Ezio Roba conferma la vocazione dei praesi per la scrittura

Luciano Bozzo –

Uno dei compiti che SuPra’tutto si prefigge è quello di far conoscere e di portare all’attenzione dei lettori i tanti talenti che Pra’ può vantare ed i notevoli risultati che diversi nostri concittadini e concittadine hanno raggiunto e riescono a raggiungere nei più diversi ambiti, da quelli professionali, a quelli artistici, nella musica, nella letteratura, nella pittura, nella cultura, nel lavoro, nella politica, nello sport. E indubbiamente la letteratura e la scrittura rappresentano un settore dove i praesi già da diversi anni dimostrano di avere talenti e capacità davvero importanti: sono infatti diversi i casi di scrittori e scrittrici praesi che in questi anni sono stati in grado di raggiungere eccellenti risultati. Cominciamo con Guido Barbazza, fondatore e direttore editoriale dei giornali “Il Praino” e “SuPra’tutto”, per i quali ha prodotto un’innumerevole serie di editoriali e articoli. Inizia a scrivere nel 1997 come co-autore di “Antologia Praese” e “Pra’QuiPra’là”, per poi affermarsi come scrittore specializzato in tecnologie marittime sulla rivista “TTM” (Tecnologie – Trasporti – Mare) e reporter “globe-trotter” alla ricerca di tracce di Genova nel mondo con la serie di articoli pubblicati su “Il Secolo XIX” nella rubrica a lui dedicata, “Il genovese volante”, da cui è nato poi l’omonimo libro. Passando invece alla narrativa rimarchiamo la sua ricca produzione di 5 romanzi di successo, a partire da “Salvate il generale” del 2008, e poi con “Il Diavolo all’Acquasanta”, “Rewind” e “Uomini Neri” fino a “Il macchinista” del 2017. Nelle sue opere, che avvincono il lettore grazie alla tensione narrativa sapientemente creata ed alla perfetta scansione di racconti avventurosi, non mancano mai ambientazioni e precisi riferimenti a Pra’ e tra i suoi personaggi figurano spesso persone reali di Pra’. Precursore per i libri di storia su Pra’ è stato Giuliano Boffardi, prima con le “Cronache Praesi”, e poi con i volumetti della serie “Pra’ ascordà”. Nino Durante, anche lui co-autore dell’ “Antologia Praese” e di “Pra’quiPra’là”, oltre ad aver scritto il testo di “Pra’ belle figge”, l’Inno di Pra’, si è specializzato nei racconti in lingua genovese, con profonda connotazione praina, con ben 19 pubblicazioni, dall’ “Oddoneide” a “I recanti della memoria”, attraverso titoli molto cari ai praesi come “Pra’ in to maæ cheu” e “Gh’ëa na votta”. Tra i suoi lavori anche la rielaborazione in genovese di fiabe per bambini come “Giancaneje e i sette nänetti”, “Capuççetto Rosso”, “O gatto co-i stivæ”, “A föa de Pinocchio”, “Ghe dïvan Çennerentola” ed inoltre “O libbro Cheu” ed il romanzo “L’uomo che sussurrava ai presepi”. Antonella Freri ha recentemente esordito con il suo “Il pampano”, che contiene appassionanti racconti della Pra’ anni ’70, quella della spiaggia e delle atmosfere balneari, dopo averne pubblicato una serie su SuPra’tutto. Manuela Monaco ha appena pubblicato il suo romanzo “16157” (il numero di Codice di Avviamento Postale di Pra’) ambientato nel sestiere praese di Palmaro, che segue a distanza di due anni ”Racconti surreali per gente normale”, che traeva ispirazione dalla sua esperienza di “blogger”. Rossella Picollo, con le sue struggenti poesie pluri-premiate in concorsi letterari, ha spesso narrato il dolore dei praesi per la perdita del mare e della spiaggia, ben raffigurato nelle ultime parole di una sua poesia, che recita: “batterano i flutti squallidi moli”. Patrizia Pittaluga ha pubblicato, negli ultimi anni, alcuni interessanti libri di saggistica che spaziano dalla ricerca di salutari stili di vita e di una felice armonia con la natura (“Gocce di sole”) alla riscoperta di vie e palazzi del centro storico di Genova (“Caruggi” e “I palazzi dei Rolli”) . Francesco Provinciali, nato e cresciuto a Pra’, pur se “emigrato” già da molti anni a Pavia, affermato giornalista e scrittore, è apprezzata firma del Corriere della Sera nonchè di altre testate e riviste, spaziando con straordinaria padronanza della scrittura dalle interviste a personaggi famosi agli articoli di approfondimento culturale, sociale e politico, dalla pubblicazione di saggi ai libri di narrativa. Una delle sue prime opere, il romanzo “LigureLombardo”, dedica ampio spazio ai racconti dell’infanzia e della giovinezza trascorse a Pra’ ed alla descrizione di luoghi, ambienti, persone della Pra’ di quegli anni. A questo talentuoso ed agguerrito plotone di scrittori e scrittrici praesi si è aggiunto brillantemente Ezio Roba.
Praino DOC (è cresciuto nel sestiere praese di Palmaro e vive da molti anni in quello di Borgo Foce), cinquantasei anni, laureato in scienze biologiche e agente di commercio nel settore della strumentazione biomedica, Roba scrive per passione nel tempo libero e nel 2018 ha esordito con la pubblicazioni di due romanzi: “La chiave del Certosino” e “Gli dei del Marguareis”. E’ lo stesso autore a parlarcene: «”La chiave del certosino” è un romanzo storico avventuroso con una trama gialla; è ambientato nella vecchia Certosa di Pesio, tra le montagne del cuneese nell’anno 1464, in un inverno particolarmente freddo. La tranquillità della certosa viene sconvolta da particolari eventi ed il ritrovamento di una chiave misteriosa darà il via ad una indagine da parte di uno dei monaci del convento; il corso dell’indagine porterà i protagonisti fino ad Asti e causerà anche uno scontro acceso tra due diverse fazioni. Per questo mio primo romanzo ho scavato nella storia e nelle leggende di quella zona facendo attente e accurate ricerche e, al di là della trama, ho cercato di dare anche una precisa e vivace descrizione del piccolo ambiente religioso della certosa in quell’epoca storica e della natura che la circonda, una natura magnifica e pressochè incontaminata che compone quasi un involucro pittorico delle vicende narrate». Il racconto, tuttavia, non è appesantito da eccessi di dettagli ma da “pennellate” che hanno lo scopo di calare rapidamente il lettore nel clima della vicenda. «“Gli dei del Marguareis” è un romanzo di azione e di avventura che gira intorno ad una tematica di tipo scientifico: un gruppo di ricercatori, geologi e speleologi conduce una ricerca in una grotta del massiccio del Marguareis, nelle Alpi cuneesi. La montagna, in effetti, potrebbe nascondere un grande segreto, uno di quei misteri che sconvolgerebbero la scienza, la storia e le menti delle persone. E mentre un fisico lavora ad un sistema di comunicazione tecnologicamente avanzato si incrociano personaggi pittoreschi, indizi e scoperte strabilianti che porteranno ad un finale ricco di azione e di sorprese, dal cuore delle montagne alle vie della vecchia Cuneo». Roba dipana e svela così, pagina dopo pagina, una sapiente miscela di avventura, tecnologia, scienza (e anche forse fantascienza), implicazioni filosofiche, alla quale non manca, anche in questo caso, una perfetta ed ammirata descrizione dell’ambiente naturale nel quale si svolge la storia. Si rimane in bilico tra il possibile, il verosimile e il tentativo di negare una inquietante verità che potrebbe spiegare diversamente l’evoluzione umana. Ma Ezio Roba non si è fermato alla pubblicazione di questi suoi primi romanzi e, grazie ad un nuovo romanzo, “Isabel”, ancora inedito, a fine ottobre 2019 ha vinto a Giardini Naxos, in Sicilia, la 19a edizione del “Premio Internazionale di Poesia, Prosa e Arti figurative” promosso dall’editore siciliano “Il Convivio”. Già l’anno prima aveva ottenuto una segnalazione di merito in quello stesso concorso letterario, con “Gli dei del Marguareis” nella sezione dedicata ai romanzi pubblicati. “Isabel” narra le vicende di un adolescente e del viaggio che egli compie, in maniera più o meno furtiva, seguendo una spedizione organizzata da una zia del padre, vedova di un famoso archeologo, che ha lo scopo di ritrovare un mito della cultura primitiva delle popolazioni che un tempo abitavano l’attuale Groenlandia. Il ragazzo si ritroverà così immerso nell’ambiente artico, dove la natura preponderante, il freddo, il silenzio trasformeranno il viaggio in una sorta di cammino introspettivo a cui non mancheranno però i colpi di scena propri di una storia avvincente. “Uno splendido romanzo, un’avventura che tiene con il fiato sospeso” si legge non a caso nella motivazione della giuria che lo ha premiato e grazie alla quale avrà diritto nei prossimi mesi alla pubblicazione gratuita di “Isabel” da parte dello stesso editore. Rispondendo ad una nostra domanda sull’origine di questa sua passione per la scrittura, espressa solo negli ultimi anni, Ezio ci rivela: «In realtà mi è sempre piaciuto scrivere, anche da ragazzo, ma è un interesse che però non avevo poi coltivato per dedicarmi invece ad altre cose: gli studi scientifici, lo studio del pianoforte ed anche la composizione di brani musicali. Circa dieci anni fa invece ho riscoperto questa passione, grazie anche alle mie figlie, alle quali davo una mano per i loro temi e componimenti in italiano e mi sono così deciso a cimentarmi nella scrittura di romanzi».