I seguaci di nonno Libero

Giuseppe Bruzzone –

Lo scorso 2 ottobre era la giornata dedicata alla festa dei nonni. La festa è nata per riconoscere ufficialmente il ruolo fondamentale dei nonni nella società, in special modo nell’aiutare la famiglia nell’accudimento dei nipoti. Cominciò negli U.S.A, dove una nonna di 43 nipoti convinse il presidente Carter a istituirla nel 1990; seguirono altre nazioni europee e non e in Italia la festa è dal 2005. Ricorre il 2 otttobre abbinata alla festa religiosa degli Angeli Custodi, perchè i nonni sono gli angeli i custodi dei nipoti. Dal vocabolario alcune definizioni: Nonni i padri e le madri dei propri genitori.Si diventa nonni per la nascita del primo nipote. Appellativo familiare e affettuoso rivolto a a una persona anziana. I nonni sono una categoria di persone che ha una grande importanza sociale, in questi momenti di crisi sono un appoggio delle famiglie. Fino a poco tempo fa dire nonni era lo stesso di anziani; persone rispettate nella famiglia, dispensatori di consigli e memoria storica.Ma nel quadro della società quasi non comparivano, rimanevano al limite, ritirati in disparte, a riposo. Perlopiù di origine contadina od operaia, usurati dalle fatiche lavorative passavano il tempo in osteria o giocare a bocce a Prà, chi contadino sotto a un pergolato ad aggiustar attrezzi, chi pescatore a rammendare le reti sul ” Mucchio”. Le donne a fare la maglia o a “ciatellare” sedute ai giardini pubblici. Ora non è più così, i nonni hanno preso campo nel quadro sociale, io li chiamo nonni “sprint”. Hanno una guida ispiratrice: Nonno Libero. Chi è? E’ il protagonista di uno sceneggiato, entrato anni fa con la TV in tutte le case. “Un medico in famiglia”, interpretato dal simpatico Lino Banfi, perno della famiglia del figlio medico dott. Martini,vedovo e con figli protagonisti di disavventure risolte all’ ultimo momento dal nonno saggio e accorto. I nonni attuali non replicano proprio le avventure di nonno Libero, ma sono partecipi della vita dei nipoti.  Sono baby sitters; davanti alle scuole vigilano le strisce pedonali; altri mentre i genitori sono al lavoro conducono i nipoti a scuola. Frequentano anche impianti sportivi,accompagnando i nipoti a svolgere attività. Si dedicano anche a loro stessi, frequentando palestre per mantenersi in forma, oppure marciano all’ aria aperta con passi sicuri e veloci, sono volontari in organizzazioni sociali e culturali. Sono proprio dappertutto, e l’ Istat calcola che l’ 85 % dei bambini frequenta giornalmente i nonni, che aiutano anche i nipoti più grandi contribuendo con la loro pensione, ed al sostentamento dei figli disoccupati. Un’ immagine un pò diversa da come io, ragazzo cresciuto negli anni “60”, ricordo. Ho avuto la fortuna di vedere i nonni sia paterni che materni fino ai miei 20 anni. Le mamme per la maggior parte erano casalinghe, solo poche lavoravano fuori casa, portavano a scuola i figli, addirittura dalla terza elementare ci lasciavano andare da soli o con I compagni, il gioco si praticava all’ aperto per strada o nella via sottostante vigilata dalle mamme dietro le tendine, pronte verso le cinque al lancio della merenda (senza olio di palma) che si prendeva al volo !I nonni erano solo spettatori di questo. Qualche momento con i nonni l’ho gia descritto in diversi articoli: da piccolo ho frequentato i nonni paterni e materni in egual misura; nella stagione scolastica non mancavo di visitare i nonni paterni Gioxe e Manin, uscivo da scuola e mi fermavo a giorni alterni da loro a pranzo, dopo i compiti giocavamo a carte. 

 L’estate era dedicata ai nonni materni Giacumu e Beppa, andavo a Palmaro nella “villa” dove erano contadini e io sono cresciuto nella natura in mezzo a galline e conigli. Che bello quando andavo con loro a dare da mangiar agli animali, si erano divisi i compiti; Beppa accudiva le galline, mi faceva ritirare le uova ancora calde me ne apoggiava uno sulla guancia “Senti che bellu cadu” e nell’ altra mi scocchiava un bacino. Giacumu portava il fieno alla mucca e l’erba ai conigli, lo aiutavo poi a pulire le conigliere, mi diceva “Sun de bestie ma devan stà in tu pulittu, ti ghe staiesci tì in tu sporcu?” Mi porgeva il coniglio e io le prime volte un pò titubante lo tenevo in braccio: mi ha cresciuto senza la paura e il fastidio degli animali. I nonni mi hanno dato delle senzazioni uniche e indimenticabili sono parte delle mie radici, e assieme ai miei genitori sono stati un punto di riferimento importante. Se avrò dei nipoti cercherò di essere presente e trasmettere quello che ho ricevuto dai miei nonni “sprint “, anche se non lo sapevano. Comunque festa o no, stare in compagnia dei nonni è una festa tutti i giorni.