Niclo Calloni –
Un altro tassello della storia praese è stato inciso su una lapide in travertino (la quarta della serie) posizionata giovedì 11 agosto u.s. ben in vista sul muro che separa l’Aurelia dalla Fascia di Rispetto, di fronte alla Vecchia Stazione Praese. Narra la storia dell’arrivo del basilico in Italia, e in particolare proprio a Pra’. Il protagonista dell’evento, che ha impattato profondamente sulla storia e l’immagine del nostro territorio, oltre che arricchito la gastronomia genovese, è il praino Bartolomeo Decotto, capitano di galea, che nell’anno 1100 aveva partecipato alla prima Crociata, al seguito di Guglielmo Embriaco, condottiero della Repubblica di Genova, detto “Testa di Maglio”. Durante la permanenza in Palestina Bartolomeo Decotto venne a conoscenza delle qualità officinali del basilico per cui, al momento di tornare in patria, portò con sé un sacchetto di semi della portentosa piantina. Così il basilico giunse a Pra’, per la prima volta in Europa, intorno all’anno 1102 e qui se ne iniziò la coltivazione, dapprima per sfruttarne le proprietà medicinali ed in seguito, grazie ad un evento fortuito, per la preparazione del pesto. Per questa intuizione di Bartolomeo Decotto oggi Pra’ è indiscutibilmente nota come la Capitale del Basilico. Una sua discendente, Maria Luisa Decotto, vive e risiede qui a Pra’. La targa, promossa dalla FondAzione PRimA’vera, il cui testo è stato scritto da Guido Barbazza, è stata finanziata da INTEGRA – Bacino Portuale di Pra’ per decisione del Direttore Generale George Ungureanu, con il Patrocinio del Municipio VII Ponente.
Così tutti potranno sapere come e perché Pra’ può fregiarsi drl titolo di “CAPITALE MONDIALE DEL BASILICO”…. e anche del PESTO, perché il pesto di Pra’ è decisamente il migliore in assoluto e i nostri produttori sono ormai famosi nel mondo.