che si ferma subito prima del torrente Branega lasciando completamente fuori il sestiere di Palmaro.
E proprio a favore di questo sestiere e di chi lo abita, a nostro avviso, dovranno, prima di tutto, essere dedicati i nuovi e futuri progetti di riqualificazione e valorizzazione del territorio.
Con riferimento al nuovo “verde” in progetto … io credo che il “verde urbano” sia una delle chiavi di volta per un sensibile miglioramento della qualità di vita nella nostra Delegazione, quindi ben vengano la risistemazione del Parco di Ponente e la realizzazione di una “quinta boscata” a protezione, quantomeno visiva, dalle attrezzature portuali lungo la pista ciclabile del canale di calma.
Ma credo anche dobbiamo impegnarci TUTTI, istituzioni e cittadini, perché quanto si otterrà dai finanziamenti europei mantenga nel tempo l’aspetto ordinato e pulito del “fine lavori”. Prà (ma non solo) ha la pessima abitudine di non sopravvivere sei mesi al “taglio del nastro”. Il parco Dapelo, i giardini ex Elah, le recenti sistemazioni a verde lungo il campo sportivo e nei pressi della stazione (solo esempi fra i tanti) andrebbero manutentati da chi è preposto, istituzionalmente, ad accudirli, con l’obiettivo di sviluppare ciò che si è realizzato: irrigazione in primis e poi concimazione, potatura, riordino, sostituzione delle parti ammalorate dovrebbero essere operazioni puntuali, routinarie, come dire … “incluse nel prezzo”.
Le risorse sono perennemente insufficienti, lo sappiamo … ma vanno ottimizzate anche per dare un senso all’investimento, altrimenti tutto finisce nell’ennesima bolla di sperpero economico oltre che nello spreco di un’area che Genova dovrebbe considerare un fiore all’occhiello per le sue potenzialità sportive e ricreative.
Poi, entrano in gioco la collettività, i “fruitori” di questo progetto … entriamo in gioco NOI, che dobbiamo crescere culturalmente, cambiare mentalità e invertire rotta. Perché se non cominciamo a guardare alla “cosa pubblica” come a un bene che appartiene a ciascuno di noi e al verde della Delegazione come ad una estensione del giardino di casa, potrebbero regalarci anche il parco di Versailles, ma fra un anno al massimo saremo daccapo … con i soliti “mugugni”, tanto rammarico e nuova desolazione da mettere in lista. Avere l’occasione di fare è già molto, ma non basta … chiediamo che i progetti si traducano in realtà salvaguardate e valorizzate nel tempo e facciamo del “miglioramento” comune un obiettivo personale.