Dall’ Opificio Digitale di Pra’

Giuseppe Bruzzone–

La vecchia stazione ferroviaria di Pra’ ora definita la Casa delle Tecnologie Emergenti- Opificio Digitale della Cultura. è una struttura che ospita il nuovo insediamento creato dal Comune di Genova grazie ad un finanziamento (400.000 euro) del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) La missione dell’Opificio è quella di lanciare delle start-up di giovani che lavoreranno in gruppo su postazioni telematiche high-tech, nei locali al primo piano. In questa struttura le start up supportate dai vari istituti tecnologici svilupperanno progetti in un piano di scansioni 3D dei musei genovesi per attuare la valorizzazione digitale di questi centri culturali, anche nello sviluppo ed erogazione di corsi di formazione sulle nuove tecnologie al servizio delle imprese del territorio genovese, delle scuole di Pra’ e del territorio e per privati cittadini.

L’ Opificio di Pra’ è il settimo in Italia, prima di questo sono stati aperti gli Opifici di: L’Aquila, Bari, Matera, Prato, Roma, Torino Mercoledi 22 maggio 2024 a tre mesi dall’inaugurazione l’ Opificio ha riaperto i battenti per ‘Musei in Poltrona’, anteprima dell’inaugurazione della Certosa di San Bartolomeo a Rivarolo con Patrizia Garibaldi Direttrice del Museo di Architettura Ligure.

All’interno della stazione é iniziato l’incontro; Claudio Oliva direttore del Job Centre di Genova ha salutato il pubblico tra cui il direttore scolastico Luca Goggi in rappresentanza del Istituto Comprensivo Pra’ .

La Vice Presidente del VII Municipio Lorella Fontana ha portato i saluti delle istituzioni ed elencato la genesi e lo scopo del progetto. Successivamente la Dott.ssa Silvia Campailla, responsabile dello Sviluppo Economico del Comune di Genova ha approfondito il progetto coinvolgente diversi soggetti tecnologici. Franca Giannini del C.N.R. ha illustrato l’ uso dei visori per osservare ambienti museali o reperti archeologici; in questo caso la tavola bronzea di Polcevera. Infine la Dott.ssa Patrizia Garibaldi Direttrice del museo di Architettura Ligure ha spiegato il recupero della Certosa di Rivarolo danneggiata pesantemente dall’ alluvione del 2014, dove il chiostro dei certosini subì pesanti lesioni. Mediante un collegamento a distanza con la Certosa la direttrice ha potuto dialogare con Massimo Razore il responsabile delle ristrutturazioni conventuali che ha illustrato i lavori eseguiti passando nei vari luoghi del convento: il chiostro, l’orto col pozzo, le celle dei frati. Così da Pra’ i convenuti seduti comodamente hanno potuto vedere a distanza il magnifico complesso medioevale riportato agli onori del mondo.

La Certosa di San Bartolomeo di Rivarolo diventerà la sede del ‘MUCE’ il museo di Certosa di Genova dove sarà esposta una antica fornace rinvenuta in zona a seguito di scavi per la linea della metropolitana, ed altri reperti archeologici  Finito il collegamento, nella stanza di ponente a piano terra della stazione arredata con una camera immersiva, il pubblico ha potuto provare direttamente i visori per osservare la tavola bronzea di Polcevera; un reperto del 117 a.C. che tratta una sentenza per i confini agricoli tra i Genuati (abitanti di Genova) e i Veituri Langenens (abitanti della Val Polcevera). Chi ha usato il visore ha potuto osservare la tavola bronzea con le parole in lingua latina nitidissime, con la sensazione di averla in mano; un vero portento il dispositivo tecnologico, direi spaziale, che può valorizzare e incrementare l’accessibilità del nostro patrimonio museale.

Un bel buffet coordinato da Rocco Daretta del Forno Rocco di Pra’ ha chiuso la manifestazione nella ex stazione. Dopo il collegamento con il convento, definito da Claudio Oliva una ‘Anteprima Zero’ nel pomeriggio a Rivarolo è avvenuta l’ inaugurazione ufficiale della Certosa presenti i responsabili del Comune di Genova, la direttrice Patrizia Garibaldi e numerosi cittadini.  Praesi, la Certosa di Rivarolo merita una visita dove sono da ammirare anche i grandi risseu, restaurati dall’ artista Gabriele Gelatti l’ autore del nostro stemma ‘cittadino’ nei giardini di piazza Bignami.