Velocifero #
Sono passati 3 mesi dalle pesanti piogge che hanno interessato il territorio di Pra’ e causato frane e smottamenti, (novembre 2014, vedi SuPra’Tutto Magazine numero 1, pagg. 22-23). L’attenzione dei cittadini è stata logicamente focalizzata sulla casa crollata in via Monte Cucco e sulle situazioni di rischio per i palazzi di Via Villini Negrone, che hanno costituito le situazioni a più elevato rischio. C’è però un aspetto secondario degli intensi eventi meteorologici che è passato quasi inosservato ma che è necessario portare all0’attenzione dei Praesi: l’interramento delle foci del Rio San Pietro e del Rio Branega. E’ noto che le foci di entrambi i torrenti praesi, al loro sbocco in mare, non risultano né dragate né almeno parzialmente ripulite dal materiale sabbioso e dal limo trasportato a valle dalle acque fino dalla costruzione del porto e della realizzazione del canale di calma. I più anziani ricorderanno sicuramente gli scavatori “dei Dente” che ogni anno, in autunno, ripulivano le foci, garantendo così un agevole deflusso delle acque verso il mare aperto. Non a caso la prima e, per ora, unica alluvione subita da Pra’ a memoria d’uomo si è verificata anche e proprio, e tra le varie cose, in presenza del terrapieno portuale di fronte alle foci ed alla mancata opera periodica degli scavatori. Questa volta, agevolata dalla mancata pulizia periodica, e quindi in presenza di fondali già prossimi allo zero, la marea di terra e di sabbia trasportata vorticosamente a valle dal San Pietro e dal Branega hanno ne hanno completamente interrato gli sbocchi a mare, spostando a valle la linea dell’acqua di svariate decine di metri. Se dalle parti del Branega la cosa non rappresenta un grosso problema immediato, la situazione del Rio San Pietro pone problemi molto seri per le attività del blasonato Gruppo Sportivo Speranza che, oltre ad aver subito la perdita di buona parte dei pontili, ed essere quotidianamente condizionato pesantemente nella attività di messa a mare ed in secca delle imbarcazioni, vede a rischio anche l’organizzazione delle regate a calendario che saranno 5 e in particolar modo del Meeting Nazionale Allievi e Cadetti che dopo quattro anni di assenza ritornerà a Pra’ proprio nell’affascinante scenario del canale di calma. Come purtroppo quasi sempre accade quando bisogna fare qualcosa di concreto e di rapido a tutela dei cittadini e del territorio si è perso un sacco di tempo in chiacchiere e rimpalli per capire chi ha la responsabilità e gli oneri dei dragaggi che tra i vari organismi potenzialmente coinvolti ed interessati, come il Demanio Marittimo e l’Autorità Portuale, pare essere il Comune di Genova. Intervistato al riguardo, Oscar Capocci, Presidente del G.S. Speranza ha sottolineato che «i lavori che sono appena partiti si spera possano essere terminati nel giro di un mese per permettere lo svolgimento della prima regata di metà marzo». Inoltre, sempre
Capocci, sottolinea come «questo intervento che negli ultimi dieci anni si è dovuto fare una sola volta, dopo i lavori per altro utilissimi di messa in sicurezza del San Pietro dovrà essere preventivato su base annua, non solo per lo svolgimento della pratica del canottaggio, ma soprattutto per la sicurezza della foce del torrente e della nostra delegazione ».
Indipendentemente dalla rapida pulizia della foce del San Pietro si coglie l’occasione per ricordare al Comune che da dragare c’è anche, e con una certa celerità, la foce del Branega dove, come si può notare dalla foto, una distesa di sabbia si è già divorata decine e decine di metri del canale, costituendo rischio futuro ed imminente di interramento del traguardo del campo di regata di canottaggio. Infine, è giunto il momento affinché chi di dovere cominci a monitorale le profondità del canale di calma stesso e a programmare gli eventuali dragaggi preventivi. Le frattempo, ricordiamo che i fiumi praesi continuano a riversare nel canale metri cubi e metri cubi di terra e di sabbia come continuano a fare dai tempi più remoti. Loro sono innocenti, e svolgono alla perfezione il ruolo che gli ha affidato la natura, le amministrazioni pubbliche non pare proprio.
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