Costa Concordia, problema o opportunità per Pra’ ?

Guido Barbazza #

Da qualche giorno i principali organi d’informazione italiani ed esteri stanno veicolando la notizia che la Costa Concordia verrà demolita a Genova,  anche se la conferma ufficiale dovrebbe arrivare entro  il 16 giugno p.v..  La decisione sarebbe stata presa dopo una riunione tenuta mercoledì  28 maggio u.s. presso la sede di Costa Crociere, in via XII Ottobre, a Genova. La soluzione genovese è frutto di un accordo fra la compagnia armatoriale e il pool di imprese Mariotti-San Giorgio-Saipem, sotto la regia dell’Autorità Portuale. Valore dell’operazione circa 100 milioni di Euro, con importante ricaduta economica per l’industria e l’indotto locale. Pare così che Genova abbia vinto la lotta con Piombino, Palermo e Aliaga, (Turchia), per assegnarsi l’importante appalto per la demolizione. Ha giocato un importante ruolo la grande tradizione di riparazione e allestimento navale,  gli spazi del porto, i bacini di carenaggio e i piazzali delle riparazioni navali, ma soprattutto l indotto di grande professionalità e competenze. La Concordia dovrebbe essere smantellata dopo essere stata ormeggiata alla banchina “ex-superbacino”, nell’area industriale delle riparazioni navali, schermata da adeguate coperture. Le fasi finali di demolizione dello scafo saranno poi effettuate in bacino. Ma c’è un dettaglio tecnico importante: la nave, mantenuta in galleggiamento da cassoni di acciaio assicurati alle fiancate, presenterà un’immersione di circa 18 metri, superiore ai fondali del porto di Genova. Ecco quindi la necessità di avvalersi del porto di Pra’ che, per le sue caratteristiche peculiari (vedi proposta di quarto scenario di piano regolatore portuale “Pra’ Isola Lunga – Porto Amico” della FondAzione PRimA’vera)  presenta un fondale, a ridosso della diga foranea, di circa 22 metri, atto all’ormeggio della nave. Il porto di Pra’ verrà pertanto utilizzato per le operazioni di alleggerimento, o, in termine tecnico “stripping”, cioè la rimozione di tutto quanto si trova all’interno della nave e può essere asportato con relativa facilità come arredamento, impiantistica e strumentazioni. Il soggetto maggiormente coinvolto nell’operazione sarebbe uno dei nomi-simbolo del porto di Genova, la Compagnia Unica, o C.U.L.M.V.,  che si prenderebbe cura della Concordia, liberandola dai suoi componenti ormai inutilizzabili e portandoli verso lo smaltimento. Lo “stripping” ha lo scopo di ridurre il peso della nave, consentendole quindi di sollevarsi di qualche metro, proprio quelli che le necessitano per entrare senza problemi nel porto di Genova per la demolizione vera e propria. A quanto pare, le operazioni di stripping non dovrebbero comportare un impatto particolarmente invasivo, generando il traffico di una decina di camion al giorno per trasportare i materiali rimossi presso le ditte specializzate che si occuperanno del loro smaltimento. Le operazioni per portare la nave, tutt’ora adagiata sul fondale dell’isola del Giglio, in galleggiamento, sono  previste iniziare il 20 luglio p.v., dopodiché inizierà il traino con i rimorchiatori verso il porto di Pra’. In zona Pra’ – Pegli è già iniziato il tam-tam di contrarietà e protesta per l’arrivo della nave. I cittadini locali non vedono infatti con favore l’ennesimo utilizzo del loro territorio per operazioni di servitù industriale che temono possa essere invasiva e generi altro rumore ed inquinamento. Le legittime preoccupazioni della gente sono amplificate dalle pessime referenze dell’Autorità Portuale genovese sia nella fase di costruzione del porto di Pra’, che attraverso scelte progettuali antiquate e invasive ha distrutto uno splendido litorale, sia per la lentezza esasperante nella messa in atto di provvedimenti per minimizzare il rumore e l’inquinamento generati dalle operazioni portuali. Resta però il fatto che l’accosto al porto di Pra’ è tassello fondamentale per la riuscita dell’operazione Costa Concordia, ha rilevanza ed evidenza nazionale ed internazionale, e potrebbe essere trasformato da problema ad opportunità per la Delegazione Praese. Infatti, quando il relitto prenderà a muoversi, tutta l’attenzione della stampa e degli organi di informazione mondiali si concentrerà proprio su Pra’ ed il suo porto. E’ perciò fondamentale evitare che, ancora una volta, si blateri insensatamente di “porto di Voltri” quando, come noto, il porto si trova solo ed esclusivamente a Pra’. Che sia allora Pra’, che, da sola, ha dovuto sopportare tutti gli oneri e i disagi, e che si accinge a sopportare anche l’ingombrante presenza della Concordia, a trarne qualche vantaggio, ad esempio d’immagine. Quando le telecamere di centinaia di cronisti si accenderanno, quando le tastiere di migliaia di computer di giornalisti e reporter di tutto il globo cominceranno a pulsare per sciorinare milioni di parole sull’argomento, c’è una parola che dovrà essere sempre ben presente: Pra’. Attenzione: Pra’, e non “Voltri”, che non c’entra proprio niente. La nostra Delegazione potrà così trovarsi al centro dell’attenzione, veicolare le sue positività, come il basilico migliore del mondo, la sua Fascia di Rispetto, le ville storiche, le chiese romaniche, e avere nuove e più grandi possibilità per configurare al meglio il P.O.R. – Pra’ Marina, e Pra’ to Sport, e anche per ridare il mare a Pra’-Palmaro/ Cà Nuova. Ma non è solo l’immagine quella che ne potrebbe trarre beneficio, ma anche il portafoglio. Infatti è presumibile che in zona possano arrivare e permanere giornalisti e reporter: ci potrebbero perciò anche essere opportunità per i commercianti locali, per la ristorazione, per i servizi, per il noleggio di barche per le riprese, chissà, forse sulla Fascia si potrebbe anche realizzare una base logistica per le comunicazioni, come si conviene a tutti i grandi eventi. Forza, Praini, trasformiamo un problema in un’opportunità.