Domenica 27 luglio 2014: la Costa Concordia entra nel porto di Pra’. Diario del giorno dell’accoglienza.

Niclo Calloni #

L’enorme cassone, quello che una volta era  l’orgoglio di una nazione marinara, era già lì, pronto dalla sera prima, in attesa di fare la sua entrée da primadonna nel porto di Pra’, che anche lui si era preparato ad accoglierlo, ma con tutta la discreta attenzione di cui i Praini sono capaci.
Pra’ non sa indossare il vestito della festa, ma non per questo si può considerare dimessa e l’attenzione di cui è capace è cucita su una stoffa ruvida però intima e calda, che vuole soltanto trasmettere calore e buone sensazioni.
Già ai primi raggi di un sole, che una brezza di terra sembrava quasi voler intimidire, il popolo dei media e di quelli che, io per forza ci devo essere, formicolava sulla banchina riservata alla sala stampa nell’attesa che l’enorme cassone, col suo carico di tragedia e di umana grandezza, facesse il suo ingresso nel porto dove l’assurdo ed il tempo non  sono  ancora riusciti a cancellare il ricordo di quel litorale che metteva a disposizione del mondo la più bella spiaggia del ponente genovese.
Dal terrazzo di casa stavo osservando quel teatro con la consapevolezza di chi sa che di lì a poco avrebbe fatto parte della scena quando, così, quasi come un brusco risveglio, la voce dell’amico Guido al cellulare diceva che l’inviato della RAI, che avrebbe dovuto farci l’intervista, non aveva ottenuto il nostro accredito per l’accesso all’area riservata alla stampa.
Con un rigurgito di orgoglio, mi sono chiesto: “ Ma di Praini ce ne saranno lì, nel porto di Pra’ ad accogliere la Concordia oppure saranno tutti foresti, così finisce che  poi Pra’, il suo porto, le sue necessità e le sue legittime aspirazioni per una migliore qualità della vita, scivoleranno via inespresse ed evanescenti tra le pieghe di un cerimoniale che una volta consumato non lascerà traccia se non nei bidoni pieni di bottiglie vuote ed avanzi del buffet.
Nel dubbio e per evitare sensi di colpa postumi, la decisione di esserci è stata immediata e dopo un rapido consulto con l’amico Guido, l’idea che dei rappresentanti di Pra’ dovessero essere presenti a porgere il benvenuto alla Concordia era ormai assunta a incontenibile esigenza.
A quel punto dovevamo solo trovare una soluzione per ottenere i permessi per accedere al terminal e quel “solo” così ingombrante e limitativo ha scatenato in noi un’energia talmente positiva che, in un batter di ciglia, avevamo ottenuto l’accredito alla zona “rossa”: Pra’ c’è, allineata e coperta, e dignitosamente presente nel momento dell’evento al quale tutto il mondo sta partecipando.
Pra’ è presente in corpo e spirito e parla, ha parlato al mondo facendo mettere il dito nelle piaghe che sono state inferte sulla pelle  della buona gente, sulle cicatrici ancora visibili su un paesaggio di fronte al quale l’Eden può solo impallidire; Pra’ ha raccontato lo scempio e ha chiesto giustizia e redenzione.
Quando i rimorchiatori hanno dato aria alle loro sirene e la Concordia ormai apparteneva a Pra’, la nostra missione era compiuta, a tutti i media avevamo raccontato la verità sul porto di Pra’, sulle sofferenze della sua gente e sul suo anelito che giustizia venga compiuta.
Un momento di commozione, da uomo di mare che ne conosce il linguaggio, quando l’urlo delle sirene hanno portato nel cielo la notizia che l’opera dell’intelligenza, della responsabilità e della capacità  umana si era conclusa positivamente e poi via, a casa, a Pra’ con la consapevolezza di aver fatto qualcosa di buono per la nostra terra.
Con l’amico Guido abbiamo raccolto gli attestasti di stima e di considerazione che le Istituzioni ci hanno porto per l’attività della FondAzione PRimA’Vera e, con tutta  la discreta delicatezza dei Praini, li consegniamo nelle vostre mani, ringraziandovi dell’aiuto che ci date e di tutto quello che fate per il bene di PRA’.

Buona domenica di benvenuto alla Concordia.