“Ho aperto la porta e ho visto cadere la collina” – La testimonianza di chi ha perso la casa nella frana

Luciano Bozzo #

Sono rimasti lì.  Nel tardo pomeriggio di mercoledì, parecchie ore dopo la frana che aveva ghermito le loro abitazioni gli sventurati abitanti di Via Montecucco erano ancora lì, sull’altro lato della ripida valletta del Rio Fagaggia a guardare con incredulità e rassegnazione le loro case inesorabilmente travolte e trascinate verso il basso dalla forza d’urto della frana.
Rimanevano lì di fronte a quel che restava di quella piccola borgata, davvero bella a vedersi per chi, prima di quello sciagurato mercoledì 12 novembre, trovandosi a fare una passeggiata su per Via Villini Negrone  avesse rivolto lo sguardo verso levante a guardare la bella campagna praese distendersi dall’altra parte della stretta valle;  erano lì di fronte, a vigilare che nessuno potesse approfittare della situazione per depredare quel che restava delle loro case  ma anche a cercare di rendersi conto di quanto era effettivamente accaduto, di come in pochi attimi il sogno della loro vita, il frutto di tanti anni di lavoro e di sacrifici avesse potuto sbriciolarsi o minacciasse ancora di scomparire davanti ai loro occhi.
É già passato qualche giorno da quando abbiamo assisitito a questa scena straziante; una delle quattro casette del borgo era crollata nelle primissime ore della mattinata e le altre tre rischiavano di subire la stessa sorte; nei giorni seguenti quella maledetta frana se ne inghiottirà altre due.
Riletta a distanza di qualche giorno quell’immagine forte può ben riassumere però la sofferenza ed il pesante disagio che da molti giorni  decine e decine di famiglie stanno patendo dopo essere state sfollate o essere rimaste isolate a causa degli immani danni creati dal maltempo e da un numero infinito di frane che si sono aperte un pò dovunque, nell’immediato entroterra del nostro paese così come in buona parte del genovesato e in tutta la Liguria.  Le persone di Via Montecucco hanno però subito una sventura ancora maggiore; loro non sono state solo sfollate o rimaste isolate, non solo hanno avuto grossi danni, loro la casa l’hanno perduta o rischiano di perderla per sempre. Anzi in quella tremenda notte di tempesta e di fango hanno anche rischiato di rimetterci la vita ed il racconto di Domenico e Orietta, la giovane coppia che viveva nella prima casa crollata, esordisce proprio con questa considerazione.  “Ho aperto la porta di casa e nel buio della notte ho visto la collina che veniva giù; a quel punto abbiamo avuto solo il tempo di salire sul furgoncino, di scappare e di metterci in salvo.  Pochi minuti dopo abbiamo visto la casa crollare travolta dalla frana e trascinata giù verso il torrente.  Bastavano pochi minuti  di ritardo e anche noi saremmo stati inghiottiti da quella enorme quantità di terra e fango caduta dalla collina che si è completamente liquefatta” è l’incredibile testimonianza di Domenico che prosegue “Poco prima da letto avevo sentito un rumore crescente ed ero sceso a vedere a cosa fosse dovuto; ho subito visto la grossa crepa che si stava formando in cucina e poi nello spiazzo davanti alla casa.  Fuori era buio e stava diluviando ma ho comunque intuito il rischio che potesse franare tutto.  Ho avvisato i miei vicini del pericolo e poi abbiamo avuto solo il tempo di prendere le poche cose che potevamo salvare e di metterci in salvo”.
Poi come detto il disastro che per fortuna non ha fatto vittime grazie alla prontezza di spirito di Domenico e degli altri residenti delle case a fianco.
“Stavamo dormendo” ci dice Orietta “e ci ha svegliato il gatto che si stava agitando; erano più o meno le 5 e mezza ed in effetti c’era un rumore come di uno scalpittio tanto che subito ho pensato a dei topi o alla presenza di ladri.  Poi abbiamo visto le crepe e ci siamo accorti di quello che stava accadendo. E pensare che all’inizio ce la stavamo prendendo con il gatto che non ci faceva dormire; ma se oggi almeno siamo vivi è anche grazie a lui”.
In effetti gli animali hanno come un sesto senso e spesso sentono prima quando arriva un pericolo.
Si dice spesso che il dissesto idrogeologico sia causato prima di tutto dall’abbandono delle campagne e dall’incuria delle colline ma questo non sembra il caso della collina di Via Montecucco dove invece c’erano fasce coltivate ed alberi di ulivo, così come non è il caso della “collina del basilico” che sta franando con i suoi terrazzamenti ben curati sopra Via Branega Inferiore e sopra l’autostrada.
Orietta e Domenico ci raccontano anche che vivevano lì da appena due anni dopo aver acquistato la casa nel 2009.  “In effetti non avevamo neanche ancora finito di arredare e di sistemare completamente la casa ma avevamo finalmente raggiunto il nostro sogno di abitare in campagna e di coltivare un pò di terra per hobby. Ora invece abbiamo perso tutto.”
Quel pomeriggio dopo l’ennesima pioggia torrenziale, Via Villini Negrone è una strada disastrata; vi si cammina in mezzo al fango e alle transenne tra mille rivoli d’acqua che, spuntati improvvisamente dal nulla, scendono sulla strada dal pendio sovrastante.  Qualcuno che scende dalla parte alta ci segnala che in cima la strada appare interrotta per un’altra frana.
Più in basso invece si consuma l’altro dramma degli inquilini del civico 18 evacuati il giorno prima dopo il cedimento di un muraglione di contenimento.  A segnalare il pericolo è stato il signor Lomasco che abita a pian terreno e che ha visto il suo giardino parzialmente crollato.
“Erano più o meno le dieci del mattino di ieri quando mi sono accorto che il muro di sostegno del palazzo si stava gonfiando pericolosamente d’acqua e che il mio giardino stava cedendo.  Ho provato ad avvisare gli altri condomini ma a quell’ora solo poche persone anziane erano presenti nel palazzo. Allora ho avvisato i vigili urbani.”
Poco dopo l’intervento della pulizia municipale e dei tecnici a cui segue lo sgombero e l’evacuazione del palazzo, evacuazione che perdura ancora oggi a distanza di 10 giorni.
Quel giorno, a seguito delle forti piogge della notte una nuova grande frana si è aperta proprio sotto di loro e gli altri palazzi adiacenti ed incombe sullo spazio di giochi per bambini di Via Durante che sorge a poca distanza dal torrente Fagaggia.  Con questa nuova frana il rischio per i palazzi della parte alta di Via Villini è aumentato notevolmente; alla luce di ciò la nuova situazione viene verificata con attenzione e in quel pomeriggio intorno ai residenti del civico 18 ed alla amministratrice del caseggiato si aggira un nugolo di periti, tecnici della protezione civile e giornalisti.  La presenza di così tanti giornalisti e curiosi a dire il vero crea anche qualche momento di irritazione e di nervosismo da parte delle persone sfollate e che attendono di sapere quando potranno rientrare nelle loro case.  C’è poi preoccupazione per il rischio di possibili furti negli appartamenti evacuati e se per la prima notte la presenza di un agente della polizia municipale aveva garantito la vigilanza dello stabile, dai giornali abbiamo poi appreso che in seguito i residenti hanno dovuto organizzarsi con turni di guardia ed avvalersi, pagando di tasca propria, di un servizio notturno di vigilanza privata.