Giovani atleti praini crescono: Marco si allena nelle arti marziali

Elis@Provinciali–

Mi e’ stato segnalato questo ragazzo giovanissimo e talentuoso, lo intervisto , partendo dalla presentazione e dalla data in cui ha iniziato la pratica della disciplina Muay thai
<<Sono Marco Cesare Nicolì, ho 16 anni,abito a Pra’ Palmaro,con mia madre Laura,mio padre Davide Cesare e mia sorella Sara ; pratico la muay thai da ormai 6 anni,iniziai più o meno all’età di 10 anni>>.
Come mai questa disciplina ha attratto la tua attenzione?
<<Decisi di praticare questo sport per pura curiosità.I miei genitori ,appena hanno saputo che avevano aperto una nuova palestra a due passi da noi ,non hanno aspettato un secondo a dirmi di provare. Inizialmente non era molto convinto di ciò, praticavo già judo e non avevo voglia di iniziare un altro percorso ma mi sono detto che” tentar non nuoce”.Mi é piaciuto moltissimo sin da subito perché é uno sport che permette di sfogarsi e confrontarsi direttamente con gli altri compagni di allenamento,che poi non sono solo tali ma sono veri e propri membri di una grande famiglia molto unita.
Quante ore di allenamento richiede la disciplina?
<<Dipende dalla preparazione atletica che devo svolgere, ma in media direi 6/7 ore a settimana>>
Hai gia affrontato gare importanti?
<<Sì,proprio recentemente ho partecipato ai Mondiali ISKA a Vienna e ho ottenuto un terzo posto guadagnato con fatica e sacrificio.Ora la prossima gara è il 24 novembre e,se tutto va bene, sarà il mio primo incontro di contatto “pieno”>>.
Qual’ e’ il tuo stato d’ animo, sono momenti di tensione/soddisfazione per te? Senti che ti fanno crescere nella tua pratica?
<<Ce ne sono stati molti e,tra l’altro,sono tutti momenti accaduti quest’anno.La vittoria dei campionati nazionali é il primo,il secondo é la convocazione nella nazionale italiana e il terzo é il podio a Vienna>>
Ed invece momenti di difficoltà che lo sport , possiamo dire a livello agonistico che svolgi, ti si presentano?
<<Le difficoltà che ho incontrato sono poche:dover sacrificare uscite con gli amici e riuscire a incastrare lo studio con gli allenamenti>>.
Sei giovanissimo, ma molto motivato, visti i risultati, quali prossimi obiettivi ti prefiggi?
<<Mi sono prefissato di vincere i Mondiali, quest’anno sono arrivato terzo ma l’anno prossimo sono sicuro che farò ancora meglio.Quest’anno mi ero impegnato a vincere i campionati nazionali e così è stato, perché non dovrebbe andare nello stesso modo per i prossimi mondiali?>>
Certamente, sul tappeto incontrerai atleti ai massimi livelli, ma senz’altro sarà una sfida importantissima per te, dalla quale apprendere molto.
<<Questa sport insegna il rispetto reciproco tra atleta e atleta e tra atleta e maestro,ma non solo: insegna anche ad avere molto più autocontrollo e ad essere molto più paziente. cerchero’ di essere concentrato sulla tecnica e sul risultato!>>
Marco, ti senti di aggiungere ancora qualche tua riflessione a questa intervista, per ora breve e sintetica, ma in seguito avvicinandosi i mondiali, vorrei approfondire.
<<Si,vorrei parlare del legame che ho con il mio maestro , Alessandro Magnani, é grazie a lui e alla sua conoscenza nell’arte della muay thai se sono arrivato dove sono ora. Il nostro é un legame forte che, allenamento dopo allenamento e gara dopo gara, va rafforzandosi. É lui che vede da vicino i miei progressi ed é lui che mi aiuta a migliorare sempre. Non potevo avere maestro migliore!>>
Ti faccio i miei complimenti ed auguri, portare a casa una medaglia cosi’ presigiosa sarebbe il massimo davvero!  Grazie per la tua disponibilità

La Muay thai, noto anche come thai boxe, boxe tailandese o pugilato tailandese, è un’arte marziale e sport da combattimento a contatto pieno che ha le sue origini nella Muay Boran, antica tecnica di lotta tailandese. Esso utilizza una vasta gamma di percussioni in piedi e di tecniche d’aggancio

La disciplina è nota come “l’arte delle otto armi” o “la scienza degli otto arti” perché consente ai due contendenti che si sfidano di utilizzare combinazioni di pugni, calci, gomitate e ginocchiate, quindi otto parti del corpo utilizzate come punti di contatto rispetto ai due del pugilato, oppure ai quattro della kick boxing, con un’intensa preparazione atletica e mentale che fa la differenza negli scontri a contatto pieno.

La disciplina originale divenne popolare nel XVI secolo in patria, ma si diffuse internazionalmente solo nel XX secolo, dopo alcune modifiche regolamentari e quando diversi pugili thailandesi si confrontarono con successo con i rappresentanti di varie arti marziali.