Finalmente va giù il “Muro di Pra’ “

Guido Barbazza#

Sotto i colpi delle ruspe e dei martelli pneumatici dei cantieri del P.O.R. – Pra’ Marina ha cominciato, finalmente, a sbriciolarsi, a cadere, il “Muro di Pra’ “, il muro della ferrovia che, dal 1856, separa l’abitato di Pra’ dal suo mare. Mentre il famoso muro che divise in due la città di Berlino rimase in piedi per 28 anni, dal 1961 al 1989, il “Muro di Pra’ “ con annessa ferrovia è rimasto in piedi per ben 159 anni, dal 1856 al 2015, creando non pochi problemi. Fin dall’inizio condizionò le attività dei valenti cantieri navali praesi, che da tempo immemore operavano sulla spiaggia e proprio nella seconda metà dell’ottocento sfornavano ogni anno decine di grandi bastimenti a vela, specialmente brigantini e brigantini a palo, particolarmente apprezzati dagli armatori di Camogli. Il Comune di Pra’ cercò in ogni modo di opporsi ad un tracciato della ferrovia così penalizzante, proponendo di passare più a monte, come fatto in altre località limitrofe, come Pegli e Voltri, ma non ci fu nulla da fare. Già allora interessi diversi, in quel caso evidentemente il risparmio sui costi di realizzazione dell’opera, prevalsero su quelli praesi. L’avvento della ferrovia con relativi muri di delimitazione ridusse così gli spazi disponibili per le costruzioni navali, condizionandone le attività. Da ricordare in merito la petizione presentata dai costruttori navali praesi al Prefetto di Genova il 26 settembre 1879 e sottoscritta da 139 tra costruttori, armatori, maestri d’ascia e calafati, con cui si chiese e si ottenne dalla “Società Strade Ferrate dell’Alta Italia” «di impiantare le navi a poca distanza dal binario della ferrovia onde rendere possibile la costruzione di navi di grossa portata». Molti anni dopo, il muro della ferrovia costituì un elemento penalizzante per le attività balneari, frapponendosi con i suoi passaggi a livello tra la delegazione e la sua spiaggia, zeppa di “bagni” e frequentatissima da “bagnanti” provenienti da tutta Genova ed entroterra. Più recentemente, dal 2 aprile 2006, quando è stata inaugurata la nuova stazione di Pra’, il muro e la massicciata della vecchia ed ormai dismessa ferrovia si sono eretti come una barriera tra l’abitato e la sempre più promettente Fascia di Rispetto. Un’orrenda cicatrice, zeppa di rifiuti, escrementi e rifiuti speciali posta in bella vista, lungo la via Aurelia, che ha negativamente condizionato l’immagine di Pra’, aumentando la sensazione di degrado e impedendo la compenetrazione tra “la Fascia” e “il paese”. Nel 2009, nell’ambito di una manifestazione popolare, alcuni cittadini demolirono con la sola forza delle braccia una porzione di muro nella zona di Longarello, per sottolineare quanto invisa fosse quella barriera e quanto forte fosse la volontà dei Praesi di abbatterla. Ma, per liberarsene completamente, bisognava aspettare le ruspe ed i martelli del P.O.R.