Don Gianni Borzone, “mitico” Curato dell’Assunta, compie 60 anni di professione religiosa

Elis@Provinciali –

A Pra’-Palmaro, il suo ricordo è sempre vivo e colmo d’affetto: per tutti “il Don”, aveva la capacità di coalizzare i giovani intorno a sè, giovane e scanzonato anch’esso…soprattutto i ragazzi vedevano in lui quasi un fratello maggiore, pronto alla burla ed alle zingarate, stile “Amici miei” (e non esagero, tutti i componenti del nostro gruppo, prima o poi, vennero solennemente ribattezzato da don Gianni con abbondanti gavettoni…abitava proprio nella canonica, sul sagrato, con l’anziana nonna, e pertanto, godeva di un punto di mira assai efficace!).
Nato il 27/2/1939, a Staglieno, parrocchia di San Bartolomeo, prende Messa nel 1961, a soli 22 anni, ed entra come come Curato all’Assunta, (era Parroco Don Amedeo Massa), poco dopo, pertanto come mi ha detto recentemente <<Il periodo con voi , il mio esordio da prete, è stato per me molto formativo, mi ha insegnato a comunicare con i parrocchiani, a stare in mezzo ai giovani in modo allegro, guidandone le vite, i caratteri, le azioni anche attraverso il cameratismo, la vicinanza affettuosa, lo scherzo.>> Ebbè, ma non crediate che facesse passare tutto: tramite questo modo di porsi così alla mano, attirava alla pratica dell’Azione cattolica, dei Gruppi e dei Campi, della frequenza alla S.Messa tanti ragazzi che altrimenti si sarebbero persi, e veicolava messaggi educativi, che facevano presa senza che ce ne accorgessimo. << Ho trovato terreno fertile tra voi, affetto, amicizia, che sono durate costanti negli anni…>> Rimase come curato sino al ’77,forse l’unico ad avere una permanenza così lunga, nel periodo mi ricorda che insegnò religione al Liceo Lanfranconi e <<Riuscivo a far dialogare “sinistrorsi” e “Comunione e Liberazione” , facevo musica con don Porro, seguivo il gruppo della pallavolo,voi coriste del gruppo “Myosotis”, preparavo i bimbi alla Comunione, aiutavo Pino Ventura con il Cinema Palmaro…>> Verissimo, non stava mai fermo, se era il caso, sollevava la tonaca per due calci al pallone. Ha sposato quasi tutti noi, ragazzi degli anni ’60, molto spesso suggellando amori nati “sulla piazza”.
Nel 1977 viene promosso parroco a San Rocco di Molassana, lasciando a Pra’ un grande vuoto, tanto che da allora, quasi tutti gli anni un gruppo di ex parrocchiani lo seguiva per la messa di mezzanotte, a Natale, ed altre ricorrenze, e molto spesso, avevano luogo i periodici “cenotti” di rimpatriata, il più recente un paio d’anni orsono.
Dal 2002 è parroco a san Bartolomeo di Staglieno, la sua chiesa di nascita e giovinezza.
Gli aneddoti sono infiniti, ma certo dovrei far parlare i ragazzi, con noi femmine era molto più contenuto, salvo farci la paternale per le minigonne! Ma l’elenco di burle lascia l’imbarazzo della scelta: le telefonate “pacco”(lui ascoltava solo che la cosa non degenerasse), il blu di metilene nel vino rosso, o peggio, il Guttalax, con ovvie conseguenze, la battaglia dei sacchetti d’acqua.
Personalmente, ricordo un anno che ci invitò a Molassana per una grande festa parrocchiale in onore di Stefano Eranio, ottimo calciatore del Genoa e della Nazionale, nativo del posto. Pranzi, lotterie, fotografie col campione, il tutto in un tripudio di luminarie che nemmeno a Capodanno, festoni di lampadine, la chiesa illuminata a giorno, e quando cominciò l’omelia, fu sufficiente accendere il microfono e…bum, l ‘impianto elettrico andò in corto, facendoci piombare tutti nel buio completo! Aveva effettivamente esagerato.
Sarebbe riduttivo, tuttavia, ricordare di lui solo quest’aspetto goliardico, anche se funzionale ad attirare simpatie e vicinanza; per noi , è sempre stato un amico cui poter confidare qualunque gioia o turbamento, e si e’ fatto amare ed apprezzare molto anche in seguito, dovunque l’ha portato la sua carriera ecclesiastica. Don Gianni, sessant’anni sono un traguardo onorevole e prestigioso, grazie di essere entrato nelle nostre vite, insegnandoci ad amare, a perdonare, ad essere sinceri e leali, ad imitazione di Gesù. Ci rallegriamo e felicitiamo con te, il periodo vissuto insieme a Palmaro è indimenticabile, ed ha lasciato una traccia indelebile in tutti noi, parrocchiani e ragazzi della “piazza”.