Guido Barbazza #
Quest’anno i festeggiamenti per San Pietro, Santo Patrono di Pra’ che, non a caso, è anche il Santo Patrono dei pescatori, sono più che mai caratterizzati da fuoco e fiamme, anzi, fiammelle. Sì, perché, “saltato” il Palio dei Sestieri per motivi tecnici, e con il Corteo Storico tenutosi in tono minore causa maltempo, è toccato alle fiamme del Falò di San Giovanni Battista il 23 giugno e, appunto, alle fiammelle, della processione di San Pietro, scandire i passaggi dei festeggiamenti estivi di Pra’, in attesa delle roboanti fiamme dei fuochi artificiali del 6 luglio. Forse un po’ inferiore alle annate precedenti, ma pur sempre massiccia la partecipazione al Falò, nell’ambito di un’organizzazione impeccabile. Costante, intensa e molto sentita quella alla processione di San Pietro. Come accade ormai da secoli, il 29 giugno la gente di Pra’ si è ritrovata presso la chiesa romanica di San Pietro e, dopo la Messa, si è diretta in processione verso il mare, tra il tintinnare degli argenti dei Cristi processionali della Confraternita dell’Assunta e le note della Banda Musicale Carlo Colombi. Sul lungomare della Fascia, subito a ponente della foce del rio San Pietro, con l’ausilio di una gru la statua lignea del Santo protettore è stata calata su un gozzo ed ha preso il largo, seguita in processione da barche a motore e a vela, e dalla barca dei Battellieri delle Grazie. Tutto attorno, la superficie dell’acqua era rischiarata dai lumini galleggianti che hanno conferito attimi spettacolari di compenetrazione tra luce ed oscurità sull’ultimo lembo di mare Praese. Don Antonio Lovato, parroco di San Rocco, da bordo del gozzo, ha impartito la tradizionale benedizione; poi i canti votivi, e gli ultimi brani della Banda. La gente ha poi lasciato la Fascia alla spicciolata, ma i lumini hanno continuato ancora per ore ed ore a brillare nella notte. Schietti, genuini, momenti di praesità.
Lascia un commento