Velocifero –
Nel salone consiliare del Palazzo Municipale di Pra’ spicca l’antica fotografia di un austero, anziano, signore con folti baffi talmente pronunciati da terminare in una barba dalla forma bizzarra. Molti visitatori, incuriositi, spesso si domandano chi sia, e perché sia raffigurato proprio lì, quindi sveliamo il mistero: trattasi del Barone Andrea Podestà, e si trova lì non a caso, in virtù del suo intenso legame con Pra’. Infatti, Andrea Podestà, nato a Genova il 26 maggio 1832, senatore del Regno d’Italia nella XV legislatura, sindaco di Genova tra il 1866 ed il 1873, tra il 1883 ed il 1887 e tra il 1892 ed il 1895 (a lui si deve tra le varie cose il rinnovamento della città che portò alla costruzione di via XX Settembre), come tanti altri nobili e personalità di spicco genovesi, della sua epoca e del passato, amava soggiornare nella sua villa seicentesca di Pra’, dalla splendida vista mare e con accesso diretto alla spiaggia antistante. Villa per modo di dire, visto che consisteva in un grande palazzo seicentesco con tanto di torrione merlato e di giardini, parchi e “ville”, quelle, sì, con ampi territori pianeggianti e collinari coltivati dai “manenti” che a lui facevano capo, e che coprivano il vasto territorio oggi occupato dal sestiere di Pra’-Cà Nova, dai Piani di Pra’ e su fino all’Acquasanta. Il Podestà era molto apprezzato in quel Genova in quanto, liberale d’antico stampo, aveva come massima basilare che “per l’interesse del Comune non doveva assolutamente il buon amministratore aggiogarsi a nessun partito politico”, approccio che sarebbe assai salubre recuperare ai giorni nostri. Il Barione morì all’età di sessantatre anni proprio nella sua villa nel Comune di Pra’, il 4 marzo 1895, durante il suo ultimo mandato. Il “Primo Sindaco d’Italia”, come lo definì il Re Umberto I (che gli conferì il titolo nobiliare di Barone) il giorno dei suoi funerali, si trasferì in quella villa che era ancora un ragazzo, insieme al padre Luca e alla madre Luisa Casanova. Il genitore, infatti, Ufficiale del Genio, nel 1847 l’aveva comprata per trecentomila lire dal Principe Filippo Andrea Doria Pamphili. Nel 1848 Il Cavaliere luca Podestà acquistò dai Sauli anche la villa limitrofa, a ponente, sempre lungo la via Pra’, detta “villa della Baronessa”, probabilmente per un’abitudine di vita coniugale di Luca e Luisa “a ville separate”. Alla morte del Barone Andrea fu il figlio Giulio a seguire le ville e le vaste proprietà terriere di Pra’, ricordato in zona come “figura minuta ed austera che, appoggiato ad un bastone da passeggio, incuteva rispetto e soggezione tra i manenti”. Giulio Podestà si spegnerà a Pra’ senza mai sposarsi e senza prole, il 27 gennaio 1959 e come poi tristemente noto i parchi, i giardini e i grandi appezzamenti terrieri vennero smembrati e devastati per la costruzione dello svincolo autostradale di Pra’ e del sestiere di Pra’-Cà Nova. Ad Andrea Podestà è dedicato un corso a Genova, dove è collocato un busto bronzeo in suo onore. Un suo busto, in marmo bianco su stele in marmo verde è collocato in un salone del Palazzo della Prefettura di Genova e ricorda la sua presidenza del Consiglio Provinciale dal settembre 1870 al marzo 1895. In Pra’ gli è stata intitolata la via “Andrea Podestà”, a Cà Nova, e la “Salita superiore Andrea Podestà” che da Cà Nova conduce ai Piani di Pra’.
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